Il cucininostrano

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Quando a Molfetta si mangia qualcosa che si percepisce come buono, ma che prima non si conosceva, si allontana la posata dalla bocca con l'esclamazione "Buono! ...sape èmòre!", che nel dialetto locale sta letteralmente per "sa di amore", ovvero: "è gustoso, saporito!".
E' da questo che il Sapemore tra ispirazione per il suo nome, seguito dal payoff "il cucininostrano", con la contrazione di cucinino, strano, e nostrano.

La gastronomia
Votato ai principi del green food, il Sapemore è sinonimo di attenzione al gusto e sopratutto agli ingredienti. Il posto ideale per provare piatti genuini in un mix di cucina tipica locale e greca, con antipasti, insalatone, primi e secondi piatti studiati anche per vegani e vegetariani, dolci artigianali.
Data la vicinanza del locale al mercato, qui il menù è in continuo aggiornamento e segue quel che si acquista a mattina. Il pesce è sempre freschissimo, i prodotti rigorosamente a chilometro zero, la pasta è quella fresca lontana dalle lavorazioni industriali.
Sapemore predilige fare da sè quanto può fare: comprarsi il pesce dal mercato ittico a due passi, prepararsi lo tzatziki, ma anche il pesto, la maionese e il ketchup, così come i buoni dolci e biscottini. Gli amici vegani qui possono assaporare anche un buon hamburger di ceci e verdure.

Il cucinino
Non è una "cucina", ma un "cucinino", un vezzeggiativo che rende l'idea dell'attenzione amorosa data alle piccole cose.
Questo locale non è enorme. Nonostante i suoi tre ambienti, più un quarto in una bella atmosfera all'aperto, il Sapemore concentra forze e rivolge attenzioni ad un numero relativamente piccolo di tavoli, assicurandosi in questo modo di non venir mai meno alla sua fede, che vuole: cura della proposta enogastronomica, freschezza dei prodotti, e un rapporto stretto col cliente.
La zona di ingresso è dominata dal bancone ricco di bottiglie di ogni tipo, tra vini, birre artigianali, liquori e distillati. Tutt'attorno mensole e sgabelli alti forniscono un punto di sosta per intrattenersi tra amici a chiacchierare con un calice in mano, o per un pranzo rapido.
L'ambiente successivo vede pochi tavoli e fa da preludio alla sala successiva, dove c'è la cucina a vista che permette di vedere gli chef all'opera, e dove si repira un'aria da borgo del sud in festa, con le luminarie, le veneziane colorate alle finestre

Strano e nostrano
Sapemore nasce a Molfetta, nel Sud Italia, in quel Meridione che sa di Mediterraneo e che sa di Magna Grecia. Non è un caso se con naturalezza mescola la miglior tradizione gastronomica molfettese e pugliese con quella greca. Questa affezione alle proprie origini e al senso di "nostrano" si mescola allo "strano", ma in senso positivo, cioè quello strano che è novità, che è particolarità, come l'intero arredamento selfmade realizzato a mano dai gestori con materiale di riciclo, o come le pareti del locale: zeppe di quadri e quadretti con i più disparati riferimenti culturali: dal mondo del fumetto col Dylan Dog disegnato da Angelo Stano a quello agiografico con l'icona bizantina di San Nicola, dall'arte pugliese come il barocco leccese ai manifesti di concerti o di storici film come 81/2 di Fellini e Vertigo di Hitchcock. 

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