Sulla patata non si scherza: con la Colonnetta le baked potatoes arrivano a Treviso

Pubblicato il 13 febbraio 2019

Sulla patata non si scherza: con la Colonnetta le baked potatoes arrivano a Treviso

La prima volta che ho mangiato una Jacked (o Backed) Potato ero alle elementari, quando la mia maestra d’inglese improvvisò in classe una lezione di cucina british. Me ne innamorai, perché non avevo mai pensato - né tantomeno visto - ad una semplice patata come piatto unico e gustoso.
Anche Michele Pozzobon rimase affascinato da questo piatto quando, durante una vacanza a Monaco, assaggiò le Baked Potatoes ad un mercatino. Ed ecco l’idea.
Colonetta era uno storico ristorante di Treviso basato sulla cucina tradizionale. Michele l’ha trasformato in un ambiente di design che si contraddistingue per la proposta delle patate gourmet, ovvero delle patate cotte al forno farcite con ingredienti di qualità.


Trasformare un prodotto povero, genuino e salutare in un piatto raffinato è il punto di forza di questo locale, che riesce così ad offrire (a seconda degli ingredienti che compongono la farcitura) un prodotto vegetariano, vegano e gluten free. Famose in tutto il mondo, qui le Baked Potato sono rivisitate secondo la cucina italiana, rendendole croccanti e sfiziose all’esterno e morbide all’interno diventando la base perfetta per qualsiasi golosa farcitura, che potrebbe tranquillamente essere paragonata ad un piatto di alta cucina. Le materie prime arrivano da diversi fornitori locali che selezionano prodotti di qualità, artigianali e di stagione.


Le patate variano nel menù ogni 20 giorni ed ognuna è creata con i prodotti più distintivi di una regione e con abbinamenti ben pensati, come la Pugliese, con cime di rapa, burrata e capocollo; la Friulana, con il crudo D’Osvaldo; o quella farcita con il baccalà, o con le polpette di vitello e sugo di pomodoro; l’Ortolana, con le verdure di stagione; quella con la coda di gambero, quinoa soffiata, salsa al curry e verdure.


Oltre alle patate, gli ‘spuncetti’, ovvero piatti della tradizione come le sarde in saor, affettati locali, la giardiniera di verdure, ottimi come antipasto o per l’aperitivo con un buon Americano.
La proposta drink vede protagonista una mescita di vini naturali, come gli Orange Wine, biologici e biodinamici, prodotti senza l’aggiunta di sostanze chimiche, ma con metodi di viticoltura e vinificazione che risalgono al passato. Le etichette provengono da piccole cantine di nicchia e selezionate seguendo il criterio della qualità.


L’esperienza gastronomica è unica anche grazie all’atmosfera. Il design green è una vera e propria firma nei locali di Michele, che contraddistingue Colonnetta e Burici dagli altri. Il progetto nasce, come per Burici, grazie alla collaborazione con Alberto Colbertaldo di La Centrale Interni, lo studio del trevigiano che basa la sua filosofia sugli elementi di recupero e sul riuso. Dettagli anni ‘20 come gli eleganti lampadari, si sposano sapientemente con la carta da parati all’inglese ispirata alla giungla, legando i colori accesi del blu e del verde con i tavoli chiari in marmo, riuscendo così ad entrare in perfetta sintonia con gli spazi, valorizzandone ogni centrimentro.

Tra i progetti di Michele (non troppo) futuri, c’è quello di aprire Colonnetta Lab, un locale improntato sempre sulle patate gourmet, ma con la possibilità del take away.


Foto dal sito e dalla pagina Facbook del locale
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scritto da:

Ilaria Gomiero

Non sono così complicata: prendi delle vans, dei jeans a vita alta, uno zainetto sempre in spalla. Aggiungi una gran voglia di esplorare il mondo e conoscerne ogni sfaccettatura. Quanto basta di timidezza che si rifugia in un sorriso, una manciata di libri e una gran passione per il cibo.

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