​I posti dove andavamo a ballare nei primi anni 2000 a Milano

Pubblicato il 12 gennaio 2025

​I posti dove andavamo a ballare nei primi anni 2000 a Milano

Il rischio che scena una lacrimccia è reale: ecco i club dove si torna giovani #Amarcord

Poco più che diciottenni, con il futuro in tasca e quella sensazione di poter spaccare il mondo. Una ventata così forte di amarcord che manco al circolo polare artico. Iniziamo un piccolo grande viaggio nel tempo, tornando agli inizi degli anni 2000, quando la maggiore preoccupazione della vita era dove andare a ballare il sabato sera. Gli ultimi anni di liceo e i primi di università. Roba da lacrime agli occhi. Cercherò, quindi, di non cedere all’ondata emotiva, mantenendo un barlume di lucidità. , mica facile. Quante serata al “Propa”, che poi dopo si chiamava Limelight. O forse prima? Un attimo, ora mi metto con calma e si fa un po’ di chiarezza tra le linee della memoria. L’intento è quello di ricordare le discoteche dove si andava a ballare all’inizio del millennio a Milano. Eh sì, quando il mondo era un posto migliore per vivere. Oppure, semplicemente, eravamo noi ad essere più giovani e a vederlo così. Basta, piango!

Per veri rockettari: Rolling Stone

I partirei da qui. Scelta personalissima, questione di gusti. Ma il Rolling Stone, la discoteca rock di Milano per antonomasia, se ne stava in corso XXII Marzo, nel posto che fu del Cinema Ambrosiano. Apriva nel 1979, prima era lo Studio 54, ma io non lo ricordo. Poi dal 1981, splendida annata, diventa Rolling Stone. Un tributo al rock, con artisti di fama mondiale che si sono esibiti proprio qui, come Lou Reed, Iggy Pop, The Ramones, Iron Maiden ma anche gli Oasis. Una tappa davvero imprescindibile per chi ama il rock. Ha chiuso definitivamente nel 2009 per fare posto a un nuovo condominio. Intramontabilmente stay rock!

Per la “vista mare”: Cafè Solaire

Chi oggi viaggia verso i quaranta si ricorderà che poco più che ventenne andava alla grande l’Idroscalo. Sembrava il centro del mondo, dove tutto accadeva. Concerti all’aperto d’estate, sport, locali. C’è chi è convinto di aver fatto le vacanze al mare standosene sulla riva del lago artificiale. Ecco che allora il Cafè Solaire era l’emblema di quel tempi, del mare dei milanesi. Oggi la struttura è abbaondonata al degrado, ma a noi piace ricordarla come il centro pulsante delle nottate all’aperto, dove immancabilmente a fine serata qualcuno finiva in una delle vasche della piscina. Ha chiuso nel 2010 ma c’è chi continua ad attendere che riapra, fottendosene del tempo che ci invecchia.

Per incontrare calciatori e veline: Hollywood

Forse è la discoteca più famosa e chiacchierata di Milano degli ultimi decenni. Hollywood apriva nei primi anni Settanta, ma raggiunge l’apice intorno al Duemila con le frequentazioni di calciatori e veline varie, che occupavano il privè ballando all night long. Nel cuore di Corso Como, ha contribuito a far vivere alla grande la movida nel sui periodo d’oro. Riuscire ad entrare all’Hollywood era un po’ come una piccola conquista del sabato sera e, in quegli anni, ci si sentiva così un po’ famosi per una notte. La discoteca è ancora aperta ma la musica è cambiata. 
Hollywood Rythmoteque Milano - Corso Como 15, Milano - tel. 327164 8497

Per ballare sul tavolo: Loolapaloosa

Restiamo in Corso Como perché ricordo che prima di spostarsi in qualche discoteca si faceva una tappa, solitamente piuttosto lunga, al Loolapaloosa. Attenzione il locale è ancora aperto, una buona notizia per i nostalgici che vogliono continuare a rivivere i fasti dei tempi d’oro. La caratteristica principale da queste parti è che si può ballare sui tavoli ma anche sul bancone o sulle sedie, senza correre il rischio di essere espulsi malamente. Era il punto di partenza, il locale dove si iniziava la serata, per entrare nel mood del weekend. Ed era sempre una buona idea.
Loolapaloosa - Corso Como 15, Milano - tel. 3756520446

