Dieci anni festeggiati di recente con uno dei loro inconfondibili party e una voglia irrefrenabile di fare, fare, fare. A distanza di diversi mesi siamo tornati da Crak - precisamente da Crak Casana, in Via Santi Fabiano e Sebastiano 13 a Padova - e siamo tornati per assaggiare il nuovo menù, tra una birra, mille chiacchiere sul cibo e il suo futuro e soprattutto su questi primi dieci anni di vita, di attività e di birra. 
Con noi ormai al solito ci viene da dire Claudio Franzolin, socio della primissima ora di Crak e Paola Zuin, Cheffa dell’azienda dal giorno uno ma grande novità finalmente in carne ed ossa durante le nostre interviste. 

Cosa ne è uscito? Come spesso accade qui, qualcosa difficilmente incasellabile perché è stato un aperitivo ma anche un set fotografico, una cena ma anche un menù degustazione o, ancora, un tributo a questi primi dieci anni di storia che come abbiamo ricordato sorridendo sono sì i primi di una lunga storia - dita sul ferro - ma anche la consapevolezza di aver veramente fatto crak, proprio come si voleva. 
Partiamo? Facciamolo. 

Tu entri qui e tiri un sospiro di sollievo: ce l’hai fatta, hai portato a casa la giornata

La cosa che più attrae di Crak, al di là della birra buona che nessuno ha mai potuto definire in altro modo e della cucina innovativa ma anche godereccia, è stata la capacità di creare un posto (oggi tre posti) dove si ha veramente la sensazione di poter tirare i remi in barca una volta varcata la soglia. Non capita spesso eh, e no, non basta avere un giardino, delle lucette e una buona playlist (anche se aiutano) è tutto un discorso di pesi e contrappesi che ti mettono davanti il posto che ti serviva per dimenticare tutto il resto, qualsiasi cosa sia quel resto. 

Come ci sono riusciti loro io non lo so, ma ho sempre avuto la sensazione fin dagli albori in quel 2017 catartico per tutta Padova che loro stessi riuscissero a divertirsi facendo quello che facevano. “Certo, fanno birra” potrà pensare qualcuno e ci sta tutta eh, però la verità è che forse questo loro sentimento di gioco, di passione e di gioia pura nei confronti di ciò che facevano non solo è riuscito a sormontare comunque i tanti pensieri e problemi di un lavoro “adulto” ma anche di far sì che venisse trasferito sui propri clienti. Il risultato? È Claudio che ancora prima d’iniziare a fare qualsiasi altra cosa spina una Mundaka Sunsplash (una delle quattro versioni della sorella maggiore Mundaka, ma anche una delle “nuove” birre che rispondono alla grande richiesta di bassa gradazione alcolica, tanto che ha 2.8°) e mette subito le cose in chiaro: è Giugno, andiamo con calma. 
Tutt’attorno, i ragazzi e le ragazze di Crak iniziano a prepararsi per il servizio, con sorrisi che non vedi spesso altrove all’inizio del turno. Bello, sempre bello! 

Ancora più bello però, la presenza di Paola al nostro tavolo…

Un po’ perché non avevamo ancora avuto occasione di conoscerla se non tramite le sue proposte culinarie quindi dare un volto alle cose è sempre bello e un po’ perché assaggiare dei piatti mentre chi li ha pensati per tanti mesi te li descrive beh, è una marcia in più. Convinti che questo sia stato un enorme regalo, proviamo qui a restituirvi le sue parole affinché anche voi addentando un katsu sando capirete cosa vi è dietro. 

Chiaramente lasciamo carta bianca 

E chiaramente veniamo sorpresi, anche quando credevamo ormai non fosse più possibile. Intanto, piccolo riavvolgimento di nastro per chi conosce poco o per nulla Crak. Stiamo parlando di un birrificio agricolo e indipendente che da oltre dieci anni prova a rompere a modo suo il sistema proponendo qualcosa di diverso e nuovo tanto nella birra quanto nel cibo. E proprio il cibo è il protagonista di questo articolo che ripercorre un po’ gli ultimi dieci anni e quella voglia sotterranea di fare le cose non perché sono sempre state fatte così ma perché è giusto farle così. Tutto questo per dire che la cucina che troverete nei due locali a nome Crak è una cucina in larga parte vegetale perché Paola, la Cheffa è vegana certo ma anche perché la direzione che questo nome vuole prendere è quella di essere quanto più sostenibile e al passo con i tempi possibile. 

