Giapponesi a Milano

Pubblicato il 3 dicembre 2025

Giapponesi a Milano

A Milano la cucina giapponese non è più sinonimo solo di all you can eat e uramaki a nastro. Negli ultimi anni la città si è riempita di indirizzi che lavorano su un’idea diversa di Giappone: niente menù enciclopedici, ma format verticali, pochi coperti, cura maniacale per un piatto, una tecnica, un abbinamento. Dal bancone omakase al locale dedicato solo all’okonomiyaki, fino al bar di obanzai e sakè, l’esperienza è sempre più specifica, autentica e spesso molto intima.
Abbiamo raccolto alcuni dei ristoranti (e izakaya, e sake bar…) giapponesi più “non convenzionali” di Milano, perfetti se vuoi uscire dalla comfort zone del solito sushi e scoprire cosa si mangia davvero nel Sol Levante contemporaneo.

L’Osaka street food sui Navigli


Maido! è il locale che ha portato a Milano l’okonomiyaki, la famosa frittella salata di Osaka cotta sulla piastra e condita con salsa okonomi, maionese giapponese, alghe e scaglie di bonito. In carta ci sono anche takoyaki (polpettine di polpo), onigiri, rice burger con il riso al posto del pane, katsu sando e noodle dishes come udon e yakisoba.
Il nuovo indirizzo sui Navigli, circa 60 mq in legno con piastre a vista e grande vetrata, sembra un piccolo angolo di Giappone pop: riferimenti manga, mascotte kawaii e un mood da izakaya metropolitano rendono il posto perfetto per una cena informale e conviviale.
Perché ci piace: è uno dei pochi posti in città dove l’okonomiyaki è davvero protagonista, con un’atmosfera giocosa che parla a nostalgici degli anime, famiglie e crew di amici.
Via Corsico 1, Navigli. T: 0209976230

La casa del comfort food nipponico


Nata come prima gastronomia giapponese in Italia, Gastronomia Yamamoto è oggi un punto di riferimento per chi cerca la cucina di casa, quella “da teishoku” più che da ristorante formale. L’ambiente è raccolto e curato, con un mood semplice ma colorato, pavimento giallo e tavolini minimal che ricordano le piccole tavole giapponesi di quartiere.
In menu si trovano piatti come gyu don, curry, unadon (anguilla con riso), curry ramen, soba in brodo, verdure stufate e insalate di patate in stile giapponese, oltre a dolci come chiffon cake e mochi. 
Perché ci piace: è il posto giusto quando vuoi sentirti in una “piccola casa giapponese” nel cuore di Milano, tra comfort food, servizio gentile e atmosfera rilassata. 
Via Amedei 5, Missori/Duomo. T: 0236741426

Il robatayaki izakaya in Porta Venezia


Robatakan è uno degli opening giapponesi più freschi in città: un robatayaki izakaya, ovvero un locale centrato sulla griglia robata, dove ingredienti selezionati vengono cotti lentamente sul carbone davanti agli ospiti. 
Il format è quello dell’indirizzo di culto: pochi coperti, percorso pensato dallo chef e grande attenzione alla materia prima. L’idea è portare a Milano un robatayaki autentico, con spiedini alla brace, piatti caldi e freddi in stile izakaya e abbinamenti mirati con sakè e altre etichette giapponesi. Facebook+1
Perché ci piace: è la scelta perfetta se vuoi un’esperienza alla griglia in stile giapponese, lontana anni luce dall’all you can eat e molto più vicina ai locali di Tokyo.
Viale Vittorio Veneto 18, Porta Venezia. T:  3751310225

14 posti al bancone, zero menù


Sushi Matsu Omakase è un micro-ristorante omakase: un unico bancone da 12–14 posti, nessun menù scritto, solo un percorso affidato ai sushi master. L’ambiente è essenziale, in legno chiaro, con i cuochi che lavorano a vista e una ghiacciaia tradizionale “Himuro” a custodire il pesce, dettaglio rarissimo in Europa. 
La cucina è in stile Edomae, rigorosa e pulita, guidata dal patron Taka Matsu insieme agli chef Hirohiko Shimizu e Daigo Wakui. Qui non “ordini sushi”: ti siedi, ti affidi e assisti a un rito scandito da tempi precisi, con una sequenza di nigiri e preparazioni calde che cambia in base alla giornata. Perché ci piace: più che un ristorante è un teatro del sushi – pochissimi posti, attenzione quasi maniacale e quell’idea di “mi affido a te” che è l’essenza dell’omakase. 
Via Alvise Cadamosto 7, zona Buenos Aires / Porta Venezia. T: 0245397128

