Venezia anni '90: dove facevano aperitivo i veneziani in quegli anni

Pubblicato il 28 aprile 2025

Venezia anni '90: dove facevano aperitivo i veneziani in quegli anni

Lo sai, ti amiamo raccontare la Venezia di oggi, con qualche idea per cene e aperitivi che possano farti vivere uno scorcio di questa città che è più di una città, nel modo più vero possibile. Ma cosa succederebbe se invece di essere nel 2025 facessimo un salto indietro di una trentina d’anni?
Venezia è una città che cambia costantemente, e specialmente negli ultimi anni il turismo di massa la sta mettendo sempre più in ginocchio... Di mese in mese locali aprono e chiudono, già una decina di anni fa la città appariva molto diversa, e anche alcune attività storiche, in genere quelle che si rivolgono a un pubblico più locale che c’è sempre meno, fanno fatica a portare a casa la consueta pagnotta.


Foto di Vini da Pinto negli anni '90 © Roberta Temporin

Ma così non era trent’anni fa, negli anni Novanta, quando Venezia era ancora una città nel senso vero del termine, quando i turisti ovviamente c’erano ma non sotto forma di orde alla Walking Dead. Quando i veneziani, di nascita e adottati, erano gli attori principali della città, che forse per certi versi si può immaginare più ombrosa ma di certo più affascinante. Lo vedrai, alcuni locali saranno rimasti più o meno gli stessi, almeno nell’apparenza. Altri sono completamente spariti, e altri ancora esistono sotto più o meno mentite spoglie, nel bene e nel male. Eccoti, caro lettore, un salto nella Venezia degli anni Novanta per un aperitivo e anche di più. Ah sì, ovviamente la compagnia sarà quella dei local dell’epoca!

San Marco e dintorni

A differenza di oggi, nei Nineties anche San Marco era un sestiere ricco di punti di ritrovo per i locali. Certo, i locali più turistici erano lì, specialmente a ridosso della piazza, ma non mancavano bacari duri e puri dove potevi farti l’aperitivo con qualche schiamazzo in veneziano. Il Volto a San Luca, manco a dirlo, è uno dei locali dell’epoca che è rimasto più o meno fedele a sé stesso, con i cicchetti e l’ombretta economica. Campo San Luca in generale era un punto di ritrovo per giovani e liceali, che si riunivano davanti alle vetrine della storica Libreria Tarantola che oggi non esiste più. Con 2000 lire si prendevano uno spritz al Bar Torino, presente ancora oggi in mezzo al campo.


Foto di Enoteca al Volto

Spostandosi ma non di molto, a San Bortolo a piedi del Ponte di Rialto, un riferimento irrinunciabile dei local era il Bar Nostro, che era quello che faceva angolo per andare in Calle della Bissa, dove si trova la storica Rosticceria Gislon. Sempre lì vicino, in una calletta dietro, dove oggi c’è l’Osteria Sepa, c’era “la Botte”, un bacaro che si faceva ricordare per la mortadella enorme sempre esposta all’interno, dove non si faceva difetto di ombre e cicchetti.
Sempre a San Marco, nascosto dietro le pieghe del ben più nobile Teatro La Fenice, si trovava il Club Malvasia Vecchia, uno di quei locali aperti fino al mattino, dove entravi letteralmente in nubi di fumo e dove le effusioni erano più o meno libere.


Foto di Birreria Forst

Oltre San Marco, a Castello, la Birreria Forst appariva circa come oggi ma il target era decisamente più locale, con anche studenti e gondolieri, e si ricordava sempre per i suoi tramezzini particolarmente grandi e onti, che per altro puoi trovare ancora.

