Passione e Sapere brassicolo: Andrea e Gianmaria di Duri Ai Banchi a Mestre

Pubblicato il 4 aprile 2018

Passione e Sapere brassicolo: Andrea e Gianmaria di Duri Ai Banchi a Mestre

Non ce ne sono molti di posti in cui quasi tutti quelli che varcano la soglia vengono salutati per nome dai gestori. Alla Birroteca Duri ai Banchi però funziona così, e la prima impressione che ho è che dovrebbe sempre funzionare così, anche altrove. Andrea e Gianmaria hanno aperto questa birroteca indipendente alla Cipressina un anno e mezzo fa, non avevano esperienza di gestione di locali prima, ma avevano una grande passione per la birra e l’idea precisa del posto che volevano realizzare. Hanno dimostrato in pochissimo tempo che questa è l’unica cosa che conta.
 
Io mi addentro timida, Andrea e Gianmaria sono gentili, simpatici e calorosi, ma io avevo promesso che mi sarei fatta iniziare al mondo della birra, ma in questo anno, ancora non ce l’ho fatta. Mi sento una scolara ripetente, ma ci provo lo stesso.
 
Definitemi il mondo della birra con tre aggettivi:
Gianmaria: E’ quasi una setta! Ma è anche un mondo sorprendente, spontaneo e molto socievole.
 


Quali sono le soddisfazioni più grandi che vi dà questo locale?
Andrea: Abbiamo dei clienti che arrivano da tutto il Veneto perché hanno sentito parlare di noi e delle birre che a rotazione teniamo alla spina e in frigo. Tra gli appassionati c’è molta curiosità e attenzione verso alcuni stili particolari e una stimolante ricerca di novità o di etichette cult.    
Spassoso e molto costruttivo è anche il confronto tra “addetti ai lavori”, che siano questi homebrewer, sommelier, birrai o gestori di locali: cosa c’è di più bello che sbevazzare qui da noi o al bancone di altri?! Capita spesso di condividere un assaggio anche con chi è al banco, sia per uno scambio di pareri o semplicemente per il piacere di un brindisi. 
 
Gianmaria: Ci sono pure dei clienti che ci mandano messaggi su Whatsapp per chiederci quando ci arriva quella birra che avevano bevuto qui e gli era tanto piaciuta. È divertente perché ci vedono come compagni di avventure e di bevute!
 
[i]Nel frattempo entra Sebastiano Andrey, mestrino, due volte Campione d’Italia come homebrewer che l’anno scorso è andato a produrre la sua birra al celeberrimo birrificio Baladin di Teo Musso. Ne approfittiamo per parlare tutti insieme di chi, come me, non beve birra [n.d.r. nel dirlo cerco di nascondermi per evitare gli sguardi di sdegno negli occhi dei miei interlocutori…][/i]
 


Ma se io arrivassi qui e vi chiedessi di farmi assaggiare una birra che mi piace, da cosa partireste? Potrei per esempio dirvi quali sono i miei gusti in fatto di vino? Vi aiuterebbe?
Andrea: Probabilmente no. Partiamo sempre da alcune preferenze: una birra dolce invece che amara (ci sono anche le affumicate e le salate!), chiara invece che scura o leggera o forte di grado, fino a trovare la più adatta.
Riguardo a chi non piace la birra, bisogna capire quale gusto non apprezzano, se la parte più maltata dei cereali, l’amaro dei luppoli o il sapore delle spezie. 
Ci sono alcuni stereotipi da tralasciare, e sono per lo più quelli colorimetrici: birra scura uguale birra forte o di difficile bevuta e birra chiara che “non sa di nulla”. Chi ama il vino di solito ci chiede una birra fruttata, e spesso cade in equivoco: la birra dai sentori fruttati non è necessariamente amabile e tantomeno dolce. Il mondo della frutta è molto vasto così come il riconoscimento del profumo e la sensazione di sapore in bocca che può andare da una debole dolcezza di frutta bianca ad un’acerba frutta verde o dalle spiccate sensazioni di frutta rossa, fino all’agrumanto e il tropicale delle amare birre IPA.
Molto richieste e interessanti oggi sono le Fruit Beer, birre prodotte con aggiunta di polpa di frutta, quindi non solo con sentori fruttati dati da luppoli e lieviti. 
 


