Colpo di scena: ecco cosa succede alla movida milanese dal 18 maggio

Pubblicato il 9 maggio 2024

Colpo di scena: ecco cosa succede alla movida milanese dal 18 maggio

Sono state giornate di incertezza e frustrazione per i locali della movida milanese. L’ordinanza anti-movida del sindaco di Milano Giuseppe Sala ha vietato a qualsiasi esercizio, dal 3 maggio al 1 giugno 2024, di vendere e cedere a qualsiasi titolo, anche gratuitamente, bevande alcoliche e analcoliche in bottiglie e contenitori di vetro o lattina dalle 22 alle 05, in 10 zone della città. Quest’ordinanza è in vigore per “tutte le tipologie di esercizi di vicinato, medie e grandi strutture di vendita, attività commerciali, artigiani per asporto, pubblici esercizi, distributori automatici commercio in forma ambulante e street food”. È consentita la vendita in contenitori di carta o plastica di bevande alcoliche e non, ma l’uso del vetro è permesso per somministrare bevande di ogni tipo solo all’interno di locali o dehors con servizio al tavolo.


Dal 18 maggio fino a novembre scatterà invece l’ordinanza anti-movida selvaggia che, aumentando le zone a 12 e mantenendo le fasce orarie notturne, regolamenterà l’asporto e i dehors; è stata giustificata ai locali dal comune per gestire la movida serale e tutelare la quiete notturna dei cittadini residenti. Le aree colpite comprendono i centri della vita notturna e movida della città Ambrosiana ovvero: Nolo, Lazzaretto, Melzo, Isola, Sarpi, Cesariano, Arco della Pace, Corso Como/Gae Aulenti, Garibaldi, Brera, Ticinese, Darsena e Navigli. Secondo i bene informati (le anticipazioni ci sono fornite da Milena Vio del Vinyl) le direttive impediranno 7 giorni su 7 l’asporto dalle 24:00 sia per il cibo che per tutto il tipo di bere, per i dehors invece sarà messo un limite di apertura alle 24:30 durante la settimana e all’ 01:30 il venerdì e sabato. Dopo una serie di polemiche, l’assessore alla sicurezza Marco Granelli ha chiarito che non ci saranno divieti di vendita, asporto e consumazione per il gelato dopo la mezzanotte nelle zone della movida.

L’opinione degli esercenti


Per capire l’opinione dei locali interessati abbiamo chiesto il parere di Milena Vio, co-titolare del Vinyl e Nicolò Gozzo, responsabile dell’Icebound. Entrambi sottolineano che il tipo di clientela pericolosa non è quella dei locali colpiti da questa ordinanza, ma è quella degli ambulanti o mini market che vendono alcol a poco prezzo, sulla quale loro non hanno nessun controllo: l’ordinanza in questo modo penalizza gli esercenti quando il problema è quel tipo specifico di clienti. “Quella clientela non cerca noi” racconta Nicolò “nelle viette vicine trovi bere a prezzi molto bassi e affluisce quel tipo di clientela che fa casino, così andranno da altre parti ma non risolvi niente, il problema non è il luogo o il servire alcolici”. “La clientela è di 2 tipi” ci spiega Milena “quella dei locali e quella degli ambulanti, è quest’ultima che andrebbe colpita, noi locali non la controlliamo, non vengono da noi ma il casino lo fanno loro. Quando non ci sono ambulanti la piazza alle 03:00 è deserta, se invece ci sono continuano a vendere alcolici, anche in vetro, fino alle 04:00 e la loro clientela rimane dopo la chiusura dei locali, fino alle 05:00. Va tolta la movida illegale”. Punto fondamentale che entrambi evidenziano è che, se questa ordinanza non verrà tolta o modificata, subiranno forti perdite per tutta la stagione estiva in cui, per questo tipo di attività, vengono di solito coperte le spese per tutto l’anno: “Se togli il dehors e l’asporto ci tagli le gambe, se le cose non cambiano avremo una perdita prevista dal 30 al 40 %. La zona Isola è tappezzata di piccoli localini, che vivono solo dello spazio esterno, non li puoi riempire di 100 persone quindi vai per forza in perdita” dice Milena, “Prevediamo di sicuro un 30% in meno del lavoro, il nostro è tutto banco, non ha una parte interna” spiega infatti Nicolò. “Il problema c’è, me ne rendo conto, ma non dobbiamo rischiare noi di fare gli eroi per strada, la soluzione per me sarebbe affidarsi a chi gestisce a livello di sicurezza questi problemi della movida mettendo più controlli costanti: se vedi due volanti ai lati della strada ci pensi a fare casino quando fai serata” propone Nicolò come soluzione. Il sentimento condiviso è infatti quello che sia necessaria un'azione rivolta direttamente a chi causa degrado durante le serate, mantenendo la tranquillità delle zone con un servizio di autorità competente, veloce e affidabile. Questa è vista come un'azione che non solo ignora il problema ma causa a cascata una serie di ripercussioni negative: dai gestori ai dipendenti, fino ai clienti e ai fornitori. "Invece di fare un passo in avanti ne facciamo dieci indietro", così Milena commenta questa decisione, "Siamo in centro a Milano e non in un paesino sperduto, la movida non è nata ieri, è nella cultura intrinseca di Milano, in questo modo non sarebbe paragonabile e non rivaleggerebbe con le capitali europee conosciute anche per questo, togli un servizio che fa muovere l'economia".

La raccolta firme


Per reagire all’ordinanza ogni zona ha inviato una PEC al comune di Milano con osservazioni su questa iniziativa, i punti principali evidenziati sono: l’insufficiente preavviso dato dal comune per presentare osservazioni approfondite e la mancanza di confronto con gli esercenti e di studio del territorio interessato. Viene sottolineato come gli esercizi svolgono le proprie attività con licenze e concessioni dei plateatici rilasciati proprio dal comune stesso e come l’asporto sia cruciale per le realtà che hanno uno spazio interno limitato, inoltre limitarsi solo ad alcune aree creerebbe una sleale concorrenza con quelle non colpite. Infine, viene evidenziato il già citato problema degli ambulanti abusivi, che con questo tipo di ordinanza dislocheranno il degrado altrove, senza così risolverlo. Si chiede dunque che non vi siano limitazioni all’orario di utilizzo dei dehors per tutti i giorni della settimana, mantenendo l’orario di chiusura dei plateatici alle 02:00, da considerarsi come un prolungamento all’aperto del locale poiché si tratta di normalissima attività commerciale legale che non reca disturbo. Nicolò Gozzo di Icebound ha contattato assieme ad altri 5-6 locali della sua via (Corso Garibaldi) un avvocato specializzato per intraprendere un’azione legale e portare avanti dei ricorsi “O si trova una mediazione tra le due parti o continueremo a fare ricorsi” spiega Nicolò. I locali iscritti alla Confcommercio faranno partire dall'8 maggio 2024 una raccolta firme per clienti, titolari e fornitori alla quale aderiscono già molti locali delle zone interessate (tra cui Vinyl e Icebound) con l’obiettivo di arrivare almeno a 1000 firme.

Foto di copertina da plancas67 su Flickr
Immagini dalla pagina Facebook di Icebound e dall'archivio 2night di Vinyl

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scritto da:

Giuseppe Narduzzo

Esco dal ‘98 con la bocca sempre piena di qualcosa da mangiare, per questo non parlo ma scrivo. Cerco in giro ciò che gli altri ignorano e amo raccontarlo, quindi se stai leggendo questo la direzione è giusta. Ogni storia può essere gustata, basta saperla condire bene.

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