“Il mio ramen vi conquisterà” Akira Yoshida e la sua missione: portare in tavola i veri sapori della cucina giapponese

Pubblicato il 20 gennaio 2017

“Il mio ramen vi conquisterà” Akira Yoshida e la sua missione: portare in tavola i veri sapori della cucina giapponese

Ex calciatore professionista, motivo che l’ha spinto a trasferirsi in Italia, oggi Akira fa il procuratore di calciatori, il consulente di moda, ed è patron dell’elegantissimo e omonimo Ramen Bar su via Ostiense

E’ proprio vero che quando si ha tanta motivazione i sogni si realizzano sempre. Akira Yoshida è riuscito a realizzare i suoi, anche se dopo tante difficoltà. Due le sue grandi passioni: il calcio e la cucina tradizionale giapponese, quella vera, che viene servita ogni giorno a tavola nelle case di ogni città e paese del Sol Levante. Lo incontriamo Akira nel suo bellissimo locale, che porta il suo nome, Akira Ramen Bar, un ristorante che –siamo sicuri -sicuramente riscriverà il concetto di cucina giapponese, almeno per quanto riguarda la Capitale. Arrivato in Italia tredici anni fa per giocare a calcio come professionista nel Chieti, in serie C, Akira ha poi dedicato la sua carriera al calcio a 5 ed in seguito è diventato (ed è tuttora) procuratore di calcio e consulente per numerose aziende di moda giapponesi. Solo dopo ha intrapreso – con grande successo – la carriera nel mondo della ristorazione. Ci racconti un po’ come è iniziata la tua avventura in Italia?Io arrivai in Italia che avevo 17 anni, ero un giovane calciatore e mi avviavo al professionismo. Mi ingaggiò all’epoca una squadra di serie C, il Chieti, ma il mio procuratore non aveva studiato bene il regolamento sui giocatori extracomunitari ed in pratica mi ritrovai che non potevo giocare da nessuna parte. Lui se ne andò lasciandomi solo al mio destino, ed io ho avuto la forza di ricominciare tutto daccapo. Continuai a giocare a calcio anche i serie minori, poi a calcio a 5 dove sono arrivato in nazionale giapponese, e poi iniziai io stesso il mestiere di procuratore. Oggi nel mio locale faccio lavorare tutti giovani calciatori giapponesi che io seguo, in attesa che arrivi loro un ingaggio, per non lasciarli soli e non fargli capitare quello che è successo a me”.

Oltre al calcio, però, ti sei dato da fare anche in altri settori, come l’alta moda. Invece come è arrivata l’idea di entrare nel mondo della ristorazione? “E’ successo tutto per caso. Alcuni miei amici giapponesi, già proprietari in Giappone di ristoranti, mi hanno proposto di aprire in società con loro un locale qui a Roma, affidandone a me la gestione. Io all’inizio ero un po’ preoccupato e perplesso perché non sapevo nulla del mondo della ristorazione. Io mi ero fino ad allora sempre occupato solo di calcio e moda. Ma poi decisi di sì, e aprii questo Ramen Bar, con l’obiettivo di fare conoscere agli italiani la vera cultura del cibo giapponese, che non è soltanto sushi e sashimi.”

Infatti voi nel menù avete inserito una serie di piatti che spaziano dal cibo di strada giapponese, ad alcune specialità “casalinghe” tradizionali. Di sushi nemmeno l’ombra. “Proprio così, in Giappone esistono ristoranti di tutti i tipi: alcuni che fanno solo ramen, altri che fanno solo dolci e cibo da strada. E poi ci sono i veri piatti della tradizione, quelli che ogni giorno vengono cucinati e serviti nelle case di tutto il Giappone, compresi alcuni piatti stagionali, come ad esempio il Kuri Gohan, il riso alle castagne, che è un piatto tipico della stagione autunnale. Ho pensato che servire soltanto ramen non fosse sufficiente per fare capire la bontà e la cultura di questa cucina, che è ricchissima e variegata e quindi ho voluto inserire in menù tante specialità diverse, che però variano di mese in mese, a seconda dei prodotti tipici di ogni stagione: verdure, frutta, legumi.”

Tornando, comunque, al “piatto forte” della casa, che tipo di ramen si può degustare da Akira, e quante varianti ci sono in menù?  “Il ramen che noi serviamo qui è lo Iekei, fatto con una metodologia di cottura lentissima. Pensa che servono 10 ore soltanto per preparare il brodo, che cuoce a fiamma lentissima per catturare tutte le proprietà organolettiche della carne di pollo e di maiale. Nel menù abbiamo quattro varianti e sono rispettivamente il White Shio Tonkotsu, bianco e leggero al sale, il Black Shoyu Tonkotsu, alla salsa di soia ed infine il Red Spicy Tonkotsu, piccante con peperoncino, il mio preferito, ed infine una versione vegetariana molto apprezzata dai clienti . E poi c’è la pasta, che facciamo noi in casa, utilizzando farine italiane. Per renderla compatta e adatta alla cottura prolungata nel brodo utilizziamo una speciale macchina a pressione giapponese.”

Non solo cena e pranzo, qui da Akira si prepara un aperitivo molto particolare, il Sakeritivo. Ce ne parli un po’? “Noi abbiamo deciso da questa stagione di fare un aperitivo con cocktail e drink a base di sakè preparati per l’occasione da abbinare ad alcuni assaggini di finger food che verranno serviti per l’occasione. Per ora lo organizziamo come evento una volta a settimana, il venerdì, ma dalla primavera contiamo di organizzarlo tutti i giorni. A proposito di sakè, qui organizziamo saltuariamente anche delle degustazioni di sakè abbinato a piatti e cibi particolari.”

Ecco, a proposito di eventi, qui organizzate anche dei workshops di cucina giapponese. “Vero, una volta al mese, la domenica mattina, i nostri cuochi insegnano al pubblico tutti i segreti della preparazione del ramen e di altre specialità della cucina giapponese. Sono corsi che hanno ottenuto un enorme successo di pubblico (a gennaio siamo già completi con le iscrizioni). E poi ha destato l’attenzione dell’Istituto di Cultura Giapponese in Italia che ha deciso di patrocinare il prossimo evento.”
Un riconoscimento prestigiosissimo, aggiungiamo, conoscendo la serietà e la passione del popolo giapponese per il culto delle proprie tradizioni.
 
Iscriviti alla Newsletter di 2night

  • APERITIVO
  • CENA
  • EAT&DRINK

scritto da:

Lorenzo Coletta

Romano, giornalista, dopo una prima esperienza di giornalismo radiofonico con l'agenzia Econews, ha cominciato ad appassionarsi al grande mondo dell'enogastronomia. Ha contribuito nel 2014 alla redazione della Guida dei Ristoranti di Roma di Puntarella Rossa edita da Newton Compton.

IN QUESTO ARTICOLO
POTREBBE INTERESSARTI:

Bandiere Blu 2025: elette le più belle spiagge d'Italia per un'estate da sogno

Sul podio Liguria, Puglia, Calabria. 15 nuovi ingressi e 5 fuori.

LEGGI.
×