​Dalla Sardegna tre formaggi diventano nuovi Presìdi Slow Food

Pubblicato il 13 novembre 2020

​Dalla Sardegna tre formaggi diventano nuovi Presìdi Slow Food

Perché il latte ovino non è solo Pecorino Romano.

Slow Food scende in campo per valorizzare il latte ovino sardo e la produzione casearia autoctona. Si, perché, in Sardegna, dove vivono un milione e mezzo di persone, vengono allevati circa tre milioni di pecore. Un numero di capi che garantisce il 70% del totale del latte ovino prodotto in Italia. Gran parte - oltre il 50% - viene lavorato per diventare Pecorino Romano Dop, il cui prezzo di vendita influisce sulla cifra corrisposta agli allevatori per il latte conferito ai caseifici industriali, che lo producono.


Il meccanismo è piuttosto semplice: quando il prezzo del formaggio sale, cresce anche quello del latte. E viceversa. Di questo sistema, e delle sue storture, se n’è parlato spesso all’inizio del 2019, quando molti pastori sardi hanno protestato per il prezzo, sceso ad appena 60 centesimi al litro.


Proprio in quelle settimane Slow Food intensificava la propria attività di ricerca in Sardegna, con l’obiettivo di individuare produzioni artigianali e d’eccellenza, rispettose dell’ambiente e del territorio d’origine, da proteggere e sostenere. In questo modo sono nati tre nuovi Presìdi Slow Food: il pecorino dell’alta Baronia, la fresa di Ittiri e l’axridda di Escalaplano sono supportati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

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