5 rifugi da non perdere sulle montagne di Verona tra Lessinia e Monte Baldo

Pubblicato il 24 gennaio 2018

5 rifugi da non perdere sulle montagne di Verona tra Lessinia e Monte Baldo

Ho sempre avuto un rapporto speciale con le montagne di Verona, un legame nato durante l’infanzia e cresciuto grazie anche alla passione di mio padre, esperto fungaiolo. Fu lui a portarmi nei boschi e ad insegnarmi a muovermi, ad osservare, a capire le condizioni e le caratteristiche favorevoli che ci avrebbero concesso di tornare a casa con un bel cestino pieno di porcini e finferli. Io non ho seguito le orme di mio padre, ho sempre prediletto osservare i paesaggi  e la fauna piuttosto che raccogliere i funghi ma quando si parla di montagna, sento sempre un forte richiamo.
 
Le “mie” montagne sono la Lessinia e il Monte Baldo, due ecosistemi completamente differenti l’uno dall’altro: la Lessinia, un manto di boschi e pascoli solcato da numerose valli a canyon (dette vai) con dolci cime erbose. Qui ho trascorso le mie vacanze estive durante la giovinezza, restando sempre affascinato dalle caratteristiche contrade coi tipici tetti in pietra e dai fossili che tappezzavano il lavabo dove mia madre puliva le posate.
Diversamente il Monte Baldo non fa parte della mia storia personale, l’ho scoperto crescendo e meravigliandomi della sua incredibile eterogeneità e difformità rispetto alla Lessinia. Da ambienti tipicamente alpini sopra i 2200 metri di altezza ad habitat sub-mediterranei nelle aree limitrofe al Lago di Garda, sul Baldo le meraviglie della natura si intrecciano in una spazio davvero ristretto.

Le montagne veronesi possiedono una fortissimi attrattiva gastronomica, qui durante i miei itinerari ho potuto gustare una serie di prodotti tipici di eccellente qualità: i vini della Terra dei Forti, il Durello della Lessinia, il formaggio Monte Veronese Dop, il miele della Lessinia, i marroni di San Zeno di Montagna, il tartufo del Monte Baldo.
 
I rifugi sono l’emblema delle montagne veronesi ed è proprio qui che ho potuto apprezzare al meglio le eccellenze enogastronomiche del territorio, i sapori e le fragranze che nascono da tradizioni e saperi antichi.

Ho deciso di descrivere i 5 rifugi da non perdere sulle montagne di Verona, per chi vuole scoprire o riscoprire la vera arte culinaria della montagna veronese:

Una ex malga diventata gioiello della Lessinia



Il Rifugio Bocca di Selva (comune di Bosco Chiesanuova) restaurato ed inaugurato nel dicembre 2009 ha saputo mantenere indenne il fascino della malga d’alpeggio, una storia risalente al 1218 e testimoniata da alcuni antichi documenti. Mi trovo di fronte ad un piccolo gioiello di architettura montana caratterizzato da spessi muri in pietra, interni in legno ed un tetto che è stato volutamente ristrutturato mantenendo le lastre di pietra della Lessinia, materiale di pregio tipico della zona.  
Raggiungerlo è semplice, grazie all’ampio parcheggio e alla sua posizione strategica nel cuore del Parco Regionale della Lessinia a 1.550 metri di quota, mi trovo circondato dalla natura senza dover percorrere sentieri, il rifugio è vicino alla strada.
Il Rifugio Bocca di Selva propone un menù legato alla cucina locale utilizzando prodotti di indiscussa qualità come il formaggio Monte Veronese ed ottimi salumi e insaccati.
Il piatto simbolo sono senz’altro gli gnocchi di malga con formaggio grana, ricotta affumicata e burro fuso. Altrettanto gustose le fettuccine con il ragù di cinghiale, la pasta al ragù di salsiccia, la carne salà, il saporitissimo gulash ed il “piatto del baito” con salame nostrano, salame affumicato, formaggio Monte Veronese fresco e mezzano, polenta e funghi trifolati.
Per chiudere in bellezza bisogna provare i dessert come lo strudel di mele, la torta di pere, il salame al cioccolato e la panna cotta.
Il rifugio dispone di solarium esterno, una accogliente sala da pranzo, zona bar, e camere per il pernottamento al piano superiore. Da qui partono numerosi sentieri escursionistici e percorsi per mountain-bike che d'inverno si trasformano in percorsi per sci da fondo.
Il meglio della montagna sia per chi vuole fare sport e trekking, sia per le famiglie o gli anziani che non possono percorrere distanze.

Un Panorama d'Incanto, testimone della Grande Guerra



Il Rifugio Castelberto è una ex caserma militare risalente alla prima guerra mondiale, ristrutturata e adattata perfettamente ad accogliere i visitatori. Arrivato a destinazione mi guardo intorno, osservando i resti di quelle che furono trincee, testimonianze di uno dei teatri di battaglia della Grande Guerra.
Sorge in località Castelberto nel comune di Erbezzo a 1765 m di quota, nella punta terminale a nord dell’altopiano dei Monti Lessini, lo raggiungo facilmente lasciando l’auto un chilometro prima e percorrendo una passeggiata molto accessibile, che non richiede sforzi particolari. Il panorama è unico, con lo sguardo passo in rassegna il lago di Garda, il Monte Baldo, le cime glaciali dell’Adamello, le Dolomiti di Brenta sino ai gruppi più vicini del Pasubio e del Carega.
E la cucina non è da meno con un vasto assortimento di piatti tradizionali: tagliere della Lessinia di salumi e formaggi, crema di ortiche e formaggio caprino di Erbezzo, gnocchi di grano saraceno con patate, verze e Monte Veronese dolce, canederli, polenta e spezzatino, polenta e funghi, carne salà, bistecche di puledro e tante verdure. I dolci sono tutti artigianali, fra questi spiccano la torta di grano saraceno, la torta di ricotta e cioccolato e la crostata di frutta.
Nei pressi del Rifugio Castelberto è presente un osservatorio da dove ho potuto scoprire i nomi, le direzioni e le altitudini delle vette più famose che fanno da corona naturale a questo rifugio.

