Il format leccese Cantiere Hambirreria bussa alle porte di Milano con un progetto ambizioso

Pubblicato il 13 novembre 2021

Il format leccese Cantiere Hambirreria bussa alle porte di Milano con un progetto ambizioso

Ideato dai fratelli Vetrugno si consolida punto di riferimento in città e si prepara a nuove sfide

Era il 9 aprile del 2017 quando inaugurava il Cantiere Hambirreria, all’epoca un localino in stile industrial da 80 coperti dove mangiare ottimi panini hamburger e bere birra alla spina. Oggi, a distanza di 4 anni e mezzo, Daniele e Andrea Vetrugno, le menti e le anime di questo contenitore di esperienze, dopo aver quasi decuplicato numeri e spazi, e aver raggiunto un successo indecifrabile nella loro regione, si preparano a sfidare Milano. Abbiamo incontrato il maggiore, Daniele, e ci siamo fatti raccontare la loro breve ma intensa scalata al successo (anche se lui – con grande umiltà – dice di non averlo ancora raggiunto).

Intervista a Daniele Vetrugno

Com’è che vi è venuta l’idea di aprire un’hambirreria?
La passione in ambito ristorativo l’abbiamo sempre avuta, considerando che la nostra famiglia gestisce da 23 anni un’attività storica nel cuore di Lecce, i Latini, dove tra l’altro abbiamo sempre lavorato fin dall’adolescenza. Nel frattempo, però, iniziava a cresceva in noi il desiderio di indipendenza e così, dopo una lunga e attenza valutazione, decidiamo di metterci in gioco per realizzare il nostro sogno di dar vita a un format che mancava a Lecce.


E così, tra entusiasmo, sacrifici e lungimiranza, nasce Il Cantiere, in uno dei quartieri sottovalutati e quasi dimenticati di Lecce. Oggi siamo felici che abbia ripreso vita, grazie anche alle tante attività ristorative che hanno aperto dopo di noi e che hanno a loro volta creduto nelle potenzialità di questa zona.


Ottanta coperti per una start up possono essere difficili da amministrare, ma per voi pare non essere stato un problema. In brevissimo tempo e nonostante il covid avete ampliato notevolmente l’offerta arrivando ad averne 600 disposti su 2 piani in oltre 1000mq...
Esatto; tutto è avvenuto in poco più di quattro anni. Tra le tante soddisfazioni anche aver saputo che sono state fatte delle tesi universitarie sul "fenomeno Cantiere", oltre all'interessamento da parte di catene franchising. E tutto questo per noi è stato motivo di orgoglio. Non è stata di certo una passeggiata, anzi. Dietro al Cantiere di oggi si cela lavoro certosino invisibile, fatto di studi, ricerca, investimenti e, come dicevamo prima, sacrifici; a pochi mesi dall’inaugurazione, ad esempio, prendo la difficile decisione di abbandonare il calcio professionistico, poiché l’attività assorbiva ogni energia e momento libero.
Sei pentito di questa scelta?
Inizialmente ero dispiaciuto, ma col senno di poi lo rifarei mille volte. Tra l’altro è grazie al calcio e agli insegnamenti che questo sport mi ha lasciato se oggi metto in campo strategie vincenti.


In che senso?
Grazie al calcio ho capito l’importanza di fare squadra e di essere coesi. Con il mio staff, che ringrazio e gratifico quanto più possibile, è un confronto continuo e alla pari; insieme condividiamo un progetto e lavoriamo per raggiungere un obiettivo. E questo fa la differenza. Io per loro non voglio essere un capo, ma un leader. Quello del Cantiere è un grande team, composto da 50 preziosi collaboratori. Un ringraziamento particolare va a mia moglie Erica, che mi è sempre accanto e svolge un importante ruolo dietro le quinte.


Allo stesso modo anche con la tua clientela hai un rapporto di condivisione continuo. Ce lo spieghi?
In questi anni mi sono reso conto che oltre alla qualità, imprescindibile e che do per scontata nel mio modus operandi, la gente ha iniziato ad amare il nostro locale considerandolo una seconda casa. E questo credo sia accaduto poiché vedono nel Cantiere un brand identitario nel quale riconoscersi, in cui stare bene, dimenticare per un attimo i problemi del vivere quotidiano e dedicarsi ai piaceri della vita.


A proposito di identità, raccontaci il mood del Cantiere...
Io e Andrea, da sempre, siamo dei patiti dell’America e dello stile industrial, tanto che prima di aprire il locale, trascorrevamo ogni giorno libero alla disperata ricerca di elementi con cui arredarlo. Visitavamo le fabbriche in disuso, i mercatini e facevamo anche viaggi nell’ottica di acquistare pezzi originali da restaurare. Sì, volevamo un ambiente curato nei minimi dettagli, che avesse un’autentica anima da… Cantiere!


