Claudio e Simone raccontano la scommessa vinta al Bastian Osteria

Pubblicato il 13 luglio 2020

Claudio e Simone raccontano la scommessa vinta al Bastian Osteria

Mai, nella storia della fonderia di Treviso c’era stato un locale con plateatico aperto anche d’estate. Il veterano Claudio Piol e il rampante Simone Toffolo al Bastian Osteria stanno provando a fare qualcosa di inedito, mantenendosi però aderenti allo spirito delle osterie di un tempo. Quelle dove ti senti a casa in ogni momento della giornata, sia che tu ci vada per un pranzo veloce, sia che tu le scelga per berti un aperitivo, o – meglio ancora – per una cenetta come si deve.
Siamo andati da Claudio e Simone, per curiosare fra i segreti di quella che è già una scommessa vinta.


Ragazzi, quanto andate orgogliosi da 1 a 10 di questo super pleateatico?
Simone - Io…. Tipo… 1000!!!! E’ stata un guerra, del resto. Abbiamo chiuso la strada, in Comune ci hanno detto che coi suoi oltre 500 metri quadri questo è il plateatico più grande di Treviso. Frasche, alberelli, legno, illuminazione serale calda e indiretta, impreziosita da qualche candela qui e lì: io lo trovo estremamente accogliente.
Claudio – Non è solo il più grande, ma anche il più comodo, direi. Qui parcheggi a due passi dal locale, ti bevi un aperitivo di qualità, ti godi un concerto live in pieno relax e divertimento.
Simone - E infatti la chiamiamo “Osteria del divertimento”. Ci sono locali dove puoi bere il miglior prosecco del mondo o il piatto di cucina più delizioso che esista, ma che trasmettono comunque una certa freddezza. La loro bussola non è tarata sul “cliente”, essendo locali innamorati fondamentalmente di se stessi. Noi, molto umilmente, crediamo di essere invece, per l'appunto, innamorati del cliente. Tutto ciò che facciamo è per lui.
 
Insomma, uno vien qui a farsi l’aperitivo e voi gli mettete addosso voglia di fermarsi anche a mangiare.

Claudio - Esattamente. Abbiamo una cucina solida, una cicchetteria sfiziosa. un barman bravissimo, una cantina e un bar ricchi di referenze ed etichette molto interessanti. Puoi venire qui per una serata tranquilla, ma anche trovarti il DJ set, oppure la serata degustazione a tema..


Degustazione?
Simone - Eh sì, il nostro piatto forte. In febbraio ad esempio abbiamo proposto una verticale di Valpolicella di una tra le più famose cantine di quel territorio. In base al vino abbiamo creato un menù abbinato alle varie riserve di quell’azienda agricola. Nelle serate a tema abbiamo il titolare o quantomeno il sommelier della cantina, organizziamo una grande tavolata a ferro di cavallo, dove si può venire anche da soli per far conoscenza di altre persone. E’ bellissimo!
 
Quanti coperti avete, fuori e dentro, Covid e pre-Covid diciamo?
Claudio - Attualmente siamo sui 130 totali, 60 fuori e 70 dentro. Prima del Covid sfioravamo i 150. Non abbiamo mai stretto i tavoli particolarmente, di spazio anche prima ne tenevamo già in abbondanza e di conseguenza le normative Covid non ci hanno penalizzato tantissimo. Il nostro locale, così grande sia dentro che fuori, ci permette ampio margine di manovra in termini di clientela anche adesso, con le restrizioni con vigore.

 
Insomma, “osteria del divertimento” ma non solo quello, si direbbe.
Claudio - Questo non è un locale solo per la movida, ma anche per le famiglie con bambini. Anzi, tengo a sottolineare che all’interno del nostro target ci sono famiglie di 30, come di 40 e 50 anni. Abbiamo una proposta per tutti, anche per i bambini, tant’è che nella nostra proposta dessert, ad esempio, grande spazio ce l’hanno i gelati e le coppe gelato.
Simone – Diciamo che noi qui vogliamo far dimenticare al cliente tutti i suoi problemi. Che lui stia qui 10 minuti a bersi un calice alla fine della giornata di lavoro, oppure organizzi una cena strutturata in compagnia, il cliente qui deve sentirsi a casa e, al tempo stesso, in un altro mondo… L’importante per noi, anzi la missione fondamentale che ci poniamo, è che in quel mondo, in questo mondo, il cliente si senta bene. Bene. Bene. Bene.

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  • CENA

scritto da:

Alvise Salice

Con lo pseudonimo di Kintor racconto da anni i miei intrattenimenti. Sport e hi-tech gli amori di gioventù; mentre oggi trovo che viaggiare alla ricerca di culture, gusti e sapori della terra sia la cosa più bella che c'è. O magari la seconda, via.

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