Dove mangiare la migliore graffa di Napoli
Pubblicato il 5 febbraio 2016
Pubblicato il 5 febbraio 2016
Ci sono mattine in cui ti svegli e decidi che la tua colazione sarà a base di cappuccino e graffa. Questa ciambella calda e soffice ti scalda il cuore, certo non è proprio leggerissima e non è facile beccare la ricetta giusta per farla morbida e non unta, ma i bar di Napoli che trovi in questo articolo sono consolidati; sono anni che ormai, quando scatta in me il desiderio irrefrenabile di fare colazione con la graffa visito questi indirizzi.
Per me, questa è una delle migliori graffe di Napoli; ci sono state mattine in cui, nonostante la sveglia fosse suonata troppo presto, la graffa di Augustus è stata in grado di svoltarmi la giornata. Arrivare qui di primo mattino, significa assicurarsi una deliziosa graffa calda, alta e soffice, da accompagnare magari con un ottimo cappuccino.
La graffa di Ciro è buonissima; sarà il panorama di Mergellina, sarà che questa graffa è grande, calda e si scioglie in bocca, sarà che puoi mangiarla in qualsiasi momento della giornata, sarà che puoi gustarla fritta al momento, ma per me, venire qui la mattina, in estate, col mare di fronte e mangiare una graffa calda accompagnata da un bel cappuccino freddo è una delle mie colazioni preferite.
Qui personalmente vado quando ho voglia di graffa al forno; sì lo so, se la graffa non è fritta non è lo stesso, ma questa di Scaturchio anche se cotta al forno è davvero ottima, soffice e deliziosa, e soprattutto tanta.
In Pignasecca mi sono spesso lasciata tentare anche dalla graffa di questo piccolo locale, situato proprio di fronte l’ospedale Pellegrini. Da I Ciambellai (via Portamedina 71, Napoli) innanzitutto, la graffa costa solo 60 centesimi, e per me, che spesso giro con pochi soldi in tasca non è cosa da poco; inoltre è molto buona, alta e morbida, assolutamente da provare.
Foto di copertina dalla pagina facebook di Antica Pasticceria Armando Scaturchio
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scritto da:
"Il tesserino da giornalista pubblicista, i film nei cinema semivuoti, i cibi molto conditi, gli anni ’80, la birra belga, i pittori dell’ottocento, le serie tv, i viaggi e la voglia di scrivere per vivere e vivere per scrivere."
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