​Fotografie ai piatti nei ristoranti: è giusto vietarle?

Pubblicato il 18 luglio 2024 alle 11:50

​Fotografie ai piatti nei ristoranti: è giusto vietarle?

Ebbene sì, il dibattito sul divieto di foto si sta traslando in azioni concrete perché, sebbene le immagini siano popolari, molti locali le stanno limitando per preservare l'esperienza.

Foto, occasione speciale o anarchia?

Oggi, è comune vedere i commensali impugnare il proprio smartphone per immortalare piatti e ambienti prima di iniziare a mangiare. Quella che era un’abitudine riservata solo a eventi speciali, è ormai diventata una pratica abituale anche durante una cena casual. Tuttavia, il fenomeno ha sollevato una serie di discussioni tra chef, ristoratori e clienti: è corretto limitare o addirittura vietare le fotografie nei ristoranti?

Negli ultimi anni, numerosi ristoranti hanno adottato politiche "no photo" per gestire l'invasione degli scatti fotografici. Il ristorante Carbonis di Parigi, noto tra gourmet e influencer, ha recentemente implementato restrizioni per evitare che i clienti trasformino la loro cena in una sessione di fotografia. Il locale ha dichiarato che, sebbene apprezzi le foto condivise dai clienti, queste possono creare disturbo sia agli altri ospiti che allo staff. 

Il nemico non è solo lo smartphone

Anche l'attrezzatura fotografica professionale sta diventando un problema. Treppiedi, luci e macchine fotografiche possono invadere lo spazio del ristorante, interrompendo il comfort degli altri clienti. Inoltre, molte volte i fotografi improvvisati scattano senza il permesso degli altri avventori, violando la loro privacy. Recentemente, il ristorante Dae di Brooklyn ha introdotto una severa politica di divieto di foto, ammettendo solo scatti veloci dei propri piatti al tavolo. La proprietaria Carol Song ha spiegato che alcuni clienti entravano per scattare foto, ordinavano solo bevande e passavano ore a fotografare i piatti di altri tavoli, spesso senza nemmeno fare un ordine completo (!).

Non si tratta solo di foto, ma di educazione 

La questione del divieto di fotografare nei ristoranti si inserisce in un contesto più ampio di discussioni sulla moderazione dei comportamenti sociali e sulle norme di etichetta. Con l'avvento dei social media e delle condivisioni istantanee, la visibilità dei ristoranti è aumentata esponenzialmente, ma questa pubblicità gratuita ha anche portato a comportamenti che molti considerano fastidiosi. Nel 2013, il New York Times riportava il malcontento di chef e maître d'hôtel riguardo alla costante interruzione dei pasti da parte dei flash delle macchine fotografiche. Questi interventi distraggono i commensali e spezzano l'atmosfera del pasto.

Divieto, sì o no?

Al momento la decisione di vietare le fotografie è un aspetto strettamente personale di ciascun ristorante. I clienti accettano tacitamente queste regole al momento della prenotazione o entrando nel locale, e non esiste una legge che imponga ai ristoratori di giustificare tali scelte. La possibilità di imporre regole sul dress code o sull'età dei clienti dimostra che i ristoratori hanno il diritto di gestire l'ambiente del loro locale come meglio credono.

"Ristorante mio, regole mie"! Sì, ma va comunicato

Ognuno detta le proprie regole a casa sua, ma attenzione a fornire la giusta comunicazione al commensale, o il malcontento potrebbe essere immortalato non solo da un post social ma anche da una cattiva recensione, nemica giurata della ristorazione contemporanea.


Foto di Eaters Collective su Unsplash
Foto di Fábio Alves su Unsplash

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scritto da:

Maggie Ferrari

I miei ricci parlano per me. Scatenata e bizzarra la notte, frenetica e in carriera di giorno. Toglietemi tutto ma non i miei apericena in centro e la malinconia del weekend, quando mi manca Milano.

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