Non c'è bisogno di effetti speciali, quando sai di proporre cose semplici (e buonissime) in grado di regalare qualcosa in più. Accoglienza, attenzioni, ingredienti di primissima qualità e tocco originale: così l'Osteria Manì, che ha festeggiato il suo quinto compleanno lì dove il quartiere Isolotto e Legnaia si fondono in un abbraccio, continua a conquistare ospiti e consensi. Matteo Miedico e Nicoletta Frosa sono le anime di questa osteria dove i sapori della tradizione vengono trattati con rispetto e passione e proposti in un contesto rustico, creato dettaglio per dettaglio da quest'affiatata coppia, sin dal momento in cui hanno deciso di intraprendere un cammino comune, dopo tante esperienze nel mondo della ristorazione.


"Amore, ti devi licenziare". Nicoletta è sobbalzata alle parole di Matteo, quel giorno di cinque anni fa. Aveva appena trovato il locale, andava trasformato in ciò che poi Manì sarebbe diventato. Il nome, Manì, è l'acronimo di Matteo e Nicoletta. Lui è il main chef, Nicoletta la maitre. Insieme si erano già ritrovati a lavorare in un bar ristorante in centro, a Firenze. La passione di Matteo per la cucina affonda invece le radici in un tempo più lontano. E si forgia da adolescente quando, salutato l'istituto agrario, imparare l'arte della pasta fresca nel pastificio di famiglia e quella del sacrificio al ristorante Borgo del mare, a Calenzano. Piatti da lavare, cozze da pulire, pomodorini da tagliare. Gavetta. Di ristoranti ne ha girati diversi, in quindici anni. Da Ciccio Pennello, a Sesto Fiorentino, ha fatto la gavetta di terra, dopo quella di terra. Gli è stato utilissima.


L'Osteria Manì, dunque. Creata completamente da zero, quando uscivano da lavoro. L'unica cosa pre-esistente erano la muratura, l'elettricità e l'impianto idraulico. Man mano negli anni ha assunto l'aspetto attuale, con tanto di verandina esterna, utilizzabile anche d'inverno. Qui è l'ambiente che fa l'atmosfera e non la location. Ma per andare in centro bastano 10 minuti di tramvia. Idem per arrivare dalla stazione all'Osteria Manì. Prossime novità o almeno desideri: fare la griglia a vista con il banco carne, oltre a quello dei salumi. 


La filosofia di  Matteo è prendere un piatto tradizionale e rivisitarlo o personalizzarlo, quando possibile. La proposta spazia dalla tradizione, fotografata da tortelli mugellani, Peposo e piatti di carne, e l'estro che si libera seguendo l'alternarsi di stagione. E nei piatti di pasta fresca. Ha imparato a prepararla osservando la nonna, quand'era ancora un bimbo. Poi, visto che a scuola la voglia non era tantissima, ha valorizzato il talento che aveva nelle dita e nella propensione naturale a creare bontà. I tagliolini li abbina al tartufo, i carciofi e i porcini freschi, i maltagliati al sugo di pecora, le pappardelle al cinghiale che arriva da fidati cacciatori, a patto che possano fatturare.


Nulla è banale. Prendete il Grantagliere, ad esempio. Rappresenta una preview dei vari antipasti dell'Osteria Manì. Salumi (a breve anche di Cinta Senese), formaggi sia morbidi sia a pasta dura, crostino col fegatino, mozzarella in carrozza, sformatino di verdure e fonduta. Anche sulle carni ci si diverte. Che sia un'immancabile Bistecca alla Fiorentina o un apprezzatissimo Galletto al mattone, un Peposo dell'Impruneta o un Maialino arrosto, un Hamburger di chianina alla griglia con fonduta di pecorino (anche con tartufo fresco) o una Tagliata di manzo, con lardo di scarpaccia o porcini trifolati.


Tutti fatti in casa anche i dolci. Come i cantucci classici e al cioccolato, serviti con vin santo Borghini. Ma anche il goloso tiramisù, la tentatrice tarte tatin calda con una pallina di gelato alla crema, le cheesecake al cioccolato, caramello e frutti di bosco, la torta pere e cioccolato. Oltre a suggerire scelte interessanti fra le quaranta etichette vinicole della cantina, Nicoletta sa rendere speciale anche l'after dinner, consigliando bevute particolari, dagli spirits al "Vin de glace", ottenuto dalla fermentazione di grappoli congelati, vendemmiati tardivi a temperature inferiori ai -7°C.

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