Il countdown alla nuova Guida Michelin Italia 2025 è iniziato: ma è un onore o una condanna?

Pubblicato il 31 ottobre 2024

Il countdown alla nuova Guida Michelin Italia 2025 è iniziato: ma è un onore o una condanna?

E le cucine di tutto il mondo sono in fibrillazione.

A meno di una settimana dal Giorno del Giudizio, immagina di poter indossare i panni di uno chef: ti guardi indietro e realizzi che tutti i tuoi anni di studio, pratica e sacrifici, siano appesi a un filo; un ispettore Michelin, forbice alla mano, detiene il potere di tagliarlo. O magari sceglie di tirarti a sé e darti una nuova vita.

Che sia in affermativa o negativa, l’esito della sua scelta resta critico e profondamente influente per il tuo futuro, quello del locale e, dunque, per la tua brigata.

Stelle Michelin: onore o condanna?


La Strategic Management Society ha approfondito le conseguenze dirette e indirette della prestigiosa Stella sulle economie dei ristoranti. Lo studio, condotto da Daniel Sands (University College di Londra) ha sottoposto ad analisi l'andamento dei ristoranti d'autore di New York nell'arco di vent’anni. Risultato? Ne è emerso che le new entry nell’elitaria cerchia stellata, negli anni seguenti, hanno avuto maggiori probabilità di fallire.

E’ il caso di dire che la pressione schizzi alle stelle: non solo per le pretese sempre più esigenti, ma anche per gli inevitabili rincari da parte di fornitori, dipendenti e proprietari degli immobili, che intendono l’ascesa al successo come un’opportunità di lucro. Senza contare che spesso, alla conquista della stella, il nuovo desiderio diventa il totale rinnovo dei cristalli, delle ceramiche, del tovagliato, dell’arredamento e della cantina. Una fame insaziabile di novità che -va da sé- comporta una spesa non indifferente.

Ti stupisce ancora che siano state annunciate le prime rinunce al riconoscimento più ambito del mondo food? Se non ne sei ancora convinto, tornando a indossare i panni dello chef, pensa alla tua clientela e alla sua forte influenza sullo spirito del tuo locale.

Immagina di assistere alla totale rivoluzione di un’atmosfera che sapeva “di casa”: cosa si prova a essere inghiottiti senza preavviso dal vortice della conversione della clientela fidata? Si diventa stranieri in casa propria, soffocati da un carico di lavoro tutto nuovo, che gioca pericolosamente con la tua vita e con quella del tuo team.

E poi c’è la questione delle critiche: «Anche nell'editoria i premi comportano dei rischi - scrive The Economist - I libri premiati sono recensiti in modo più severo rispetto a prima del loro successo, e peggio dei secondi classificati». Ti ritrovi appeso a quel filo, tra successo e disperazione.

Ma quindi, dirai, non c’è davvero nessun vantaggio a prendere questa famosa stella! Naturalmente, la fama e l’indubbio impatto economico sul territorio non sono trascurabili: si stima che il valore complessivo dell’indotto che ne deriva, nel nostro Paese, superi i 400 milioni di euro. Ma lasciamo a te giudicare se, tutto considerato, ne vale la pena.

How Michelin met Italy…


La storia tra Michelin e l'Italia inizia mezzo secolo A.G. (Ante Guida). Se la prima edizione italiana è datata 1956, la prima insegna industriale Michelin piemontese, infatti, risale al 1906. A distanza di quasi centoventi anni dal suo arrivo in Italia, Michelin vanta ancora oggi il primato per la produzione e l’impiego nel settore dei pneumatici in tutto il Paese.

…E alla fine arriva la Guida!

Lo sapevi che la Guida Michelin, classe 1900, è nata con lo scopo di incentivare i pochi automobilisti francesi a viaggiare?

Tutto è cominciato con la selezione degli indirizzi dove poter mangiare e dormire en route. Solo poi, per stare al passo con i ritmi di un mondo sempre più fast & digital, ha assunto un’identità ben diversa e, nel giro di centovent'anni, la Guida è riconosciuta in 45 paesi nel mondo.

La prima Michelin tricolore “Dalle Alpi a Siena” nasce nel 1956 e si fa nazionale un anno più tardi.

Ogni edizione nasconde storie di un’Italia fenice, che rinasce dalle ceneri delle due guerre alle spalle, con una rinnovata fame di vita e voglia di viaggiare. Infatti, curioso come la Guida del ’56 sia fonte di curiosità che vanno dunque ben oltre i trend enogastronomici: per esempio, nella pagina delle Formalità per coloro che sarebbero dovuti andare all’estero, si scopre che per raggiungere Austria, Belgio, Francia, Svizzera e Germania non era necessaria la patente “per vettura propria”; e poi compaiono qui i primi simboli esplicativi dei servizi inclusi nei locali indicati. Dal termosifone che indicava la presenza di riscaldamento - all’epoca un lusso -, alla minuscola vasca il “Bidet con acqua corrente”, al rubinetto, alla brocca con la bacinella e alla candela “Solo acqua corrente fredda”, “Senza acqua corrente” e “Senza elettricità”: praticamente gli avi dei nostri indici Booking.

La nascita delle Stelle


Le prime stelle compaiono nel 1959: ma all’epoca erano uniche e sole! Prima di vedere brillare le due stelle bisognerà attendere altri dieci anni. E le tre stelle? Beh, quelle appaiono nel cielo italiano con Gualtiero Marchesi. Poi è ufficiale:
• 1 Stella MICHELIN: merita una sosta
• 2 Stelle MICHELIN: merita una deviazione
• 3 Stelle MICHELIN: merita un viaggio

 
 
Foto da ufficio stampa Michelin Italia
 

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scritto da:

Micol De Pisi

Nata e cresciuta nella terra dell’Arte e della Cucina per eccellenza, eccomi qua! Un’esteta golosa, 100% italiana, sempre affamata di Bellezza e di nuove succulente avventure. Amo la calma dei monti, ma vivo nella frenesia e nella mondanità della città.

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