Come sentirsi al mare a Bologna senza muoversi troppo da via Indipendenza

Pubblicato il 6 luglio 2025

Come sentirsi al mare a Bologna senza muoversi troppo da via Indipendenza

Ah se Bologna avesse il mare... Quando il caldo arriva in città si boccheggia, ma la fame comunque resta, così come la nostalgia e la voglia di partire. E quindi si è costretti a viaggiare stando fermi.
Eppure basta infilarsi nel locale giusto, ordinare una tartare, un fritto croccante o un piatto di spaghetti e chiudere gli occhi. È lì che accade la magia: le voci si abbassano, l’aria profuma di salsedine e in sottofondo senti i gabbiani (o è solo la playlist lo-fi del cameriere?).
Non importa: funziona.
Questo è un viaggio tra i migliori ristoranti di pesce a Bologna, scelti non per le stelle Michelin (anche se qualcuna c’è), ma per la capacità di teletrasportarti. Da via San Vitale a piazza Malpighi, ogni tappa è una spiaggia diversa: Sicilia, Adriatico, Mediterraneo, Napoli.
Per noi il pesce è solo un pretesto: quello che cerchiamo è un’onda emotiva, una brezza salata nella routine da zona universitaria, un’ora d’aria tra cemento e portici.
Metti il telefono in modalità aereo, ordina un bianco freddo, apri la mente e il palato.
Il mare, a Bologna, è dove meno te lo aspetti.

Fritto misto e pace mentale


Quando ti dicono “è arrivato Bartolini”, pensi a un pacco. Un citofono che suona, una firma sbrigativa, una scatola marrone.
E invece no. A Bologna, Bartolini è anche un posto dove ti siedi sotto un platano gigante e ti portano — senza tracking, senza app — il miglior fritto della città.
Andrea Bartolini, architetto prestato alla cucina (o forse il contrario), ha preso l’anima dell’Osteria del Gran Fritto e l’ha messa in un cortile segreto in piazza Malpighi.
Location che sembra disegnata, ma vissuta. Ferro scuro, legno vero, niente arredamento da copertina: tutto ha una funzione e un racconto. Come i piatti.
Che poi non sono piatti: sono messaggi brevi. Poverazze pulite. Sardoncini croccanti. Passatelli con ragù bianco. Ogni portata arriva senza effetti speciali ma ti lascia addosso la voglia di mordere il mare.
E quel cortile… mamma mia. Un giardino chiuso al traffico, pieno di voci basse, calici alzati, biciclette parcheggiate male. Una specie di sospensione urbana, dove il fritto ti riporta in equilibrio.

Osteria Bartolini
Piazza Malpighi 16, Bologna
Tel. 051262192

Cu mancia fa silenziu


Adelmaro. Già il nome sembra un piatto. O un errore di battesimo, rimasto incastrato tra la costa e l’anagrafe. In realtà era un uomo vero, il primo proprietario di questa trattoria. Oggi non c’è più, ma il nome è rimasto. Sbiadito sull’insegna, vivo nei piatti.
Da Maro è lì dal ’96, incastrato tra le pieghe universitarie di via Broccaindosso. Si entra e cambia la luce: pareti con ceramiche, tavoli di legno, foto del mare che sembrano fatte da chi stava tornando, non partendo.
Gianluca Romano guida la cucina da anni. Figlio d’arte e d’istinto, ha lasciato il menù fluido e testardo. Oggi puoi trovare capesante con puntarelle. Domani magari triglie con crema verde e una margherita vera poggiata sopra. Non per scena. Per affetto.
La Sicilia è ovunque, ma mai forzata.
È nei fiori fritti, nel pistacchio, nel tonno in crosta, nei piatti che sembrano pensati per chi non fotografa ma mangia.
E nella voce dalla cucina che, ogni tanto, ancora sembra chiamarlo:
“Adelmaro! U sucu è prontu!"

