Nei cocktail dello Skyline Rooftop Bar ho ritrovato i colori di Venezia

Pubblicato il 11 ottobre 2019

Nei cocktail dello Skyline Rooftop Bar ho ritrovato i colori di Venezia

Mettere nella stessa frase cocktail bar e skyline rimanda immediatamente a grandi metropoli, grattacieli avveniristici e club superesclusivi. Questa volta però, se anche tu come me ami il beverage di qualità e la mixology, sappi che puoi trovare un luogo in cui assaggiare ottimi cocktail e conoscere le ultime tendenze in fatto di miscele senza andare troppo lontano. Sono infatti a Venezia e il bar di cui ti parlo è lo Skyline Rooftop Bar.


Si trova all’ultimo piano dell’Hilton Molino Stucky Venice, pluripremiato e riconosciuto tra i migliori hotel a livello internazionale. Ospitato all’interno di un ex molino di fine Ottocento, nell’isola della Giudecca, nel contesto dell’ospitalità della città lagunare si distingue per essere l’hotel più grande e quello con la più alta piscina panoramica. Tra i sette spazi dedicati alla ristorazione, sono stata allo Skyline Rooftop Bar, appunto, per assaggiare il nuovo menu, creato da Gabriele Cusimano, Skyline Bar Manager. 


Rispetto al menu precedente, che raccontava la Venezia dei sestieri in 28 cocktail, le nuove creazioni – 21- sono frutto di un’ispirazione che Gabriele ha tratto dai colori della città, in particolare dai suoi tramonti. Ed i colori sono il punto di partenza prima ancora che nella scelta degli ingredienti, già nella forma del menu, una tavolozza (un vero e proprio capolavoro di legatoria) nella quale sono elencati i vari cocktail e in cui si segue una precisa scala cromatica che dall’azzurro arriva al verde, passando per il giallo acceso ed il rosso deciso.


Sfogliando le pagine, emerge una decisa creatività non solo nella scelta degli accostamenti che definiscono proposte che sono un vero viaggio gastronomico internazionale, ma anche nella curatissima impaginazione, pensata sia per chi è esperto di mixology, sia per chi si accosta da neofita al mondo dei cocktail. Per ogni creazione originale sono indicati gli ingredienti, la caratteristica dominante, ripresa anche da nomi decisamente evocativi, ed una utilissima scheda con indicazioni sul grado di dolcezza, asprezza e livello alcolico.  
Tra i 21 nuovi cocktail del Signature Menu ne ho assaggiati due. Il primo è stato il Puff Ale, una rilettura del classico Americano qui reso più avvolgente e morbido, ma con una piacevolissima virata finale verso l’amaro grazie ad una perfetta miscela di Punt e Mes, birra Leffe Rouge, bitter al cioccolato e angostura.


Ispirata dai tramonti veneziani – a proposito: il periodo migliore per godere della vista e dei cocktail dello Skyline è l’estate, quando i tramonti accendono il panorama e non c’è niente di meglio se non stare a bordo piscina a chiacchierare ed ascoltare musica, visto che qui periodicamente trovano spazio anche dj-set e concerti – ho poi ordinato un Red Sky.


Campari e Cointreau aprono la scena donando note più calde, ma sono poi il succo di pompelmo, quello di limone e la vodka al mandarino a rubare la scena, chiudendo ogni sorso con un fresco richiamo al successivo. Se 21 nuovi cocktail non fossero sufficienti, c’è anche una Drink List di classici, che comprende spritz, bollicine, vini bianchi, rossi, rosè e superalcolici ed una serie di spuntini e assaggi gourmet. Chiacchierando con Gabriele del modo in cui si riesce a tradurre un’idea in una miscela perfetta, e soprattutto – particolare da non sottovalutare – di come si sceglie il nome di un cocktail, ho concluso che una visita sola allo Skyline non è sufficiente: dalla lista, ho adocchiato infatti il Lily Rose, raffinato omaggio alla figlia di Johnny Depp, ospite dell’hotel nel corso dell’ultima mostra del cinema. Un buon punto di partenza per la prossima visita.


Lo Skyline Rooftop Bar è aperto tutti i giorni, sia agli ospiti dell’hotel sia agli esterni: da aprile a ottobre dalle 12 all’1 e da novembre a marzo dalle 16 a mezzanotte.

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scritto da:

Caterina Vianello

Un Master in storia e cultura dell'alimentazione, la passione per la scrittura e per la gastronomia. Cerco di coniugare tutto con abbuffate di parole e forchettate qua e là, tra ristoranti, osterie, bacari e pasticcerie

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