Birre alla frutta ?
Andrea: Sì, si è appena concluso il“Fruit Beer Festival" organizzato dal The Drunken Duck di Quinto Vicentino, un weekend tutto dedicato alle birre artigianali con la frutta.
Una sera ne ho servito una ad una ragazza che mi aveva chiesto di provare, come te, una birra che potesse piacerle. Alla prima sorsata non era troppo convinta, poi le ho mostrato la bottiglia e l’etichetta tutta colorata, sembrava una bottiglietta di succo di frutta. La birra le è subito piaciuta di più: psicologia del gusto e del marketing!!
 
[i][n.d.r. segnare in taccuino – una birra fruttata non è necessariamente dolce e non riconducibile alle caratteristiche del vino...]
 [/i]
Per farti iniziare, Rossella, ricordando i tuoi gusti, ti proporrei una birra «vinosa», quale una piacevolissima Oud Bruin in stile belga, invecchiata e un po’ acetica, ricca di esteri fruttati che ricordano uvetta, prugne e frutti di bosco, con note maltate di toffee e quasi assente l’amaro dei luppoli [i][stappiamo e assaggio qualcosa...][/i]

Citando altri stili di birra che si riconducono al complesso mondo del vino, abbiamo: le Flemish Red Ale, le varie Wild e Sour Beer che possono essere maturate in botti di legno, le Wood-Aged Beer in botti di rhum o whisky e il Lambic, tipica birra belga di frumento fermentata spontaneamente nella zona di Bruxelles con gradevole o forte acidità che sostituisce l’amaro del luppolo. Sempre più richieste anche le Italian Grape Ale, birre caratterizzate dall’aggiunta di diverse varietà d’uva.

Qual è dunque la vostra birra preferita?
Di nuovo, sulle loro facce, si dipinge un punto interrogativo, io mi faccio sempre più piccola…
Sebastiano Andrey, l’homebrewer, mi spiega con pazienza: nel mondo di chi ama la birra c’è molta voglia di sperimentare gusti nuovi, non è come per il vino che è nel nostro dna, entriamo in un’enoteca e sappiamo già cosa vogliamo bere. Quando si entra in una birroteca si vuole rimanere stupiti!
  


Ma si può dire che ci sia un cliente ideale? Preferite quello che sa già tutto o quello che viene qui ad imparare?
Andrea: Il nostro cliente ideale è quello che ha la pazienza di provare e assaggiare tutto, perché chi sa, in realtà non può mai conoscere tutto. Il mondo della birra è vastissimo, in particolare quello della birra artigianale, che come la musica rock è sempre in continua evoluzione, vive di miti e nuove proposte.
 
Sentite, con questo profumino mi è venuta fame. Cosa proponete da accompagnare alle birre?
Gianmaria: Da un po’ facciamo i panpizza, delle tasche di pane della pizza che farciamo con vari ingredienti come il pulled pork o con il manzo speziato pastrami oppure con il tomino avvolto nella pancetta affumicata o in versione vegetariana. Proponiamo anche panpizza“stagionali” come quello con il lardo, il formaggio di Lagundo, la confettura di fichi e il radicchio di Treviso o quelli “speciali” come in occasione della Festa di San Patrizio, riempito con salmone affumicato su letto di verze e porri, formaggio caprino più glassa di aceto balsamico, ovviamente da abbinare ad una Stout o a una Irish Red Ale.
 
Ma questo mondo vi lascia anche del tempo libero?
Andrea: Certo! Per lavoro e divertimento è affascinante il turismo brassicolo, che tra cultura e paesaggio ti porta a conoscere locali e birrifici sparsi ovunque: siamo appena stati a Bruxelles a visitare Brasserie de la Senne e tappa obbligata il mitico Brasserie Cantillon, luogo di culto del Lambic. Ad Aprile saremo a Roma per il “FrankenBierFest”, festival della birra artigianale della Franconia. Mai mollare il proprio bicchiere!   

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  • GLI ADDETTI AI LAVORI

scritto da:

Rossella Neri

Filologa, ma sto tentando di smettere con una terapia d'urto a base di ristoranti. Per passione cucino, scrivo ricette, (in)seguo gli chef e cerco ristoranti capaci di tenere testa alla mia indole ipercritica da signorina Rottermeier.

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