Da Maro
Via Broccaindosso 71/B, Bologna
Tel. 051227304

Matrix


«Ma quello… è Keanu Reeves?»
Nel giardino estivo di via Oberdan, tra un sorso di bianco e un piatto di pasta alle sarde, qualcuno lo aveva riconosciuto. Nessun fotografo, nessuna posa da star. Solo lui, seduto composto, aria gentile e sguardo da uomo che ha scelto la pillola giusta molto tempo fa.
Non a caso era finito qui, da Teresina.
Un nome che, a seconda di chi ascolta, può suonare come la carta segreta in una mano di poker – la scala nascosta che ti ribalta la partita – o come quello di una donna del Sud, forte e generosa, che cucina con l’istinto e la memoria.
Anche da Maro, qualche traversa più in là, si parlava siciliano. Ma se lì il tono era ruvido, autentico come il nero di seppia sulle mani, qui siamo più gentili. Più lenti. La Sicilia resta, ma si mette il vestito buono. Quello che però profuma ancora di casa.
Sfoglia fatta a mano, quadrati ripieni di ricotta e squacquerone, secondi di pesce con cicoria saltata, dolci come il cannolo alla siciliana o la zuppa inglese che fa da cuscino alla fine. La cucina è onesta, le porzioni generose, e gli chef – Carmine ed Ermanno – si muovono con precisione, senza spettacolo. Sanno che se sei qui, non devi scegliere tra pillola blu o rossa.
Basta un piatto giusto, e il mondo cambia da solo.

Teresina
Via Oberdan 4, Bologna
Tel. 051272631

Napoli tra i portici


C’è chi dalla Sicilia sale con la voce impastata di nero di seppia. E poi c’è chi curva verso Napoli, con i piedi ancora sulla sabbia e il cuore nei vicoli.
Michelemmà è questa virata: un’onda che ha scelto Bologna dal 2002 per impiantare una costa campana nel centro città. Colori blu mare, profumi di aglio e vongole, e una vasca che non è acquario decorativo: è vivo del mare. Astici blu, scampi, cicale.
A guidare la ciurma oggi è Aldo, ma tutto nasce dal padre. Una cucina di famiglia dove la parola chiave è freschezza, da affettare cruda (le ostriche Gillardeau, le tartare di ricciola, i plateau) o da sfilare in mezzo alla pasta trafilata al bronzo: spaghetti alla Michelemmà, scialatielli partenopei, risotti e linguine all’astice.
Ma l’onda più imprevedibile è quella che finisce in forno. Le pizze del mare verace, con acciughe del Cantabrico, tonno crudo, alici di Cetara, frutti di mare.
A Bologna, una rarità. Qui, una firma.

Michelemmà
Via Riva di Reno 60, Bologna
Tel. 051521154

Più pesce qui che a Bari


Il Sale Grosso non mente. Non si scioglie subito, non si nasconde nei dettagli. Sta lì, diretto, saporito, come il mare che questo ristorante si porta dietro da dieci anni. Siamo a Bologna, sì, ma in un vicolo che sembra rubato al sud: vicolo de’ Facchini, una vena stretta che pulsa di calma a due passi dalle Due Torri. Qui, il viaggio continua: dopo la Sicilia e Napoli, si passa per le coste di Puglia e Marche, che in cucina diventano Antonella ai fornelli e Marco in sala.
E allora eccoli, i passatelli in guazzetto di dentice con carciofi e citronella, i tubetti con cavolo romanesco, cannellini, cozze e vongole. Roba che non scivola via leggera, ma si pianta nella memoria. Come il baccalà mantecato, le fave e cicoria, o quel raro spaghetti ai ricci che arriva solo se la barca è tornata col sorriso.
Provate a venirci in un giorno qualsiasi, senza aspettative. Poi lasciate fare a loro, dal dentice che profuma d’Adriatico alle cozze nere di Taranto, passando per i ricci che arrivano solo quando vogliono loro. Vi ritroverete ad aver viaggiato senza muovervi da tavola, come se qualcuno vi avesse preso per mano – con il pane caldo in una, e un calice di bianco nell’altra.