Per i più trasgressivi: Plastic

Sul Plastic si potrebbero scrivere fiumi di parole, senza far arrabbiare i Jalisse che tanto non sentiremo neanche quest’anno a Sanremo. Oggi il Plastic c’è ancora, in via Gargano. Ma non prendiamoci in giro, non è quello che c’era una volta. Il locale che manca a tutti i frequentatori più arditi e international della notte, il più conosciuto nel mondo è sicuramente quello di viale Umbria al civico 120. Non era solo una discoteca, era il “place to be” della notte meneghina, dove si intercettavano le nuove tendenze, dove si respirava un’aria molto newyorchese, con tanto di selezione all’ingresso per entrare nel club. Per dare una spolverata alla memoria, qui sono passati mostri sacri come Madonna, Elton John, Andy Warhol, Freddie Mercury e pure Prince. Nel 2012 ha chiuso definitivamente per poi riaprire nella nuova sede. Ma è un’altra storia.
Plastic - via Gargano 15, Milano

Per gli eterni Peter Pan: Nepentha

In pieno centro, siamo in piazza Diaz, di fianco al Duomo, il Nepentha è da sempre un punto di riferimento per chi vuole divertirsi e ballare senza pensieri, praticamente da oltre 40 anni. Ha messo in pista diverse generazioni di milanesi, con i suoi punti di forza e qualche debolezza. La location sembra non essere cambiata nel corso degli anni - e per chi non si vuole arrendere all’incedere del tempo può anche essere un vantaggio -, pista non certo immensa e tavoli intorno. Non si paga per entrare, se si supera la mitica selezione all’ingresso. E qui si torna alle vecchie storie di chi conosce il buttafuori, di chi ti mette in lista, di chi ti fa entrare perché conosce l’amico dell’amico. Solite dinamiche da club, un punto di riferimento comunque per chi vuole sempre ballare.
Nepentha - piazza Diaz 1, Milano - tel. 3336530261

Per iniziare la serata con l’aperitivo: Old Fashion

Ci andavo ai tempi dell’università e la serata iniziava dall’aperitivo, mi sembra fosse la domenica sera, ma non ci giurerei. L’Old Fashion, dopo diversi tentativi per resistere al tempo che passa, ha chiuso definitivamente i battenti nel 2023. Ma ogni volta che passo di fianco alla Triennale, o passeggio nel parco Sempione, non posso non ricordare le tante serate all’insegna della spensierata giovinezza celebrate di fronte alla pista esterna, quella estiva, che faceva coppia con la parte al chiuso per muoversi in tutte le stagioni. Agli inizi del Duemila forse aveva toccato proprio il suo massimo splendore, dall’eco molto internazionale. Oppure sono io che ero negli anni d’oro e mi piace ricordarmelo così. #Amarcord

Per gli amanti dell’underground: Rainbow

Altro locale storico se si parla dei club milanesi che farà scattare il ricordo, con tanto di lacrimuccia annessa, a chi apprezzava la cultura underground milanese. Stiamo parlando del Rainbow, che negli anni ’80 si chiamava Odissei 2001, meta prediletta per punkettari e, in generale, per tutti gli amanti di generi alternativi, bandita la musica commerciale. Ha chiuso definitivamente nel 2009.

Per i più pettinati: Shocking

Lo Schocking stava sotto l’attuale Eataly, nell’edificio del teatro Smeraldo. Senza ombra di dubbio uno dei locali cult degli anni Novanta e Duemila, era frequentato da giovani rampolli della Milano bene, atmosfera pettinata e vagamente chicchettosa. Pieno di modelle, passare una nottata qui non era solo una questione di moda ma una di quelle cose che andavano fatte a prescindere. Ci si sentiva importanti anche solo per aver superato la selezione all’ingresso. Ha ospitato per tanti anni i party Fidelio, durante la settimana. Un club dove ci si divertiva ma nella giusta misura, per trovare gli eccessi occorreva andare altrove. Qui si stava sempre bene. Tempi d’oro. Nel 2021 ha chiuso in maniera definitiva. Ma per noi resterà sempre aperto.

Foto di copertina dalla pagina Fb di Old Fashion.

  • TRIBÙ DELLA NOTTE

scritto da:

Fabrizio Arnhold

Il trucco per un buon aperitivo o una cena perfetta? Scegliere il posto giusto. Vi racconterò i miei locali preferiti, ma sempre con spirito critico, senza mai dimenticare che a Milano c’è tutto quello di cui si ha bisogno. Basta saper scegliere.

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