Ti porto a cena nel Ghetto di Padova a provare una cucina tradizionale e ricercata al tempo stesso

Pubblicato il 14 novembre 2022

Ti porto a cena nel Ghetto di Padova a provare una cucina tradizionale e ricercata al tempo stesso

Va’ dove ti porta il cuore, mi hanno detto. E io ho sempre fatto così: il cuore mi ha portato a Padova, la pancia mi ha portato dritta dritta dagli amici di La Sciabola, nel cuore del Ghetto. Sotto lo sguardo attento ma discreto di Marco mi sono lasciata cullare da una cucina tradizionale e ricercata al tempo stesso. Non un semplice ristorante ma non solo un’enoteca: ti racconto come è andata.

Il locale

Sai quando sei un po’ giù di morale, hai bisogno di un abbraccio e all’improvviso la tua collega o il tuo compagno ti stringono forte? Ecco, questa è la sensazione che ho provato appena entrata nella sala principale de La Sciabola. Ad accogliermi è Marco, il proprietario: sorriso gentile e lo sguardo attento di chi (come mi confessa lui stesso) è abituato a lavorare dietro le quinte ma è pronto ad intervenire se serve. Tavoli in legno e apparecchiatura all’americana, luci soffuse e una originale decorazione a soffitto con reti e tappi di bottiglia rendono La Sciabola quel posto intimo in cui vorresti rifugiarti quando hai bisogno di allentare la corda e concederti una cena in relax. A farla da padrone qui è la carta dei vini con una selezione di bianchi, rossi e bolle che attraversano tutto il Paese e si adattano a tutti i gusti. 

Il menù

A me la luce soffusa mette fame. Fortuna che il menù è ricco e ho adocchiato subito un paio di proposte che mi stuzzicano.


Si parte con un cannolo al baccalà mantecato con brunoise di mela croccante. Mettiamo subito le cose in chiaro: quando sei siciliana e vivi lontano dalla tua regione, tutto ciò che ti ricorda casa deve essere provato. L’abbinamento è sopraffino: la cialda del cannolo è dolce e croccante al punto giusto e abbraccia bene il sapore del baccalà mantecato.


Sempre tra gli antipasti troviamo il crudo Berico euganeo con burrata e pomodorini. Un piatto così è il classico che mette d’accordo anche gli ospiti con i gusti più difficili: il prosciutto si sposa bene con la dolcezza della burrata e l’agro del pomodorino, creando anche qui una danza di sapori. E da bere? Partiamo benissimo: Franciacorta Cuvée Terre Thuria Le Marchesine, una bollicina ricercata che ti mette di buon umore.


Apprezzo sempre quando in menù c’è qualche proposta vegetariana, motivo per cui non potevo lasciarmi scappare la lasagnetta con zucchine, carote, fior di latte e fiori di zucca. Cremosa e deliziosa, qui a fare la differenza è stato l’abbinamento dei vini. Per me, un Petit Manseng Coccinella dell’azienda Le Rose, vino morbido con note floreali che esalta le verdure e pulisce il palato dal sapore deciso del fior di latte. Per il mio lui, si continua di Franciacorta ma stavolta con Terre Thuria Saten Millesimato dell’azienda Le Marchesine: più aggressivo rispetto al precedente, lascia esplodere in bocca il sapore deciso di un piatto semplice ma non per questo banale.


La tartare di scottona Ejendù con crostini e maionese azzardata al Campari è il piatto che potrebbe ricordarti l’estate anche in pieno inverno. Il retrogusto amarognolo della maionese accompagna bene la carne, tenerissima e ben lavorata al coltello. Qui l’abbinamento è con un Brut Nature di Vignalta, l'uva autoctona è Raboso Friularo, bacca rossa vinificata in bianco: perfezione fatta vino. 


Io lo so che sono strana e con il pesce crudo voglio il vino rosso. Sempre l’azienda Le Rose propone La Faiola Rosso: proviamolo. Anzi, vi dirò di più: provatelo. Si tratta di un vino fresco ma non aggressivo che accompagna alla perfezione il tataki di tonno con cipolla caramellata e salsa ponzu, con la sua consistenza tenera e delicata, senza sovrastarlo.

C’è sempre spazio per il dolce


Era lui. Lo sapevo che era lui nel momento stesso in cui si stava avvicinando al mio tavolo e no, non mi riferisco ad un uomo ma al truffon al cioccolato e cuore di meringa. In realtà, i dolci in menù sono soltanto due, quindi per non far torto a nessuno abbiamo ordinato anche la tarte tatin di mele. Siamo su due piani totalmente diversi: la tarte tatin è il dolce che ti ricorda casa, le coccole della nonna, il pranzo della domenica e tutte le cose belle che ti riportano alla tua infanzia. Il truffon è la sensualità fatta dolce al cucchiaio: graffiante e delicato al tempo stesso, da accompagnare ad un Passito di Pantelleria “Kabir” Donnafugata, 100% Moscato di Alessandria.

"E quindi?" mi direte. "E quindi" vi dirò: una cena a La Sciabola è una danza di sapori tra piatti ricercati e realizzati con materie prime di qualità in cui il filo conduttore è la pregiatissima selezione di vini, orgoglio della casa. Un suggerimento? Puntate il dito sul menù, scegliete cosa mangiare senza pensarci troppo e fatevi consigliare cosa bere di conseguenza: non resterete delusi! 

La Sciabola
Via S. Martino e Solferino, 29 - Ghetto Centro Storico Padova
049656474


Foto di copertina: pagina Facebook La Sciabola 
 

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scritto da:

Elisa Bologna

Da piccola dicevo di voler diventare giornalista, così tutti avrebbero dovuto ascoltarmi. Crescendo, mi sono resa conto che l’amore per la buona tavola e per il vino avrebbe avuto la meglio su tutto: per 2Night scrivo per bisogno e mangio per passione.

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