La storia della Lessinia, sul sentiero europeo



Il Rifugio Podestaria è parte della storia della Lessinia, fu la residenza estiva del podestà di Verona eletto dalla Nobile Compagnia dei Lessini che vi risiedeva per amministrare i territori, riscuotere i tributi e esercitare la giustizia.
Il rifugio si trova a metà strada tra Bosco Chiesanuova ed Erbezzo, sul sentiero europeo E7 ed è raggiungibile d’estate in auto, moto o a piedi mentre d’inverno con gli sci da fondo e le ciaspole grazie alle piste battute.
Qui ho trovato diverse proposte, una cucina gustosa fatta di piatti della tradizione veronese e montanara: gnocchi al burro, luganega e polenta, trippa alla parmigiana, taglieri con polenta, salami e formaggi, salsicce e favolosi dessert come la cheescake con marmellata di pesche, il salame di cioccolato, la torta alla ricotta e cioccolato, le crostate e la tradizionale “fogassa” all’erba madre.
Per chi volesse godersi una visione unica del cielo terso della Lessinia, qui vengono organizzate delle meravigliose serate notturne di osservazione in compagnia di astrofili che grazie ai loro  telescopi guidano gli appassionati alla scoperta delle costellazioni e dei pianeti.

In vetta per dominare il Garda



Il Rifugio Telegrafo prende il nome dalla cima del Monte Telegrafo, dalla cui sommità gli informatori napoleonici mandavano a valle i segnali. E’ il rifugio più in quota del Monte Baldo, sorge infatti a 2147m s.l.m. ed ha una posizione dominante sul Lago di Garda.
E’ la Mecca degli amanti dell’alta montagna, al rifugio infatti si arriva solo a piedi da molteplici accessi, sia dal versante Lago di Garda che da quello orientale del Baldo. Arrivato in cima mi si apre di fronte un panorama mozzafiato, una incredibile vista che copre quasi tutto il perimetro del Garda e che mi ripaga completamente dello sforzo per raggiungere la vetta.
Presso la struttura ho trovato un servizio di ristorazione dove poter gustare ottimi piatti tipici: gnocchi alla ricotta affumicata, polenta con funghi e formaggio alla piastra, minestrone di legumi, Spätzle con noci e speck, taglieri di formaggi e salumi, dessert fatti in casa come la torta “monella” e lo strudel. Ho notato una particolare attenzione ai prodotti del territorio che si fregiano del marchio di qualità territoriale “Baldo”, marchio che il rifugio stesso ha acquisito.
Dal rifugio si possono intraprendere diverse splendide attività tra cui escursioni naturalistiche a piedi, ciaspolate, tour fotografici, vie ferrate e sentieri alpinistici, escursioni e corsi di guida in mountain bike, voli tandem in parapendio, attività di gruppo e di team building.
In inverno raggiungere il rifugio non è semplice e bisogna essere esperti alpinisti, il Rifugio Telegrafo rimane aperto in questa stagione solo se le condizioni meteo lo consentono.

360° di emozione, direttamente sulla terrazza



Costruito nel 1962 in onore del medico-alpinista veronese Giovanni Chierego, il rifugio è situato in uno dei punti più suggestivi e panoramici della cresta del Monte Baldo.
Ai piedi di cima Costabella ho potuto ammirare un panorama incredibilmente ampio: Val d’Adige, Lago di Garda, Lessinia e monte Carega. A sud, dalle ampie vetrate interne, riconosco Verona e la pianura fino a scorgere, complice la giornata favorevole, gli Appennini.
Il Rifugio Chierego è raggiungibile a piedi, in bicicletta o nel periodo invernale con ciaspole o sci d’alpinismo da San Zeno di Montagna, da Spiazzi o seguendo i vecchi impianti di risalita di Prada durante l’inverno.
E’ aperto tutto l’anno e rappresenta il punto di accesso alla traversata del gruppo del Baldo, qui ho trovato una cucina casalinga che propone piatti della tradizione culinaria locale e baldense: tagliere misto, zuppa di legumi con orzo, pasta al ragù, tagliatelle al ragù di capriolo, canederli allo speck e ai funghi, lasagne, risotto, polenta con goulasch di manzo, polenta con formaggio fuso, polenta con lucanica, polenta con funghi, polenta con carne salada e fasoi, polenta e formaggi freschi, fagioli, crauti, peverada, piselli.
Di fronte a me una cinquantina di posti a sedere ed una magnifica terrazza esterna con ulteriori ottanta posti, ottima soluzione anche per cene di gruppo. Per chi avesse intenzione di sostare più giorni su queste splendide vette, il Rifugio Chierego offre 24 posti letto a prenotazione obbligatoria, dovrai però ricordarti di portarti il sacco a pelo o il sacco lenzuolo.

"foto tratta dalla pagina facebook del Rifugio Bocca di Selva"

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scritto da:

Emanuele Fiorio

Le mie passioni sono afflitte dalla Sindrome di Peter Pan, sono rimaste immutate sin da quando ero bambino: ambiente, comunicazione, musica, politica, sport. Mi dicono spesso che sono iperattivo e che non so accontentarmi. Vero, ma “chi osa sprecare un’ora di vita non ha ancora scoperto il valore della vita” diceva un certo Darwin.

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