Non è autunno senza il risotto: 5 ristoranti e 5 gusti da non perdere a Brescia e dintorni!

Pubblicato il 9 novembre 2018

Non è autunno senza il risotto: 5 ristoranti e 5 gusti da non perdere a Brescia e dintorni!

Si aprono le porte dell’autunno e insieme alle foglie gialle che cadono, alla pioggia incessante e ai caminetti accesi torna la voglia di piatti caldi, confortevoli e al contempo gustosi. Beh non ce ne sono di storie, tra le ricette più autunnali che esistono io annovero il risotto, un must della stagione, che può essere veramente declinato in tantissime varianti. È la carta jolly, quella che sta bene con ogni giocata e con ogni segno, quella che non vedi l’ora di pescare dal mazzo. Mi piace anche chiamarlo “Primo tra i primi”, perché penso che nessuno possa dire: a me non piace il risotto. Ok, magari non ti piace a quel gusto, ma se è preparato con il tuo ingrediente preferito ecco che sono certa non gli saprai resistere. All’apparenza semplice, però, il risotto è uno di quei piatti che misura la vera abilità di uno chef, perché saper bilanciare sapori e consistenze non è affare facile. Per questo lascio fare ai grandi maestri e quando voglio concedermi un risotto a regola d’arte… è in questi ristoranti che mi piace farmi viziare.

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L’intramontabile ai funghi e formaggi dolci di montagna


Per una volta sono certa che voi tutti sarete d’accordo: il risotto numero uno –non solo a Brescia e dintorni – ma tra quelli mai assaggiati porta la firma del mitico Pilippe Léveillé del Miramonti l’Altro di Concesio. Ebbene sì, uno chef bretone d’origine, ma bresciano d’adozione che conquista i palati di tutto il mondo con maestria, fantasia e precisione; talmente bravo che è stato scelto dall’Ente Italiano di Riso per tenere delle lezioni di risotto in Francia. Ma torniamo al protgonista, il famoso risotto ai funghi e formaggi dolci del ristorante, un must che non esce mai dalla carta, nemmeno in estate. Un piatto che – racconta lo chef – ha “ereditato” dalla mamma di Daniela e Mauro Pescini e viene servito dal 1950. Con tutto il cuore ti consiglio di provarlo almeno una volta nella vita, ne rimarrai estasiato!

Con le punte di asparagi


Spostandoci nella bassa, precisamente a Calvisano, troviamo un altro locale famosissimo per l’eccellenza in cucina da ormai quattro generazioni, Al Gambero. Un ristorante la cui fama lo precede, nonché una delle stelle più longeve d’Italia; proprio lo scorso anno, infatti, ha ricevuto dalla Michelin il premio “Qualità nel tempo”, un premio doveroso a una storia famigliare così consolidata. I Gavazzi, infatti, hanno il merito di aver trasformato l’albergo con annesso stallaggio prima in trattoria e oggi in ristorante gourmet. Sia ben chiaro, la tradizione con le sue ricette classiche resiste, ma è affiancata da piatti innovativi, raffinati e dal gusto più contemporaneo. Tornando al tema risotto, qui è d’obbligo assaggiare il classico alle punte d’asparagi e crema di formaggi, fatto a regola d’arte, impiattato davanti al cliente dal patron, Gino Gavazzi, e dotato di una perfetta cremosità.

Carnaroli, salvia e sarde di lago allo spiedo


Porta la firma di Riccardo Camanini del Lido 84 un altro dei risotti più buoni d’Italia, quest’anno con salvia e sarde di lago allo spiedo. Dico quest’anno perché lo chef, creativo e sperimentatore, un vero genio dieto ai fornelli, periodicamente propone alla sua clientela un ”gusto” nuovo, frutto di una ricerca e di uno studio che solo lui sa fare. Equilibrio e contrasti perfetti, cremosità e consistenza: nel piatto troverai solo la perfezione. Non esagero a dire che questo risotto è uno di quelli impossibili da dimenticare. Di quelli che ne mangi un piatto e ne vorresti subito un altro: beh, crea dipendenza.

Il nord incontra il sud e nasce il risopizza


Tra i miei cinque risotti preferiti rientra anche il bizzarro “risopizza” di Carlo Bresciani, un azzardo che ha conquistato non solo i palati di appassionati gastronauti, ma anche la giuria del Premio Salera per il miglior risotto d’Italia (edizione 2016). Lo chef salodiano, che è anche patron dell’Antica Cascina San Zago e presidente vicario della Federazione Italiana Cuochi, infatti, si è aggiudicato questo prestigioso premio (non era la prima volta) con un fantastico risotto mantecato con gli ingredienti e il gusto di una pizza margherita. Originalissima l’idea e più che ottimo il risultato, frutto di lunghe ricerche e continue prove in cucina prima di raggiungere la perfezione che ha poi sbalordito tutti.

Al Franciacorta, con battuta di gamberi rosa e spuma di basilico


Chiudiamo in bellezza passando una splendida giornata sul lago d’Iseo, dove tra una passeggiata e due selfie fronte lago, decidiamo di concederci una pausa gourmet al ristorante Laguna, proprio nel cuore di Iseo. Anche qui abbiamo la fortuna di assaggiare un risotto da “cappottamento” per dirla alla bresciana: al Franciacorta con battuto di gamberi rossi di Sicilia e spuma di basilico. Perfetta la cottura, così come l’abbinamento tra ingredienti e la consistenza: la dolcezza del gambero – di primissima qualità – si sposa alla perfezione con la spuma di basilico e il tocco più acido del Franciacorta, mentre la cremosità conclude l’esperienza sensoriale lasciando il palato estasiato. Da provare!
 
Immagine di copertina tratta dalla pagina Facebook di Miramonti l’Altro
 
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scritto da:

Laura Sorlini

Vanta un’esperienza giornalistica competente e versatile maturata in anni di redazione. Appassionata di enogastronomia e turismo e sommelier, è alla continua ricerca di aspetti ed eventi da raccontare nelle rubriche che cura periodicamente per alcune delle più autorevoli riviste di settore.

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