Sale Grosso
Vicolo de’Facchini 4/A, Bologna
Tel. 051231721

Una Tesla in mezzo al mare


Immaginate di avere poco più di 25 anni, due lauree (una in comunicazione, l’altra in economia), una storia familiare che sa di mare, e la voglia matta di fare qualcosa di nuovo. È così che Sergio e Andrea Graziosi hanno lanciato la loro sfida al cuore di Bologna: Scampo, la pescheria che si crede anche ristorante.
Dalla mamma di Formia hanno ereditato generazioni di pescatori, pescherecci attivi tra le isole pontine e Mazara del Vallo, e un’idea precisa: portare in città la cultura del pesce fresco, anche quello “povero”, con un format smart, accessibile e figo.
Da Scampo scegli il pesce al banco e decidi tu come cuocerlo – griglia, vapore, fritto o crudo. E se vuoi solo passare per una tartare di tonno, un’insalata di polpo o una polpetta di pesce bianco, sei comunque nel posto giusto.
Niente tovaglie. Solo mattonelle bianche, banchi a vista e piatti che parlano da soli.
Una scommessa vinta in piena pandemia, diventata ora modello replicabile.

Scampo Pescheria Moderna
Via Galliera 11/G, Bologna
Tel. 0510411035

Geni del mare


C’è chi dice che l’“acqua pazza” sia solo un modo bizzarro per cuocere il pesce. Ma poi arrivi in fondo a via Murri e capisci che non è solo quello.
Non si tratta di un posticino qualunque per fare due crudi e via. Questo è un ristorante stellato Michelin, e Francesco Carboni è il capitano. Da quindici anni il ristorante Acqua Pazza tiene la rotta tra i flutti del pesce d’altura, fregandosene delle mode, puntando dritto al cuore del gusto. Qui si sale letteralmente a bordo. E il mare, ragazzi, non è mai stato così agitato.Il banco del pescato è la prima scena: rombi e rane pescatrici adagiate sul ghiaccio come sirene addormentate. Le scegli. Le affidi. E loro vanno in cucina, dove prendono fuoco. Forno, brace, oppure quella cottura “all’acqua pazza” che dà il nome al ristorante. Ma è nei primi che la barca decolla: tortellini ripieni di razza e acciughe, gnocchi al ragù dell’Adriatico, risotti con canocchie e mela verde, roba da tempesta tropicale nello stomaco.
Ogni piatto è un’onda. Ogni morso, uno schiaffo salino. Se siete in cerca della solita tartare coi germogli, cambiate porto. Qui si naviga sul serio. E se alla fine vi gira un po’ la testa, non è lo Champagne: è che questa nave non ha mai smesso di muoversi.

Acqua Pazza
Via Murri 168/C, Bologna
Tel. 051443422

Pesci, poesia e periferia

La fine del giro ittico sotto le Due Torri non è una cena, ma una lezione. Di memoria marina, di cucina di quartiere. Niente orate da catalogo o gamberoni globalizzati: qui si mangia d’anguilla, trippa di baccalà e garum. È la poetica di Luca Pappalardo, ex professore, cuoco visionario, marinaio senza mare che ha gettato l’ancora fuori dal centro, tra vetrine refrigerate e tavoli d’acciaio. Pesce azzurro, fritti espressi, sughi pronti, cotolettine di mare per bambini e un pensiero dolce, anche in senso gastronomico. Un bistrot di quartiere che insegna a mangiare e a ragionare con prezzi popolari e spalle larghe da borgata. Tutto, qui, ha un’anima: anche la seppia sporca. E mentre scoli i noodle e ascolti Nick Cave in sottofondo, ti sembra di sentire la voce di Piero Angela che sussurra: “Non tutti sanno che l’occhio della gallinella… è commestibile”. Superquark, fine delle trasmissioni. Buonanotte.

Pesci diversi
Via Laura Bassi Verratti 1/2D, Bologna
Tel. 0514843291 

In copertina: Michelemmà.
Foto tratte dalle pagine FB e IG dei rispettivi locali. 

  • RISTORANTI E PIATTI TIPICI

scritto da:

Lorenzo Trisolini

Classe ’94, curioso per natura e sempre con lo zaino pronto. Dopo una laurea a Bologna e un’esperienza in Australia, ci sono tornato sei anni dopo, scoprendo una città che sa sempre sorprendermi. Osservo, ascolto e racconto quello che vale la pena vivere

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