Pizza romana levate... Le 12 pizzerie napoletane che hanno fatto innamorare anche i romani DOC

Pubblicato il 14 febbraio 2019

Pizza romana levate... Le 12 pizzerie napoletane che hanno fatto innamorare anche i romani DOC

Se fino a qualche anno fa dovevi prendere treno o macchina e attraversare una regione intera per arrivare a Napoli solo per mangiare una pizza come si deve, ora le cose sono cambiate: anche il romano può godere, nella sua città, di una signor pizza fatta a regola d'arte. Sempre e comunque leggermente diversa dalla classica napoletana, la pizza "col cornicione alto" a Roma c'è in molti locali e di qualità. Alcune saranno più alveolate, altre più larghe e schiacciate, alcune leggermente croccanti altre esclusivamente soffici. Se non volete sbagliare ecco 12 pizzerie che fanno al caso vostro.

Quattro forme di pizza


Tra le pochissime pizzerie degne di questo nome al Pigneto c’è lei, Sant’Alberto. Sant’Alberto, come il santo patrono dei pizzaioli, è un locale giovane e colorato che propone 4 differenti tipologie d’impasto: napoletano, romano, napoletano integrale e, come specialità della casa, la pizza pane. Anche i fritti sono alla napoletana e spaziano dagli arancini ai timballi di bucatini cacio e pepe, anche se non mancano i romanissimi supplì e fiori di zucca in pastella. Ottima la pizza alla parmigiana.

La nuova apertura


L’ultima nata tra le pizzerie napoletane è Fornace Stella, nel quartiere Trieste. Qui accanto ad un’offerta ristorativa di carne, pasta e fritti c’è la pizza il cui impasto è firmato Giancarlo Casa. SI tratta di una pizza in stile napoletano, soffice e dal cornicione pronunciato con una punta di croccantezza. Molto interessanti alcuni condimenti come la Genovese di manzo e la Roma con ricotta di pecora, pomodori e pesto di rucola. Da provare prima della pizza sono sicuramente le olive all’ascolana, fritte al momento.

La pizza storica


Ha da poco festeggiato 20 anni di attività. E’ la prima pizzeria gourmet della Capitale. Sto parlando della Gatta Mangiona di Giancarlo Casa. In questo storico locale di Monteverde si sfornano dischi di pizza sensazionali conditi con materia prima di livello abbinata con estro e consapevolezza. L’impasto è un ibrido tra pizza romana e napoletana. Tuttavia, recentemente, lo dichiara lo stesso Giancarlo, la sua pizza è quasi totalmente napoletana: conserva una breve traccia di romanità data dalla leggera croccantezza della base del disco. Da provare assolutamente è la Morolo con fior di latte di Morolo, prosciutto crudo di Parma e melanzane false fritte. Tenete sempre d’occhio la lavagna che ogni giorno vi sorprenderà con pizze e focacce differenti.

Pizza napoletana verace


Lui si definisce artista pizzaiuolo  ed ha da poco inaugurato il suo nuovo locale a pochi passi dall’Ippodromo delle Capannelle. Sto parlando di Angelo Pezzella e della sua Pizzeria Angelo Pezzella - Pizzeria con cucina. 120 posti distribuiti su 160 mq, forno a legna e tanto amore.
Da Pezzella troverete una pizza partenopea di qualità: l’impasto, realizzato con farine 00 e lievitato 24 ore, è spiccatamente napoletano. Il cornicione è ben pronunciato e soffice. Anche i condimenti sono meridionali: la Donnamonica è di base bianca con vellutata di zucchine e menta, provolone del Monaco, provola di Agerola e pancetta croccante; la Martucciland è invece l’omaggio al grande pizzaiolo Francesco Martucci e presenta vellutata di patata viola, provola di Agerola, pancetta di maialino nero casertano e cialda di parmigiano 36 mesi. Non manca in menu, come da vera tradizione di Gragnano, ‘O Panuozz’ con salsiccia, melanzane arrostite e provola di Agerola.

Pizza contemporanea


Tra Porta Portese e Trastevere, in Via Angelo Bargoni, c’è la pizzeria che più di tutte sta facendo parlare di sé in questo periodo: Seu Pizza Illuminati di Pier Daniele Seu e Valeria Zuppardo.
All’interno del locale, curato nei minimi dettagli tanto da non sembrare una pizzeria, gusterete una pizza unica nel suo genere. L’impasto è stato creato ad hoc da Pier Daniele: cornicione molto pronunciato e soffice con un accenno di croccantezza; base morbida e non troppo sottile; condimento ricco ma equilibrato. Sicuramente è una pizza più simili ai canoni napoletani che a quelli romani. I condimenti, poi, sono un mondo a parte: dai più tradizionali ai più estrosi che cambiano stagionalmente. Da provare in questo periodo è la vegana.

