Daniele Reale, l’anima del Pub Marciano di Venezia

Pubblicato il 1 febbraio 2020

Daniele Reale, l’anima del Pub Marciano di Venezia

Se vuoi conoscere qualcosa a fondo, meglio andare direttamente alla fonte. E allora, per capire l’essenza del Pub Marciano di Venezia, non potevamo che sederci a un tavolo - ovviamente davanti a una pinta - con Daniele Reale, ideatore, fondatore e PR del progetto Marciano in laguna.

Spirito imprenditoriale, pensiero lucido e idee chiare, Daniele conosce ogni dettaglio della nascita di questo locale e della sua evoluzione, passo dopo passo. Ma basta entrare anche solo una volta al Marciano a Cannaregio per capire quanta strada abbia fatto l’azzardo di Daniele e i suoi soci quando, anni fa, l’idea di inaugurare un pub a Venezia era poco più di un pensiero coraggioso.

Daniele, come nasce l’idea di un Marciano a Venezia?

È stata un’idea ambiziosa voluta fin dagli albori, non conseguente al successo del Marciano di Marghera. Certo, il format solido e il grande riscontro ottenuto in terraferma hanno contribuito a perseguire con ancora maggior determinazione l’apertura di questo locale che è ben più di un semplice spin off veneziano. Ma la volontà di portarlo qui c’è sempre stata.

Finché Marciano a Venezia è diventato una realtà.

Sono passati 5 anni, principalmente perché al progetto serviva la location giusta. Quando l’abbiamo trovata, non ho e non abbiamo più avuto dubbi. L’inaugurazione è stata lo stesso giorno di quella di Marghera (il 10 settembre), cinque anni dopo. Ma non si tratta di una replica dell’originale. Volevamo amplificare le potenzialità del progetto, uscire dalle logiche del marketing o delle mode del momento, nonostante l’enorme apprezzamento del primo pub. La filosofia di base è stata semplice: realizzare un locale che da cliente vorrei trovare, insomma, il locale che vorrei.

E com’è il locale che vorresti (e adesso c’è)?

Ha una chiave internazionale, perché ormai il tipico ora è etnico. E si basa su una piccola, grande certezza: la cura del dettaglio è alla base di tutto. È fondamentale per i piatti che vuoi servire, per le spine delle birre, per la cantina, per gli ingredienti e i prodotti che scegli come per il clima che si crea nello staff, così come nella struttura del locale a livello architettonico.

Il design del locale è unico in laguna.

Ha la struttura di un pub, ma non poche peculiarità legate all’ambientazione veneziana. Lo spazio è organizzato in modo logico. La scelta di fare meno coperti di quanti possibile è quantomeno rara da queste parti, ma volevo che ci fosse lo spazio vitale per i clienti. Mi sono battuto in prima persona contro le iniziali proposte degli architetti che volevano schiaffarci cento coperti tutti attaccati. Lo stile dell’arredamento è angloveneto, con un lampadario di Murano con dettagli in stile Burberry e decorazioni ispirate a Palazzo Ducale e alla Scuola Grande di San Rocco.

Cosa ti ha insegnato l’esperienza del Marciano di Marghera?

Prima di tutto, questo mestiere deve rimanere una passione. E per esserlo bisogna dedicarsi a una ricerca continua, in tutte le direzioni. Ma non solo. Dev’esserci scambio, arricchimento reciproco, con i soci, con il team e anche con i clienti.

Infatti c’è sempre tanta ricerca alla base di tutto.

Materie prime, carni, pesce fresco, ma anche birre e vini. Abbinamenti, ricette, esperimenti, errori e successi. Tutto fa parte di una ricerca che ha come finalità quella di rendere i clienti consapevoli il più possible di quello che stanno mangiando e bevendo. La ricerca è finalizzata alla qualità, alla varietà e al miglior modo possibile per divulgare la conoscenza delle eccellenze enogastronomiche che di volta in volta selezioniamo. Vale per tutto, dai vini naturali alle bollicine nazionali e internazionali, dai salumi agli affettati ai formaggi francesi sempre a rotazione.

Alla base del successo di Marciano c’è anche l’armonia tra staff e soci?

Tra i soci c’è una sana competizione. Ci confrontiamo, ci raccontiamo e condividiamo idee su nuovi prodotti. Ma tutta la squadra ha un valore fondamentale. Qui fare gruppo è un aspetto formativo impossibile da trascurare, il personale è responsabilizzato. Il locale ha successo se lavoriamo tutti assieme per lo stesso obiettivo.

Qual è la tua missione al Marciano di Venezia?

Vorrei che le persone trovassero qui il posto giusto per stare bene e scoprire qualcosa di nuovo. Vorrei educare a mangiare e bere bene seguendo un percorso basato sulla qualità al giusto prezzo. Non ci interessa speculare, ma far conoscere al consumatore i prodotti secondo noi migliori, selezionati appositamente e con cura. Credo che il messaggio sia stato recepito e condiviso anche da altri ristoratori che passano spesso a trovarci e apprezzano quello che facciamo. È così che si innesca un circolo virtuoso.

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scritto da:

Giacomo Pistolato

Cinefilo e gattofilo, mi piace scrivere e osservare. Vivo e scelgo Venezia, quasi tutti i giorni. Non amo le contraddizioni. O forse si.

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