Continua lo sciopero dei riders delle app di delivery dopo il taglio alle tariffe

Pubblicato il 6 novembre 2020

Continua lo sciopero dei riders delle app di delivery dopo il taglio alle tariffe

Aumentano le proteste contro l'accordo Asso-delivery e Ugl. Al via lo sciopero con cortei, anche improvvisati e picchetti

Da diversi giorni in tutta Italia moltissimi rider, riuniti nella sigla RiderXiDiritti di lavoratori e sindacati si sono uniti in protesta contro il nuovo accordo collettivo raggiunto da AssoDelivery  e il sindacato Ugl.

L'accordo Asso-delivery e Ugl

Asso-delivery, associazione che riunisce le varie aziende di delivery operative sul suolo italiano, ha infatti firmato un accordo il 3 novembre, insieme a Ugl. Secondo Deliverance Milano, un collettivo di precari e fattorini attivi nel delivery, tale accordo va ad aggravare una situazione lavorativa già difficile e ampiamente criticata. 

Di fatto l’accordo blocca l’introduzione di una paga oraria chiara e continua a identificare i rider solo come “lavoratori autonomi” e non subordinati negando loro, di fatto, diritti tutelati dai contratti del commercio come malattia, ferie, trattamento di fine rapporto (Tfr)...

A detta degli organizzatori dello sciopero, poi, Ugl, il sindacato che ha firmato l’accordo, è molto poco rappresentativo della categoria. Su 20mila riders stimati dalle varie sigle sindacali, Ugl ne rappresenta circa un migliaio. 

La rabbia dei riders dopo l'ultimo dpcm

Con il nuovo dpcm del 3 novembre si garantisce l'asporto e la consegna a domicilio per tutti i ristoranti, anche nelle zone rosse. Ed è proprio in una delle città più colpite dal periodo e dall'epidemia che scoppia la rabbia dei riders: a Milano. La prima protesta sembrerebbe partita martedì 3 novembre in piazza Virgilio, zona Concilizione a Milano. Un gruppo formato da qualche decina di riders in sciopero, dopo aver bloccato il motorino di un collega di Glovo in servizio, ha svuotato il suo zaino con l'ordinazione gettandola a terra. Martedì, mercoledì e giovedì si sono susseguiti episodi simili, uniti anche ad episodi di violenza fra lavoratori registrati in zona via Ceresio. Ancora oggi i lavoratori si dicono in sciopero. Continuano cortei, manifestazioni organizzate e improvvisate e picchetti che bloccano parti di città. 

La necessità di un nuovo accordo 

La necessità di un accordo migliore è resa ancora più urgente dopo un’inchiesta della procura di Milano, chiusa da qualche settimana, che ha portato al commissariamento per caporalato di Uber Italy srl, la filiale italiana del gruppo americano. Secondo tale inchiesta i riders venivano pagati anche 2 euro a consegna a prescindere dalla distanza percorsa. Oltre ad essere, a detta dei protestanti "derubati delle mance che i clienti lasciavano spontaneamente" sull’app e essere "puniti in modo arbitrario".

L'importanza del delivery in questo periodo

La protesta giunge in un periodo più che mai complicato per il settore ristorativo che, in tutte le zone rosse e arancione, si vede togliere la possibilità di somministrare cibo e bevande all'interno del locale. L'unico modo per rimanere aperti in questo momento è proprio sviluppare e mantenere il servizio d'asporto e, soprattutto, di delivery che evita alle persone di uscire di casa. È quindi un servizio essenziale. 

Tuttavia l'emergenza colpisce anche duramente i riders, non tutelati, in caso di contagio in un periodo in cui sono maggiormente a rischio. 

L'appello alla solidarietà dei riders

A differenza della scorsa primavera, i riders si proclamano "in stato di agitazione permanente" e chiedono di non ordinare nulla dalle app in questi giorni in segno di solidarietà.

L'appello arriva anche attarverso le pagine social. Sulla pagina Facebook di Deliverance Milano il 3 novembre si legge: "...Proprio oggi infatti partiva il nuovo contratto che imponeva condizioni peggiorative per tutti i lavoratori, mantenendo il cottimo e abbassando le tariffe di tutti: Ubereats su tutti, 1,99€ a consegna con lavoratori in turno tutto il giorno che guadagnano poco o niente; Deliveroo che ha abbassato le paghe e tolto i turni, spingendo i fattorini a restare online ore ed ore senza guadagnare nulla; Glovo che ha portato la paga base da 2€ ad 1,30 con la parte variabile per km che è passata da 0,63 a 0,50; ed infine JustEat che ha allungato le tratte e diminuito la paga minima, portata sotto i 6€."

In un post più recente, l'appello: "Chiediamo a tutti i clienti di non ordinare, ai cittadini di non usare il servizio di consegne a domicilio e fino a lunedi di non consegnare per supportare la nostra protesta.
Invitiamo tutti i rider delle altre città e i clienti a fare lo stesso. Le piattaforme come Glovo, Deliveroo, Ubereats e Just Eat, ci sfruttano, ci lasciano senza diritti, ci trattano come schiavi. Pensano di poter giocare con le nostre vite, mentre qualche ricco fondo d'investimento estero investe su di loro. Noi diciamo basta ai ricatti e basta alle paghe da fame. La città è la nostra fabbrica e noi la blocchiamo. La metropoli è il nostro magazzino e noi la picchettiamo.
Sciopero metropolitano, sciopero contro la gig economy. Scioperiamo i falsi contratti, scioperiamo le paghe a cottimo e questo modello di business tossico. Responsabilità e rischi di impresa non vengano scaricati ancora sui noi lavoratori. Se siamo lavoratori essenziali, essenziali sono i nostri diritti."

Photo Credits pagina Facebook di Deliverance Milano

 

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scritto da:

Irene De Luca

Agenda, taccuino, registratore e macchina fotografica. Attenta alle nuove tendenze ma pur sempre “old school inside", vago alla ricerca di ispirazioni, di colori, di profumi nuovi per raccontare una Milano che poi tanto grigia non è.

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