Enoturismo, scommettiamo che la tua prossima vacanza sarà tra cantine e filari?
Pubblicato il 2 novembre 2023 alle 13:23
L’interesse per i viaggi che mettono al centro il mondo del vino è in forte ascesa. Dati alla mano, per Cna Turismo e Commercio saranno 10 milioni i vacanzieri che pernotteranno fuori casa "grazie al vino" di cui circa tre milioni di stranieri, per un movimento economico quantificabile intorno ai 2,5 miliardi di euro.
Gli stranieri arriveranno principalmente da Francia, Germania, Regno Unito, Austria, per quanto riguarda l'Europa; da Stati Uniti d'America e Giappone, fuori dal Vecchio Continente. Ed il picco, prevedibile, si raggiunge nelle settimane della vendemmia.
La dice lunga anche il fatto che Airbnb abbia lanciato con successo una nuova categoria tra le opzioni di soggiorno rappresentata da un’icona a forma di grappolo, ovvero, la soluzione “Vigneto” che offre oltre 120.000 alternative immerse tra i filari di tutto il mondo.
La decisione è nata a valle di uno studio condotto da Airbnb che ha mostrato come la corsa ai soggiorni in vigna, insieme ad altre tipologie considerate “uniche” come le case sugli alberi o le dimore storiche, sia cresciuta significativamente non appena il mondo ha iniziato a emergere dalla pandemia, con un +120% nel 2022.
Da una indagine condotta da Divinea - nell’ambito del report “Enoturismo e vendite direct-to-consumer” - emerge la classifica delle dieci esperienze più richieste da parte degli utenti.
Al primo posto l’esperienza all’aria aperta con passeggiate, degustazioni in luoghi suggestivi, magari al tramonto, immersi nella natura, alla scoperta delle bellezze del territorio;
A seguire l’esperienza enogastronomica: dal tagliere per l’aperitivo richiesto dai più giovani all’ora di pranzo, alla cena con vino in abbinamento per gli adulti, con il binomio cibo vino che si conferma uno degli esercizi di stile preferiti dagli eno-appassionati;
Al terzo posto il tour e la degustazione personalizzata, dove si fa sentire il desiderio di esclusività da parte di un pubblico esperto e alto spendente che apprezza la possibilità di poter ritagliare un momento di confronto con l’enologo o con l’imprenditore vitivinicolo.
Se la vendemmia ne rappresenta il clou, ormai il turismo enologico è diventato un fenomeno annuale. E riveste un ruolo sempre più rilevante nel movimento turistico italiano in generale e soprattutto nel turismo enogastronomico e nel turismo esperienziale.
Certo, spiega Donatella Cinelli Colombini - produttrice di Brunello di Montalcino con la Cantina Casato Prime Donne e di Col d’Orcia con Fattoria del Colle - a ilsole24ore.com bisogna attrezzarsi e sfruttare nel migliore dei modi questo prezioso trend: "...Bisogna far evolvere l’offerta enoturistica che oggi al 98% propone la degustazione dei vini e di prodotti tipici locali e solo al 21% offre qualcosa di più esclusivo come l’assaggio di vini pregiati alla presenza dell’enologo. C’è una ridotta segmentazione anche di prezzo. La degustazione costa in media tra i 15 e i 25 euro con quelle Premium si sale a 100-150". E, prosegue "Negli Usa si parte da 25-50 dollari e si può arrivare a 6mila. In Italia poi restano alcune criticità: stimiamo che il 50% delle cantine sono chiuse al sabato".
4. La degustazione classica;
5. Il picnic in vigna;
6. La visita romantica in cantina con il proprio partner;
7. Lo smart tasting, ovvero la degustazione online;
8. La ricerca di una dimensione capace di coinvolgere tutta la famiglia;
9. L’esperienza che abbraccia il mondo dello sport e dell’avventura;
10. Il tour in vigna in compagnia dei cani.
Foto credit
scritto da:
I miei ricci parlano per me. Scatenata e bizzarra la notte, frenetica e in carriera di giorno. Toglietemi tutto ma non i miei apericena in centro e la malinconia del weekend, quando mi manca Milano.