Non è solo bella, ma ci è anche passata la storia. Il mio pranzo in una trattoria storica veneziana per eccellenza

Pubblicato il 6 aprile 2023

Non è solo bella, ma ci è anche passata la storia. Il mio pranzo in una trattoria storica veneziana per eccellenza

È sempre un’emozione quando prendi un appuntamento con la storia. È quel qualcosa che ti vibra dentro, che ti fa sentire un piccolo tassello di un mosaico gigantesco, una sua piccolissima parte ma comunque essenziale. La storia in questione oggi si chiama Poste Vecie, uno dei ristoranti più antichi, oltre che conosciuti, di Venezia. Una trattoria che, come si può intuire, sorge tra i muri dell’antico ufficio postale della Serenissima, a pochi passi dal Ponte di Rialto e adiacente allo storico mercato del pesce. Un piccolo e grazioso ponte di legno, adornato di piante e con l’insegna del ristorante che ne delimita l’ingresso: come lo passi ti trovi subito all’interno del locale. Vengo fatto accomodare nella bellissima sala dei vizi capitali, con i dipinti del Cherubini sulla parte superiore delle pareti. Ma non solo: al centro della sala c’è un caminetto antico decorato da una scena mitologica, c’è il tavolo rotondo dove si sedeva Casanova e sui muri sono incorniciate diversi documenti che risalgono fino al Cinquecento, dazi doganali e lettere che testimoniano l’antica funzione postale.


E mentre il gentilissimo cameriere mi versa un calice di vino di benvenuto, proveniente dalla vicina isola di Sant’Erasmo, mi delizia con qualche aneddoto sulla storia di Poste Vecie. Quello che mi colpisce di più, tra le tante chicche, è che l’antico proprietario, nell’Ottocento, siccome s’impegnava a mantenere pulite le zone limitrofe del locale, ottenne dalla città di Venezia il permesso di poter esporre un’insegna con la dicitura di “ristorante”. So che Poste Vecie è un posto dove si mangia tradizionale, ma che sa anche concedersi qualche variazione sul tema, con soluzioni più gourmet e con tecniche di cottura più moderne. In questo senso dunque scelgo un menù misto, tra classico e innovazione.


Ma un attimo ancora, perchè sono ancora più fortunato: siamo in periodo di moeche (sai, i granchi pescati in quel piccolo intervallo di tempo in cui si “rifanno” la corazza, e che quindi vanno fritti e che si mangiano tutti interi), e allora approfitto subito di mangiarne una, accompagnata con salicornia e altre verdure fritte. La frittura è perfetta, la moeca è croccante e morbida allo stesso tempo.


Ma anche con il resto dell’antipasto vado sul sicuro: un misto di cicchetti veneziani adagiati scenograficamente su un piatto apposito. Sarde in saor, baccalà mantecato, schie, granseola, moscardino e cicale di mare… Non manca proprio niente. Ma quello che, se possibile, mi colpisce ancora di più è il calice di accompagnamento. Un Verduzzo Bardi, di carattere, dolce ma anche sapido, quasi liquoroso, semplicemente strepitoso. Mentre aspetto il primo, mi accorgo che tra questi muri non arriva la rete internet. Potrei chiedere il codice del wi-fi, ma dopotutto penso che sia meglio così. L’atmosfera, la sala, la tranquillità e tutti questi sapori non hanno bisogno di internet per essere goduti, e allora rimango semplicemente a guardarmi intorno.


La portata successiva è invece decisamente più contemporanea. Spaghetti con scampi, fondo di crostacei, zest di limone e soprattutto caviale. Un piatto delicato, ma con una nota di decisione data proprio dal caviale. Vino d’accompagnamento, Herzù: un riesling dalle Langhe con forti note floreali.


Di una cosa ero certo quando sono entrato da Poste Vecie, cioè che volevo assaggiare il bisato sull’ara, il piatto forte della trattoria. Il “bisato” non è altro che l’anguilla, che tradizionalmente veniva cotta sull’ara, la fornace dove veniva prodotto il vetro. L’anguilla veniva lì adagiata per tutta la notte, per una cottura molto lenta. Quella che sto per mangiare ovviamente non è più cotta sulle fornaci, ma il processo di cottura di Poste Vecie a bassa temperatura richiama volutamente questa tradizione veneziana.

Ma ho ancora di che stupirmi: il bisato, accompagnato da un ottimo Valpolicella, è servito con spuma di patate e con una riduzione dello stesso Valpolicella. Quindi il triangolo che si crea tra la carne grassa, la più salata spuma e la dolcissima riduzione stupisce per originalità ed estro.


Chiudo poi con un dolce: morbido di cioccolato bianco con cacao amaro del Madagascar, crumble di sbrisolona, frutti rossi e limone candito, accompagnato da un vino dolce da dessert liquoroso e agrumato, cantina Italo Cescon.

Cibo e vino superbi, location da urlo sia per bellezza che per sostanza, un posto perfetto per portarci qualcuno di speciale, e che altro? Tanta passione, un servizio competente, raffinato e preparatissimo, senza essere invasivo ma che ha anche tanto da raccontarti. Un’esperienza a trecentosessanta gradi, e che per un attimo ti fa sentire una piccola parte di una storia gloriosa come quella di Venezia.


Antica Trattoria Poste Vecie
San Polo, 1608 - Venezia
041721822

  • RECENSIONE
  • CENA BLOGGER
  • TRATTORIA

scritto da:

Damiano Fantuz

Amo la musica alternativa e trovo che negli anni Ottanta tutto fosse più bello. E amo Venezia e le sue osterie. Forse quello che mi piacerebbe di più sarebbe frequentare quelle stesse osterie, ma negli anni Ottanta

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