Pizza stellata


Qui potete trovare entrambe, la romana e la napoletana. Siamo a Testaccio, a Piazza dell’Emporio da Giulietta, la pizzeria di Cristina Bowerman e Fabio Spada. In un ambiente moderno ed informale potete gustare pizze napoletane, il cui impasto è frutto della consulenza dei Fratelli Salvo di San Giorgio a Cremano, o pizze romane. I condimenti sono farina del sacco di Cristina Bowerman che, pur mantenendo intatti i condimenti principe di ogni pizzeria che si rispetti, gioca con consistenze e abbinamenti. Potete trovare la pizza cacio e pepe e ricci di mare per esempio.

La pizza dei Parioli


Senza dubbio è il ristorante - pizzeria simbolo dei Parioli, quello in cui si radunano le comitive di amici e le famiglie nei momenti di festa. Sto parlando della Pariolina che propone tre differenti tipologie di pizza: napoletana, napoletana integrale e romana. Sono tutte cotte nel forno a legna e hanno alle spalle una lenta maturazione dalle 48 alle 72 ore. Tanti sono i condimenti tra cui scegliere preparati con prodotti di prima scelta: più femminile è la pizza con Fiordilatte, ricotta condita, salmone affumicato e rucola; più verace è invece la Gricia.

Pizza canotto


In pieno centro, a due passi da Fontana di Trevi, in quello che potrebbe sembrare l’ennesimo ristorante turistico, c’è una pizza da far commuovere. Il ristorante - pizzeria si chiama Piccolo Buco e il proprietario è Luca Issa. Qui potete trovare una pizza stile canotto lievitata 72 ore a temperatura controllata di 5-6 °C e cotta in forno a legna. Il lievito è in percentuale minimale e le farine usate sono di tipo 2 con un’aggiunta di farro bianco e 00. Il risultato è una pizza ricca, golosa, croccante ma al contempo soffice all’interno con una base che tiene testa al condimento ottenuto da materia prima di ottima qualità.

La pizza da condividere

Qui regna il principio della condivisione. Tavoli classici e tavoli sociali, un bellissimo dehors e una veranda riscaldata: questo ed altro è Rosti al Pigneto. Tra le specialità c’è la pizza napoletana,
leggera e fragrante, preparata con un impasto a lenta maturazione. In carta troverete tantissimi tipi di pizza, compresi anche i calzoni. Da provare è la Pigneto con mozzarella, provola affumicata, pomodori secchi, mandorle e basilico.

La pizza calabro - napoletana


Nel Quartiere Trieste a dettar legge, da ormai qualche mese, è il canotto del calabrese di nascita e napoletano di professione Mario Belcastro. Nella sua pizzeria I Belcastro - ex El Munta - propone un impasto a lunga lievitazione, scioglievole e molto alveolato curato anche nel condimento. Dalla classica Margherita Mario osa abbinamenti più arditi, anche nel reparto dessert.

La pizza di corsa


In una pizza veloce, da mangiare in poco tempo su un tavolo in legno è quella del Mercato Centrale. All’interno di Stazione Termine, in questo colosso commerciale si trova un’ottima pizza napoletana firmata Pier Daniele Seu. Paritetica per impasto e cottura alla pizza servita nel locale di Trastevere, si differenzia esclusivamente per i condimenti più limitati e tradizionali.

Napoli a Trastevere


In Via Natale del Grande, nel cuore di Trastevere, c’è un ristorante che propone pesce povero e pizza in stile napoletano di esemplare fattura. Da Peppo al Cosimato la pizza, cotta al forno a legna, è soffice ma non eccessivamente cedevole con un cornicione non troppo sviluppato. Anche i condimenti sono di esplicito rimando partenopeo: la Margherita con mozzarella di Agerola e pomodorini del Piennolo del Vesuvio è sicuramente da provare. Valide anche le pizze più estrose a base di pesce azzurro.

Foto di copertina dalla pagina Facebook di Seu Pizza Illuminati

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  • PIZZE PARTICOLARI E GOURMET
  • CENA

scritto da:

Francesca Feresin

Ex studentessa del Liceo Classico Virgilio di Roma e futuro medico, mi scopro gourmet all’età di dodici anni dopo una cena illuminante ad una delle tavole più stellate della scena capitolina. Tra atticismi e artifici di filosofi e oratori del passato, trovo posto per pranzi e cene, tradizionali e all’avanguardia, che gusto all’insegna delle sentenze greche e latine di un tempo. Tracce, fili, spie di momenti di vita gustativa sono l’oggetto favorito delle mie giornate.

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