'Giardini della Grata': gli orti medievali recuperati a Ostuni, Parco della biodiversità

Pubblicato il 16 novembre 2020

'Giardini della Grata': gli orti medievali recuperati a Ostuni, Parco della biodiversità

La proposta di Solequo: creare una nuova economia per la biodiversità attraverso il recupero di orti

A Ostuni, città bianca pugliese nota in tutto il mondo per le sue bellezze paesaggistiche e per la sua architettura che un po' ricorda i pueblos blancos spagnoli, una cooperativa specializzata in agricoltura biologica, Solequo, ha ridato vita ad alcuni orti abbandonati di epoca medievale, veri e propri scrigni capaci di creare, ancora oggi, prodotti tipici a rischio d'estinzione. 

Gli orti di Ostuni: il recupero

Gli orti medievali recuperati da Solequo, si trovano nei pressi della chiesa di Santa Maria della Grata. Si tratta di circa quattro ettari chiamati "I giardini della Grata" a cui se ne aggiungono altri sei nelle contrade per un totale di dieci ettari coltivati manualmente. 
Al loro interno sono visibili, ancora oggi, antiche tombe messapiche diventate poi cisterne per conservare l'acqua piovana. Qui sono stati rinvenuti anche gli orti della contrada dove si sono piantate colture biologiche e biodinamiche in aridocoltura di prodotti tipici del territorio.

Dal peperone cornaletto di Ostuni, al peporoncino zefferine di Ostuni, dalle cime di rapa, al pomodoro-regina fino al carciofo bianco di Ostuni che era a rischio estinzione.

Il messaggio 

Si legge sul sito della cooperativa: "È un progetto e un impegno".

Il sogno è infatti quello di mantenere in vita gli orti. Solequo, pur consapevole delle difficoltà che la conformazione dell’area e anni di abbandono impongono, ha studiato il terreno, scandagliato i pozzi, riaperto l’ingresso di una grotta di evidenti origini messapiche ripulendo i camminamenti che la circondano, i piloni di raccolta delle acque che arrivano dalla strada ed i canali che le convogliano verso l’acquaro. Ha liberato l’acquaro soffocato dagli arbusti. Ha ripulito la terra dalle sterpaglie, dai rifiuti abbandonati e dalle erbe infestanti che hanno occupato l’area per oltre vent’anni dando inizio alla cura di una terra impoverita e degradata e trasformandola in terra produttiva arricchendola con letame e con preparati biodinamici. Con tecniche biologiche e biodinamiche ha attivato, così, le prime produzioni di vecchie varietà orticole che dal luglio 2014 ottengono la certificazione biologica da parte dell’ ICEA (Istituto di Certificazione Etica ed Ambientale).

Ostuni: Parco delle biodiversità

Il bel progetto vuole porre l'attenzione su una tematica importante: il recupero di antiche varietà, avviata fin dal primo impianto dei Giardini della Grata che ha già portato Solequo coop ad ipotizzare nell’area ortiva storica di Ostuni l’istituzione di un vero e proprio Parco delle Biodiversità con l’impianto di campi con varietà orticole locali e regionali.
In un territorio in cui, fra siti archeologici e terrazzamenti, non si può meccanizzare nulla, Solequo mostra che è possibile un tipo  di coltivazione che rispetti in toto la biodiversità.

La sfida di Solequo è mostrare, attraverso il progetto, che c'è mercato per la biodiversità e che si può creare un'economia diversa. 

Photo Credits: pagina fb Bio Solequo Coop - Giardini della Grata

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scritto da:

Irene De Luca

Agenda, taccuino, registratore e macchina fotografica. Attenta alle nuove tendenze ma pur sempre “old school inside", vago alla ricerca di ispirazioni, di colori, di profumi nuovi per raccontare una Milano che poi tanto grigia non è.

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