Toruccio, nuovo Re dei Mari: il Tesoro del Crudo Perduto è a Giovinazzo

Pubblicato il 16 luglio 2020

Toruccio, nuovo Re dei Mari: il Tesoro del Crudo Perduto è a Giovinazzo

Melville, poeta e scrittore di grandiosi romanzi ambientati in mare, scrisse:
“Abbandona la terra, 
quella strada comune tutta segnata dalle impronte di tacchi, 
e vai ad ammirare la magnanimità del mare che non lascia ricordi.”

Così ho fatto io. Oggi sono rimasto ad ammirare il mare. Tra l'altro da una posizione privilegiata: ero nella pancia di un ristorante bellissimo, immerso nelle acque. Una sorta di astronave galleggiante, bianca, atterrata nel mare di Giovinazzo, cittadina dell’hinterland barese. Non me ne voglia Melville, però, la bellezza e la potenza delle onde non sono riuscite a sbiadire il ricordo della mia esperienza e soprattutto delle leccornie che qui ho gustato.

L’astronave galleggiante in questione si chiama Toruccio Terrazza Adriatica ed è posta sulla costa Sud di Giovinazzo, quindi una ambientazione ideale per chi rifugge il caos e la nevrosi da parcheggio. In aggiunta dista poco da Bari, quindi gli abitanti del capoluogo che non vogliono passare weekend interi nell’abitacolo delle loro autovetture pur di mangiare fuori, apprezzeranno tantissimo.

Il pesce qui è una religione.
Va rispettato, adorato. Solo il migliore finisce al Toruccio. Questo Ristorante è il nuovo Re dei Mari, un re gentile e generoso ma come tutti i re bisognoso di cavalieri fedeli.


Primo tra questi c'è Giancarlo, capitano dell’astronav... ehm, titolare del ristorante. Gli faccio i complimenti: ho gli occhi che scintillano come la luna sul mare, tanto sono rapito dalla location pazzesca. I larghissimi finestroni, le terrazze, tutto qui, come gli schermi di un drive-in, mostra quel miracolo che ondeggia a pochi metri da noi.

Ma non sono qui per realizzare un documentario di biologia marina! Prendo la mia agendina, sguaino la penna e mi preparo all’analisi del percorso gustativo.
Giancarlo ci dice che tra le novità post-Covid attuate all’interno del menù, vi è la possibilità di scegliere 100 gr di assaggi vari di pesce, a seconda del pescato del giorno. A quanto pare la freschezza e la stagionalità qui da Toruccio sono dogmi imprescindibili. 


Per cominciare (e sarebbe un’eresia non farlo) ci gettiamo "capa e pit" (ovvero, in maniera totale, senza paura) sul crudo di mare. E' roba da U-R-L-O! Qui un Barese come me, nato con il mar Adriatico a scorrergli nelle vene e uno scoglio al posto del cuore, non può fare a meno di smettere di scrivere, gustare il dono generoso di Poseidon dio dei flutti, e ringraziarlo.


Gli antipasti proseguono con un carpaccio di baccalà. Impiattato in maniera sopraffina, è quasi un peccato rovinare una composizione simile ma... che ce voi fa, il mio compito è magnà! Quindi uccido il piatto, mangio e rinasco. É il miracolo mistico del baccalà, tanto buono da riportarmi in Portogallo... e allora chiudo gli occhi ed è subito saudade! Mi sembra di essere tornato in Erasmus a Lisbona. 
 


Chef Corrado Amato, professionista dal curriculum prestigioso e dalle mani consumate dalla fatica come tutti i migliori cuochi, esce dalle cucine per raccontarci il primo: conchiglioni monograno Felicetti, cuore di baccalà, finduta di podolica, ravanelli scottati, polvere di pomodoro. Er core der baccalà è rosolato con la cipolla. Un trionfo di contrasti saporiti, legati benissimo. La pasta, cotta in maniera perfetta, sprigiona i suoi amidi direttamente sul palato.

 


Guazzetto di mare, cozze, vongole e polpo. Ogni elemento è cotto e impiattato alla maniera sua, il tutto però è deliziosamente armonico. Quando questo succede, bisogna fare i complimenti allo chef. E infatti così faccio. Il guazzetto è un piccolo prodigio, una bomboniera per gli ospiti, ecco. É una delizia fresca, estiva. Il sospetto che il mare non sia solo nelle finestre ma anche nella mia bocca si fa sempre più largo in me,


Siamo arrivati al dessert. Tutti fatti in casa, tutti da provare. Chiedo un tortino alla crema con frutto della passione, soffice e goloso. Però, a giudicare dalla voracità della mia fotografa, anche la Meringa all’italiana con crumble, lamponi e mirtilli, non doveva essere male. 
 
Bene, ci congediamo Melville, amico mio. Peccato che ai tempi tuoi non ci fosse un locale come Toruccio Terrazze Adriatiche. Peccato non ci fosse un'astronave sul mare.
Si tratta di un luogo che non ti avrebbe permesso di dimenticare, al contrario, avrebbe reso memorabile una cena, un pranzo, un aperitivo, mandandolo di diritto nel forziere dei nostri ricordi più preziosi.

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scritto da:

Mario Pennelli

Annata 1988. Cantastorie professionista, consulente enogastronomico per hobby, sommelier per volere del fato. Ha scritto tre libri che glorificano la sua Patria, la Puglia. Da allora è in tour permanente, come i Rolling Stones o Albano, per raccontarla, permettendo così ai forestieri di scoprirla e agli indigeni di ri-scoprirla.

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