Ecco perché Paola stessa ci racconta che gli esperimenti (pure riusciti) erano iniziati ancora prima del suo personale cambio alimentare avvenuto abbastanza recentemente ed ecco perché, soprattutto, la cucina vegetale che troverai qui è comunque qualcosa che vorrebbe non spaventare, anzi, avvicinare tutti e tutte. 
“Io non mangio più la carne e il mio lavoro oggi è tutto incentrato nel cercare di offrire un prodotto di qualità che permetta di sentirsi appagati come se invece la carne lo contenesse. A me piace il gusto della carne, mi piace ancora, così come mi piace la sua consistenza, ecco perché continuo a provare a riproporlo nei miei piatti, nonostante poi la carne non ci sia.”
Questo ci racconta Paola quando arriva il primo piatto che è lo Smoke House, una briciola imbottita farcita di pulled pork senza pork (sono infatti funghi marinati nella Guerrilla), salsa piccante Achaar, capuccio, insalatina e maionese. Un piatto offerto solo nella sua versione vegetale (per alcune pietanze vi è invece la versione con la carne in alternativa) che è tanto buono quanto scenico perché portato al tavolo dentro un sacchetto che, aperto, sprigiona il fumo dell’affumicatura. Qui mano pesante con il piccante e il sentore di carbone vegetale, quasi di erba vegetale, ti avvolge ancora prima di addentare il panino. Mi era già capitato di assaggiare la loro versione di pulled mash e vabbè, che dire: la consistenza sembra quella della carne ma con la bellezza di poter contare su di un gioco di spezie e sapori che rende questo ingrediente non replicabile. 

Un buon inizio!

A cui seguono due piatti molto diversi fra loro: uno forse tra i più iconici di Crak fin dai suoi primi passi ovvero la pizzabriciola farcita con burrata e crudo e l’altro che è invece un piatto nuovo che ci accompagnerà per la sua eleganza e freschezza tutta l’estate, il tonno burger. 

Il primo è difficile da raccontare a parole ma ci proviamo: otto spicchi di pizza fragrante e al contempo molto morbida che arrivano al tavolo già tagliati e farciti uno ad uno con burrata artigianale filata a mano e prosciutto Crudo di Parma. Un piatto (come quasi tutti quelli del menù) perfetto per essere condiviso con gli amici con i quali però dovrai esser pronto a litigare per l’ultima fetta. 

Il tonno burger è invece un piatto che si discosta molto dagli altri e che quasi sembra essere pensato da un’altra testa e chiuso da un’altra mano. La verità però è che Crak ama provare ad arrivare prima delle richieste e quindi questo è un piatto perfetto per quando fa molto caldo o per chi invece ama le note elganti e i gusti classici. Tartare di tonno crudo, burrata, pomodorino confit, soncino, tutto chiuso tra due fette di imbottita e servito con patatine fritte. Noi per le foto e per il bello della diretta non abbiamo potuto godere appieno di questo piatto ma voi mangiatelo come la stessa Paola consiglia, ovvero in fretta, per provare il caldo e freddo di questo piatto. 

Pausa patatine, e che patatine

L’animo di Crak è sempre lo stesso da oltre dieci anni, lo abbiamo ribadito spesso su questi schermi e siamo pure convinti che questo (assieme a moltissimi altri fattori chiaramente) sia uno dei motivi del grande successo del marchio. Una cosa che secondo me, in alcuni casi, si vede anche nei piatti proposti che certo guardano al futuro - quello sostenibile in primis - senza dimenticarsi di tanto in tanto di appagare l’oggi. Questo lo fa perfettamente quel piatto di patatine meraviglioso che ci hanno portato dalla cucina, patatine fritte con guanciale, crema d’uovo, pecorino romano e pepe nero. Questo è un piatto che viene proposto sia nella versione classica sia in quella Vanguard, il gioco sta proprio nel chiedere ai tuoi commensali d’indovinare quale stanno addentando, provare per credere. 

