Eustachio Sapone, il pasticcere di Acquaviva campione di dolcezze ma anche di solidarietà

Pubblicato il 23 gennaio 2021

Eustachio Sapone, il pasticcere di Acquaviva campione di dolcezze ma anche di solidarietà

Questa di Acquaviva non è solo una pasticceria, ma una fucina di idee nuove: dalle consegne a domicilio durante il lockdown alla creazione di un nuovo prodotto estivo. Il processo creativo passa dall’ascolto, dalla progettazione ma soprattutto dalla cooperazione. Lo sa bene Eustachio Sapone, dell’omonima Dolceria: credere di poter farcela da soli in un periodo del genere, non è assolutamente possibile.



Sono andata a trovarlo durante una giornata di metà settembre nel suo piccolo angolo di paradiso nel centro di Acquaviva. Ci divide un ricco bancone di dolcetti appena pronti, più che a distanza di sicurezza. L’odore è inconfondibile, è quello delle cose fatte bene, con antiche ricette e tantissima dedizione. Iniziamo quindi una breve chiacchierata ma davvero “ripiena” di messaggi profondi.

Ti abbiamo visto in prima linea durante il lockdown, consegnando in prima persona le famose colombe Pasquali. Come è stato quel periodo?
Questa parola, il “lockdown”. Una parola sconosciuta fino a qualche mese fa. Una parola che ormai fa parte dei nostri ricordi e del nostro lessico quotidiano. Il mio lockdown in realtà non c'è mai stato. Ho deciso, sin dal primo giorno, di chiudere la mia attività prima che lo Stato lo imponesse a tutti.



Perché chiudere prima?
Volevo preservare i miei dipendenti, i miei clienti, la mia famiglia. Non produco generi alimentari indispensabili, ma mi sono ricreduto subito, perché chiusi in casa avevamo tutti bisogno di una coccola, della carezza che solo un ottimo dolce può darti.

Una seconda chiamata “alle armi” quindi!
Esattamente, ho chiamato a rapporto qualche impavido dipendente e abbiamo cominciato a produrre utilizzando il nostro sito internet come vetrina per un po' tutta la provincia e ho creato una sezione "a casa tua" dove settimanalmente abbiamo inserivamo dei dolci diversi da quelli che facciamo di solito, dandogli anche dei nomi simpatici che servivano un po' a spezzare quell'aria austera di quei giorni.  È così che sono nati: sospirò, bignoló, barattoló ecc.



Hai un ricordo della quarantena che si possa considerare felice?
Una cosa che ricordo con piacere è stato il giorno di San Giuseppe, un giorno in cui le pasticcerie lavorano tantissimo. Ma noi, chiusi nel nostro laboratorio, abbiamo pensato a qualcosa di totalmente diverso.

Niente domicilio?
Sarebbe stato un rischio entrare in tante case per consegnare il dolce della festa del papà. Quindi, durante una videochiamata con alcuni colleghi che hanno lavorato di più in quel periodo, nacque l'idea di ringraziare, a modo nostro, i veri eroi del lockdown. Abbiamo quindi deciso di riunirci e dare la possibilità di “festeggiare” questo giorno particolare a chi era davvero impegnato in prima linea per il covid: i medici e gli infermieri del Miulli a cui abbiamo donato le zeppole a San Giuseppe. Forse siamo stati i primi a fare un gesto di solidarietà del genere.


 

  • GLI ADDETTI AI LAVORI

scritto da:

Federica Scaramuzzi

Sarà banale, ma adoro la pizza e i gattini del web. In compenso sono alla ricerca di locali insoliti e originali. Dalla Murgia alla Laguna.. sono cacciatrice ufficiale di hidden gems! Odio il piccante e adoro la pasta al forno barese (originale) di mia nonna Graziella.

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