Giovanni dal Poz: il mestrino DOC che ha regalato Grand Central alla città

Pubblicato il 26 giugno 2019

Giovanni dal Poz: il mestrino DOC che ha regalato Grand Central alla città

Se Via Piave non è (già) più la stessa, è anche merito suo

Entro al Grand Central per la seconda volta - la prima, all'inaugurazione, la folla mi aveva impedito di scorgere la bella tinta ottanio delle piastrelline che decorano gli interni - e Giovanni è dietro al bancone, un tuttofare con il piglio decisionale: mi saluta, nel frattempo batte cassa, coordina lo staff e dà indicazioni all'operaio che ultima i lavori dietro le quinte.
Sono le due del pomeriggio e il fermento non è distante da quello respirato durante l'inaugurazione. C'è chi beve un caffè leggendo il quotidiano, chi sta finendo di mangiare, ma anche chi si rilassa nel dehors, prendendosi una pausa lì dove poco tempo prima sarebbe stato impensabile. Cogliendo al volo la congiuntura favorevole che lo lascia libero per un secondo, Giovanni abbandona il bancone e mi raggiunge per fare due chiacchiere, ma è solo per poco: se il suo Grand Central chiama, lui risponde.  
 
Ciao Giovanni, c'è tanta gente .... 
 
Sì, abbiamo aperto da pochissimo ma il quartiere sta rispondendo davvero bene. E la zona mi sembra già molto più tranquilla di prima dell'apertura e vissuta in positivo. 
 
Grand Central non dorme quasi mai, è aperto 7 giorni su 7 dalle sette del mattino all'una di notte. Come mai questa scelta?  
 
Per rappresentare un'offerta continuativa e internazionale in stile metropolitano. Ma anche per restituire questa parte di Mestre a una dimensione tranquilla e vivibile. Siamo una sorta di presidio anti-degrado.  
 
Da dove arriva tutto questo spirito cosmopolita?  
 
Direi dai miei viaggi, ho sempre viaggiato molto e ho raccolto tante idee. Ho voluto creare un locale per tutti che funzionasse a ogni ora del giorno, con un piglio moderno. 


Sì, ma la rosetta?  
 
La rosetta proviene dal panificio Panificio Bernardi di Mestre ed è farcita con salumi e formaggi scelti. Ho voluto riproporre una cosa buona e semplice di una volta, ma in un contesto dinamico e divertente come Grand Central. 
 
Italianissima rosetta ma anche brunch internazionale... 
 
Sì, il brunch non poteva proprio mancare! Il sabato e le domenica dalle 11 alle 16 prepariamo french e avocado toast, pancake, uova alla benedict, bagel al salmone, pollo fritto, macedonia e english breakfast. 
 
So che in fatto di birra c'è un vero asso nella manica, me ne parli?  
 
Certamente ti riferisci al tank Pilsner Urquell che arriva qui al Grand Central direttamente dalla fabbrica in Repubblica Ceca entro le 24 ore per mantenere il sapore della birra intatto, proprio come se si bevesse nello stabilimento. Siamo l'undicesimo locale in Italia ad averla. 
 


Tanta ricerca e  passione per le cose buone, qual è il tuo background? 
 
Saprai che prima di Grand Central gestivo i Santi Mestrini, proprio qui in Piazzale Olivotti. L'idea di ristorazione di qualità è la stessa, declinata diversamente. Prima di questo ho gestito tre locali e la passione per questo mondo ce l'ho da 15 anni. Ho passato tanto tempo dentro e fuori dalla cucina... 
 
Sei mestrino?  
 
DOC! Proprio di questo quartiere. Sono felice di dare un po' di luce a quest'angolo della città. 
 
Progetti futuri?  
 
L'embrione di Grand Central è stato il Chiosco in piazzetta, nato come supporto ai Santi Mestrini. Ora invece stiamo mettendo in piedi una vera food court con una nuova pizzeria, un palco per i concerti e una "riproduzione fedele" dei Santi Mestrini. Tutto qui in Piazzetta Olivotti, dove prima c'era un centro sociale occupato. 
 
Mi devo aspettare degli eventi qui al Grand Central, giusto?  
 
Certo che sì! D'altronde il nostro motto è People, Sound, Food! Non mancheranno le occasioni per ascoltare dj set e musica dal vivo soprattutto nel nostro momento clou, quello dell'aperitivo. 
 
Scusami, mi chiamano per una fattura ... 

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scritto da:

Martina Tallon

Amo mangiare ma sono sempre a dieta, non riesco mai a stare ferma anche se alla guida sono un pericolo, adoro andare per locali però sono un po' tirchia. Le contraddizioni sono il mio pane quotidiano: mai prendersi troppo sul serio.

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