10 posti, obanzai e sakè


Ate Obanzai Bar è uno di quei luoghi minuscoli in cui ti sembra di finire in Giappone per caso. Il locale conta solo 10 posti, un banco e pochi tavolini, menù scritto a mano e una proposta costruita sui piatti obanzai, le piccole preparazioni casalinghe tipiche di Kyoto. 
In carta arrivano piccoli piatti da condividere, fatti in casa, accompagnati da una selezione di sakè curata (il locale è legato al mondo di Sake-ya). Il nome “Ate” significa “per te” in giapponese, e riassume bene il mood del posto: intimo, caldo, curato quasi come una cena a casa. 
Perché ci piace: è un micro-bar giapponese dove il tempo rallenta: pochi coperti, piattini di stagione e sakè servito da chi lo conosce davvero.
Via Casale 3/A, zona Darsena.

Shokudō contemporaneo e cantina naturale


Bentoteca è il progetto di Yoji Tokuyoshi, chef giapponese con lunga storia in Italia, che qui porta una cucina nipponica di livello con forti contaminazioni mediterranee. La definizione ufficiale è “shokudo e cantina”: si mangiano bento (scatolette di legno con composizioni di piatti), katsusando di pesce spada o lingua di vitello, piatti alla brace e proposte incentrate sull’umami, il tutto accompagnato da una selezione importante di vini, spesso naturali. 
Il locale ha un design riconoscibile: pareti verde scuro, bancone lungo con sgabelli, luci soffuse e un’estetica contemporanea ma calda, spesso citata dalle guide per la cura degli interni. 
Perché ci piace: è il punto di incontro tra bistronomia, Giappone e Milano, perfetto sia per una cena di ricerca sia per chi vuole scoprire i bento in una versione decisamente gourmet.
Via San Calocero 3, zona San Vittore. T:  3408357453

La casa del sakè (e della cucina in pairing)


Più che un ristorante, Sakeya è una “casa del sakè”: ristorante, bar e shop nello stesso spazio, con oltre 150 etichette provenienti da 47 regioni giapponesi. Qui il focus è l’abbinamento tra sakè e cucina giapponese raffinata, firmata dallo chef Masaki Inoguchi: dagli obanzai agli spiedini, fino a piatti come trippa in salsa miso, granchio reale alla griglia, wagyu e altre preparazioni pensate per valorizzare i diversi stili di sakè. 
L’ambiente è scenografico: mattoni a vista, parete di bottiglie, zona bar per l’aperitivo e sala bistrot per la cena. I prezzi sono medio-alti, ma l’esperienza è costruita proprio come un viaggio nel mondo del nihonshu. 
Perché ci piace: è il posto per chi vuole capire davvero il sakè, con un pairing fatto come si deve e una cucina che non è un contorno, ma parte integrante dell’esperienza.
Via Cesare da Sesto 1, zona Darsena. T: 0294387836

Izakaya & ramen power in Isola


Spin-off del minuscolo Casa Ramen, Casa Ramen Super porta in Isola una cucina giapponese contemporanea in formato izakaya. Il cuore resta il ramen – brodi intensi, noodles, versioni classiche e creative – ma qui il menù si allarga con tanti piatti da condividere, katsu sando, proposte alla brace e contaminazioni che guardano anche all’Italia. 
Lo spazio è più grande rispetto al “fratello” storico: sala moderna, tavolo sociale, bancone sulla cucina e un’atmosfera rilassata da izakaya di quartiere. 
Perché ci piace: è l’indirizzo da segnare quando hai voglia di ramen fatto come si deve ma anche di assaggi, piattini e una serata easy in uno dei quartieri più vivi di Milano.
Via Ugo Bassi 26, Isola. T:  0283529210

 

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