Un campione che fa centro anche nella ristorazione? Lo trovi a La Vecchia Caserma

Pubblicato il 17 luglio 2020

Un campione che fa centro anche nella ristorazione? Lo trovi a La Vecchia Caserma

La Vecchia Caserma ha appena un anno di vita ma nel suo cuore giallorosso custodisce una storia eterna. Una storia che corre fino al 1984, anno in cui a vivere la prima grande promozione della squadra salentina c’era il centrocampista Dario Levanto.
Oggi, dopo aver appeso le scarpette al chiodo ed essere passato dalla carriera di allenatore, Levanto ha deciso di scrivere una pagina completamente inedita della sua vita e dedicarsi alla ristorazione di qualità insieme alla moglie e ai figli. Ecco, in sintesi, La Vecchia Caserma.


Ospitata in quella che era l’antica rimessa della caserma dei carabinieri attualmente adibita a dimora storica, è ristorante e al tempo stesso pizzeria, dall’inconfondibile arredamento industrial. Volte a stella in pietra leccese, complementi d’arredo in ferro battuto e legno vivo, un’illuminazione caratteristica che sa il fatto suo con accurati giochi di chiaroscuro: ogni dettaglio è la prova di un attento progetto di design realizzato su misura, che non lascia nulla al caso. Uno stile pulito, essenziale, moderno e minimalista, ti fa sentire perfettamente a tuo agio anche se prima d’ora non ci avevi mai messo piede.


Ma andiamo al sodo. A La Vecchia Caserma hai semplicemente l’imbarazzo della scelta, tra piatti di terra, piatti di mare e ottime pizze. Varietà tutt’altro che scontata visto che siamo nel centro storico della Città Bella e, per molti ristoratori del posto, proporre menu di terra è una vera e propria eresia. A dividersi tra sala e bancone ci sono i due figli Andrea e Federico, mentre dietro i fornelli lo scettro spetta di diritto a mamma Silvia, che sa deliziare i clienti con originali prelibatezze accuratamente impiattate.


Qualche esempio? Partiamo dagli antipasti, tra i quali spicca per fama e bontà un polpo locale cotto a bassa temperatura e servito con una riduzione al primitivo, pomodoro di “penda” e cipolla caramellata. Oppure un soufflè di rape su crema di fave e cozze o, ancora, una tartare di gamberi degna di nota con mantecato di ricotta al limone e frisella sbriciolata.


Come primi piatti vanno per la maggiore lo spaghettone della Caserma, con crumble di menta e  battuta di gambero viola gallipolino, ma anche l'orecchietta di grano arso con cime di rapa, burrata, frisella sbriciolata e polvere di olive nere. Originalissima la ciciri e tria di mare, una rivisitazione del piatto tipico salentino con sughetto di cozze e gamberi.


Per i secondi, tagli di carne selezionati a km 0 fanno il paio con pesce fresco di giornata a miglio 0. Insomma, direttamente dal pescatore alla tavola, passando dall’apposita vetrina del locale.
Per gli appassionati di pizza a lunga lievitazione, consigliamo la Campagnola - base bianca con crema di rape, stracciatella e polvere di olive nere - e la Morè, con stracciatella, tartare di tonno e crema di pistacchi. Diametralmente opposto negli ingredienti ma ugualmente memorabile è il panino Morè, con capocollo, burrata e melanzane in pastella.


Dulcis in fundo, una bella lista di dessert artigianali come il semifreddo cocco e nutella, la crostata con ganache al cioccolato e frutti di bosco o lo spumone alla cupeta.
Se immaginare tante delizie tutte insieme ti fa sentire la bocca asciutta, sappi che anche il beverage ha un ruolo importante in questa partita con il gusto. Dalle 3 alle 5 vie di birre alla spina, birre in bottiglia di varie provenienze, vini locali delle cantine più rinomate, una vasta selezione di distillati e i grandi classici internazionali ma anche cocktail rivisitati creativamente come il Chily Mojito.

Provare per credere.


 

  • RECENSIONE
IN QUESTO ARTICOLO
×