Chiudiamo il cerchio con una novità e il piatto migliore del giorno (che è pure una novità)

All’anagrafe Katsu Sando, qui da Crak invece chiamalo pure Katsu Panko, ovvero la loro personale versione del sandwich giapponese che ha conquistato il cuore di tutti. Briciola, filetto fritto e croccante, cavolo cappuccio viola, Mayo al wasabi e salsa tonkatsu. Mi piacerebbe rimanere all’interno di un alone di mistero e non dirvi se quel filetto nominato è plant based o no, ma per onestà di cronaca dirò che sì lo è, ma per consistenza, succosità e aroma il dubbio vi verrà al primo morso e vi resterà per giorni. Perfette le salse, che donano al “panino” quella spinta che ti aspetti e che un po’ serve. 

E ora rullo di tamburi per lui, quello che mi toglierà il sonno per un po’ e che cercherò ovunque consapevole che difficilmente potrà essere replicato: “La Polpetta” una imbottita con polpette al sugo, Mayo al lime, basilico fresco e capperi fritti che mette a posto cuore e mente (e pure stomaco date le dosi sempre generose qui da Crak) che non scorda l’ambiente e la sostenibilità dato che le polpette beh, non sono di carne. L’idea di Paola qui è stata quella di provare a creare un piatto caro a tutti, ovvero la polpetta che evoca molto spesso nonna, inserita in qualcosa di pratico e semplice come un panino. Idea geniale effettivamente che però è venuta a poco. Le polpette sono di una consistenza che ricorda molto la carne ma è il sugo quasi il vero protagonista, un sugo che Paola lascia andare “fino quasi a scordarmelo, sicuramente fino a imbrattare tutto il muro” e che acquista così una carica di sapore incredibile. La mayo al lime e il basilico (due ingredienti molto cari alla stessa Cheffa) sono poi utilissimi per pulire la bocca e darti quella sensazione di freschezza che però dopo una degustazione così beh, è solo una sensazione appunto. 

Nel mentre Claudio ci propone una “Panda Raid”, una nuova IPA in stile Guerrilla, realizzata per celebrare la seconda avventura del Reacing Team Guerrilla all’omonimo Panda Rai e un’altra novità: la birra “Trattoria” chiamata così in omaggio del loro nuovo locale di cucina vegetale aperto in pieno centro città (via Rolando da Piazzola 21) e realizzata con il loro luppolo, per la primissima volta in dieci anni. Meglio di così? Meglio di così seguono i due capisaldi del locale: Mundaka e Guerrilla che certo, oggi, non hanno più bisogno di essere raccontate. 

Meglio di così è chiudere con un gelato…alla birra

Una collaborazione consolidata negli anni quella tra Crak e Pasticceria Giotto che oggi si riconferma non solo molto interessante ma anche molto fruttuosa. Dai panettoni (e non solo) oggi sono infatti passati al gelato con un gelato appunto al sentore di Guerrilla. Lo troverai sia da Crak sia in Pasticceria Giotto con il grande benefit che, nel primo, potrai fare come ci hanno consigliato di fare a noi: mangiarne metà “liscio” e poi tagliarlo con qualche goccia della loro Birra Mansueto (noi avevamo la 2022). Fresco, affumicato, amarotico, pazzesco. 

Chiudiamo, e ora veramente, con un whisky sour, sì, hai letto bene, sì un whisky sour da Crak. Sì, è pure buono. La cosa bella è che anche in prodotti come questo, certamente non trainanti e quasi sconosciuti dal grande pubblico, nulla è lasciato al caso tanto che la “schiuma” solitamente realizzata grazie alla presenza dell’albume montato, è sostituita dall’acqua faba, l’acqua prodotta dalla cottura dei ceci che non solo trova una seconda vita ma permette di avere un whisky sour per tutti e tutte. 


“Dieci anni fa avevamo una cucina 2x3 e cercavamo di crearci il nostro piccolo spazio nel Mondo. Dieci anni dopo oggi moltissime cose sono cambiate, questo è evidente e va bene così, ma non lo abbiamo fatto noi e probabilmente è proprio qui tutta la nostra forza.” Parola di Paola Zuin. 







Crak Casana, 
Via Santi Fabiano e Sebastiano 13, Padova 
Tel. 0497423095

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