Alle porte di Milano, un bel progetto di filiera corta: Cascina Resta, dal campo alla tavola
Pubblicato il 2 novembre 2025
A Vittuone, nella campagna a ovest di Milano, Cascina Resta unisce ristorazione e produzione agricola in un’unica struttura. Il progetto nasce dall’esperienza della famiglia Crivelli, attiva da tre generazioni nel settore agroalimentare lombardo. Francesco Crivelli, oggi alla guida, ha esteso le attività dell’Azienda Agricola La Castellana – con sede a Corbetta – verso un modello che collega direttamente campi, allevamenti e cucina.
La Castellana gestisce circa 900 ettari coltivati a cereali e un allevamento suinicolo da cui proviene la carne utilizzata anche nel ristorante. L’azienda opera in autonomia grazie a un mangimificio interno e a impianti per la produzione di energia rinnovabile, tra cui due biogas e un fotovoltaico da 200 kW. Negli ultimi anni si è aggiunta la coltivazione di mirtilli a Gaggiano, seguita dall’agronoma Marta Rainoldi, che cura gli aspetti tecnici e ambientali.
Nel 2023 Crivelli ha acquisito il fondo e il casale adiacenti, trasformandoli in Cascina Resta. La struttura ospita un ristorante agricolo, una bottega con prodotti trasformati in loco e un laboratorio di sperimentazione gastronomica. La filosofia è quella di lavorare con materie prime proprie o provenienti da aziende agricole vicine, adattando la produzione ai ritmi stagionali.
In cucina opera lo chef Stefano Francescon, con esperienze precedenti in ristoranti di alta cucina. Il menu propone piatti ispirati alla tradizione lombarda, tra cui risotti, zuppe e carni provenienti dagli allevamenti della famiglia. Accanto al ristorante, la bottega offre conserve, sughi e distillati come gin al mirtillo e amaro alle erbe, realizzati in collaborazione con Tripstillery di Milano.
Cascina Resta si inserisce così in una tendenza crescente: quella delle aziende agricole che sperimentano forme di ristorazione diretta, integrando produzione, trasformazione e vendita nel territorio.
Foto dalla pagina Instagram di Cascina Resta.
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Abitudinaria e noiosa, a tratti eccentrica e briosa: bipolare, forse. Quella dell’aperitivo delle 18.30 spaccate nel solito posto, ma anche quella che, nel cenare due volte nello stesso locale, ci vede un’occasione sprecata. A dieta, sempre, ma solo dal lunedì al venerdì.