Ogni pezzo d’arredo, rigorosamente a tema, è unico e originale: dai mattoni refrattari alle tubazioni, dai morsetti ai tondini, dai motocicli alle carrucole, dagli spillatori delle birre alle maniglie delle porte e così potrei continuare per ore. Allo stesso tempo anche i piatti del menù e i supporti per servirli si ispirano ad elementi del mondo cantieristico.


Come hai scelto questo nome?
Da una serie di simpatiche coincidenze, come fossero dei "segni del destino", unite al fatto che in questo spazio si respira veramente l'aria di un cantiere, dal quale tutto l'arredamento ne trae spunto. Ogni dettaglio rimanda a quel mood, a partire dall'icona del locale, una trave sulla quale siedono i lavoratori senza imbragatura che immortala appunto il primo cantiere al mondo, nato a New York.


Definirlo hamburgeria o birreria, però, è riduttivo. Cosa è Il Cantiere nel 2021?
Il Cantiere è un sogno che si realizza. È un contenitore di buoni sapori, è un punto di ritrovo per tutti, che per le sue dimensioni è diventato quasi "la città". Un posto di condivisione e forse persino uno stile di vita.
Un luogo informale dove trascorrere serata all’insegna del buon cibo, buona birra e musica di qualità, lasciando i pensieri fuori dalla porta.


Quali sono i punti di forza?
Standard qualitativi sempre più alti, sia di prodotto sia di servizio. L’organizzazione e la velocità del servizio sono fondamentali, ma per ottenerli è altrettanto importante lavorare sulla motivazione e formazione dello staff. E come dicevo prima, anche l’originalità del format e il brand fortemente identitario in cui la gente si riconosce.


La soddisfazione più grande?
Avere costanza di affluenza in ogni giorno della settimana e ricevere complimenti da parte di clienti entusiasti. Questa è la nostra soddisfazione, nonchè il motore che ci spinge ogni giorno a fare meglio.


Tra i format che portano la vostra firma anche Dolci e la Gintonicheria. Ce li racconti?
Dolci è un format che propone – come dice il nome stesso – tutti i prodotti di una classica bakery americana, giusto per stare in tema. È nato durante la pandemia a seguito di numerose richieste e apprezzamenti da parte della clientela per avere i nostri dessert rigorosamente artigianali sia in formato take away sia disponibili su commissione esterna per compleanni o ricorrenze speciali. A giorni, dunque, amplieremo la proposta con un laboratorio apposito, che osserverà orari diversi e avrà una sua anima indipendente.


La gintonicheria, invece, è un’area dedicata agli amanti del famoso distillato dotata di un’immensa vetrina con in esposizione oltre 400 etichette di gin e numerose botaniche in abbinamento. Si può riservare un tavolo e cenare circondati dai gin e provare le etichette che ispirano di più.


Tra le novità di cui parlare, l'imminente apertura di uno store milanese. Come mai questa decisione?
Vista la crescita esponenziale registrata e le numerose richieste di persone che ci scrivono da tutta Italia, tra cui Milano, abbiamo pensato di portare il nostro marchio e il nostro format fuori dalla regione.


Un piccolo store, dunque, ma con lo stesso mood. Giusto?
Esatto. Un Cantiere in miniatura e la stessa proposta di menù che trovi qui. E per farlo abbiamo scelto una zona che ci piaceva molto, corso Garibaldi (Moscova).
Vi spaventa il confronto con una città cosmopolita come Milano, dove tra l’altro la concorrenza è spietata?
Non ci spaventa perché siamo ambiziosi, ma entreremo comunque in punta di piedi e con grande umiltà. Abbiamo imparato a non dare nulla per scontato e a procedere lungo qualsiasi tratta per gradi, step by step. 


Cosa vorresti realizzare nel prossimo futuro?
Ci sono tanti progetti in cantiere...sicuramente cercare con grande impegno di migliorarmi giorno per giorno non dando mai nulla per scontato e cercando di portare sempre novità che in qualche modo possano stupire la nostra clientela.


Ultima notizia golosa prima di prendere posto a sedere: che panino mi consigli?
Il temporary burger del mese che a novembre si chiama Doc ed è ispirato a uno dei film e personaggio icona degli anni novanta. Dentro ci trovi un chicken burger da 200 gr con panatura croccante ai corn flakes, crisy baked bacon , smoked cheddar cheese, salsa “back to the future bbq, jalapenos a rondelle, spirali di patate e bun grigio artigianale. Però prima devi farti tagliare qualche affettato dallo zio del Cantiere, per stuzzicare l’appetito.
Effetto wow garantito!
 

  • GLI ADDETTI AI LAVORI
  • HAMBURGER
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scritto da:

Laura Sorlini

Vanta un’esperienza giornalistica competente e versatile maturata in anni di redazione. Appassionata di enogastronomia e turismo e sommelier, è alla continua ricerca di aspetti ed eventi da raccontare nelle rubriche che cura periodicamente per alcune delle più autorevoli riviste di settore.

IN QUESTO ARTICOLO
  • Cantiere Hambirreria

    Viale Dell'Università 23, Lecce (LE)

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