San Polo


Foto di Cantina Do Spade negli anni '90 © Roberta Temporin

La frequentazione di San Polo era legata specialmente alla zona di Rialto, e la Cantina Do Spade è uno di quei locali storici che sono sopravvissuti più o meno come una volta, con giusto un comprensibile tocco di ammodernamento, e che si ricorda all’epoca per i suoi paninetti particolarmente piccanti. Punto di riferimento storico della movida invece, in Campo San Giacometto, a due passi dal Gobbo di Rialto, era il Peòco. Tra spritz e intrugli vari, emergono i ricordi della “Bomba” del Peòco, una sorta di variante assassina del Negroni, oppure la “Tagliatella”, che consisteva in una grappa tagliata con lo sciroppo di menta, perfetta per nascondere un alito un po’ troppo alcolico, specialmente se si doveva lavorare.


Foto di Cantina Do Mori negli anni '90 © Roberta Temporin

O ancora, verso la Pescheria il riferimento era Vini da Pinto, oggi ristorante ma un tempo bacaro da mescita semplice e vovetto e acciuga, o la Cantina Do Mori, altro locale storico che a Venezia non ha bisogno di presentazioni.

Cannaregio

Come ancora oggi, anche Cannaregio era uno dei cuori dell’aperitivo veneziano. Con lo stesso nome di oggi ma uno spirito decisamente più row c’era il Parlamento, in Fondamenta Savorgnan, spazioso, caotico e ruspante. Locali come la Vedova e i Promessi Sposi mantengono più o meno lo stesso aspetto ma risultano più ripuliti, un po’ meno osterie e più ristoranti, ma comunque ancora espressione di una Venezia vera. Anche il Paradiso Perduto con i suoi concerti si faceva sentire, ma se si parla di Fondamenta non ci si può non soffermare sul suo vero re, ovvero Aldo di Birre da Tutto il Mondo, uno dei primissimi bar della zona, che già al tempo aveva i frighi carichi di birrette da ogni dove.


Foto di Irish Pub

L’Irish Pub in Strada Nuova invece era davvero Irish, nel senso che era gestito effettivamente da irlandesi, dove molti veneziani hanno bevuto la loro prima Guinnes, per un posto “un fià caro ma ben”. E non mancava nemmeno l’Antica Adelaide, a pochi passi proprio dall’Irish. Qui l’oste, il vecchio “Barba”, si ricorda per quando si andavano a prendere le bottiglie di vino sfuso da un litro e mezzo: se non gli rendevi i vuoti s’indispettiva e si lamentava finché non gliele rendevi. Un grande classico poi era il suo panino “al metro”, con melanzane e Asiago.

Santa Croce e Dorsoduro

Quando si parla di Santa Croce poi il classico di ieri e di oggi è sempre lo stesso, quel Bacareto da Lele i cui paninetti e ombrette sono diventati una vera e propria icona della città in modo transgenerazionale, mentre a Dorsoduro, Santa Margherita rimane sempre il fulcro della vita universitaria con il Caffè Rosso in prima fila, oggi come ieri, con il suo vecchio e iconico oste Renzo.


Foto di Osteria da Codroma

Da non dimenticare nemmeno l’Enoteca Schiavi/Bottegon, sempre un punto di riferimento, specialmente in orario giornaliero, più verso il Ponte dell’Accademia, oppure Codroma, storica osteria in Fondamenta Briati, che a giudicare anche dalle foto è davvero rimasta come un tempo, con le grandi tavolate che ispiravano partite a carte.

Un ringraziamento speciale ad Alvise Ceccato, Stefano Debenedetti e Roberta Temporin per aver condiviso i loro ricordi. Le fotografie d’epoca provengono dall’archivio personale di Roberta Temporin, compresa l'immagine di copertina. Il resto delle foto vengono dalle pagine social dei locali (o almeno, quelli che esistono ancora).


Copertina del post FB: Cantina do Spade. 

  • APERITIVI MEMORABILI

scritto da:

Damiano Fantuz

Amo la musica alternativa e trovo che negli anni Ottanta tutto fosse più bello. E amo Venezia e le sue osterie. Forse quello che mi piacerebbe di più sarebbe frequentare quelle stesse osterie, ma negli anni Ottanta

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