Chirimoya, a Genzano di Roma tra collezionismo sfrenato, libri e pizza d'autore
Pubblicato il 29 giugno 2020
Quanti sono i locali “fotocopia” che hai incontrato nell’arco della tua vita? Quelli un po’ tutti uguali, con gli stessi tavoli, le stesse sedie, lo stesso identico arredo post-industrial, magari anche con lo stesso menu tradizionale-innovativo? Ecco, se stai cercando qualcosa di davvero diverso, se non di unico, allora ho il posto giusto per te. E’ vero, se abiti a Roma bisogna che prendi la macchina e fai qualche chilometro in direzione Castelli Romani, per la precisione a Genzano. C’è da dire, però, che con l’arrivo della canicola estiva potrebbe essere anche molto piacevole avere una scusa in più per lasciare per una sera la città bollente. E’ proprio a Genzano, dicevo, si trova la pizzeria Chirimoya. Un locale davvero incredibile, che ti conquista anche prima di varcare la soglia. Siamo nel regno di Ernesto Amicucci, il patron, amante della letteratura, della cultura, del collezionismo (adesso ti spiego il perché), ma soprattutto grande appassionato della buona cucina e della cultura vegetariana.

Le sale del Chirimoya sono completamente tappezzate, dalle pareti ai tavoli, dalle porte agli spigoli, di oggetti di vita quotidiana, a migliaia. Si va dai vecchi cellulari e smartphone, alle penne, ai pupazzetti di ogni genere e storia, fino alle bustine di zucchero da bar. Questo locale è un autentico santuario degli oggetti, dove tutto è accumulato e riordinato secondo un criterio storico e di conservazione della memoria della nostra civiltà.

Vero cuore del locale è la libreria del Chirimoya, che vive secondo il principio del “do ut des”, ovvero, tu cliente porti un libro dei tuoi e ti puoi prendere un testo qui presente a tua libera scelta, un libro per un libro. E’ una vera e propria biblioteca-pizzeria.

La prima caratteristica della pizza di Chirimoya è la cottura rigorosamente a forno a legna. Non ci sono altre soluzioni e su questo Ernesto ha puntato tutto. La vera cottura della pizza è e deve essere a fuoco vivo di legna. L'altra grande particolarità sono gli impasti: qui non si utilizzano mai farine raffinate, vietatissima la 00, ma si utilizzano solo farine biologiche e integrali.

La particolarità degli impasti della pizza di Chirimoya è la diversità. Non si trova mai lo stesso tipo di impasto da una settimana all’altra, perché gli ingredienti cambiano a seconda della stagionalità e della disponibilità. C’è anche la possibilità di ordinare pizze completamente senza lievito, così come senza glutine.

Non mancano tutte le grandi classiche della pizza italiana, ma qui il mio consiglio è di puntare sempre su ingredienti di stagione, come nel caso della Porcini, dove i funghi arrivano dai boschi dei Castelli. Ci sono poi alcuni gusti particolari che meritano di essere assaggiati, come ad esempio la aglio, olio e peperoncino, davvero gustosa.

Ci sono ovviamente tutti i fritti da antipasto, le bruschettone con numerosissime varianti, e poi ci sono secondi piatti in stile “pub”, come wurstel e patatine, scamorza alla piastra e i burger, qui anche disponibili in versione vegetariana e vegana.

Chirimoya è un locale perfetto per ogni occasione, per una cena diversa con gli amici o in famiglia, in ogni stagione dell’anno, d’inverno per la sua atmosfera calorosa, d’estate per il fresco della cantina.
Chirimoya, Via Fratelli Colabona, 70 Roma – Tel. 069390592
Foto gentilmente concesse da Pizzeria Chirimoya
scritto da:
Romano, giornalista, dopo una prima esperienza di giornalismo radiofonico con l'agenzia Econews, ha cominciato ad appassionarsi al grande mondo dell'enogastronomia. Ha contribuito nel 2014 alla redazione della Guida dei Ristoranti di Roma di Puntarella Rossa edita da Newton Compton.