Nei prossimi anni l'accoglienza supererà la ristorazione? Il parere di un'esperta salentina

Pubblicato il 14 aprile 2024

Nei prossimi anni l'accoglienza supererà la ristorazione? Il parere di un'esperta salentina

Abbiamo chiesto a Mariachiara Minoia, esperta di food&&Beverage del Salento, di raccontarci come ha visto cambiare il mondo della ristorazione dopo il 2020.

Invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che passa sotto il vostro tetto - Anthelme Brillat-Savarin

Brillat-Savarin, a cui fu intitolato un famoso dessert, è stato un politico e gastronomo francese che divenne famoso per un libro chiamato “la fisiologia del gusto” che mescolava citazioni filosofiche, riflessioni sul cibo e aneddoti. Di certo non si aspettava che 200 anni dopo questa frase sarebbe stata così profetica rispetto ad un nuovo modo di vivere l’accoglienza nella ristorazione. Sicuramente ne avrai avuto la percezione, sia tu sia cliente o operatore del settore HORECA (acronimo di hotellerie-restaurant-café), che ci sono molti cambiamenti in corso sulla tipologia di consumi nella ristorazione.

Ma cosa sta succedendo?

È iniziato tutto con la pandemia, quando siamo dovuti scendere a patti con le nostre abitudini, soprattutto al sud, secondo le quali si cena tardi o addirittura si esce dopo cena. Questo ormai non è più tanto vero e il momento clou delle serate è diventato l’aperitivo, oppure si esce per cena molto meno spesso. Ci sono fattori economici che pesano, tra cui l’inflazione e il costo dell’energia, che combinati alla stagnazione degli stipendi, non consente agli italiani di uscire quanto vorrebbero: in un'economia sempre più incerta, la prudenza finanziaria spinge le persone a cercare modi per risparmiare denaro, e uno dei sacrifici che viene fatto è appunto diminuire le cene al ristorante.


Inoltre, la crescente consapevolezza sulla salute ha influenzato le abitudini alimentari degli italiani. Sempre più persone stanno diventando attente a ciò che mangiano, preferendo ingredienti freschi e non processati. Questa tendenza ha portato molte persone a cucinare a casa, dove hanno maggiore controllo sugli ingredienti e sulle tecniche di cottura. La percezione che i pasti cucinati in casa siano più sani rispetto a quelli serviti nei ristoranti ha spinto molte persone a limitare le loro uscite.


Un altro fattore da considerare è il cambiamento nei modelli familiari e sociali. Con l'aumento del lavoro autonomo e dei lavori precari, molte persone si trovano a dover bilanciare orari di lavoro imprevedibili con le esigenze della vita familiare. Questo può rendere difficile organizzare cene fuori con amici e parenti, specialmente durante la settimana. Inoltre, lo sviluppo della tecnologia ha creato nuove modalità di socializzazione che non richiedono la presenza fisica. Le videochiamate, i gruppi di chat e i social consentono alle persone di rimanere in contatto senza doversi incontrare di persona, riducendo così la necessità di uscire per cenare insieme.

Risultato?

Insomma, il valore percepito dell’uscita per andare a cena al ristorante, proprio perché accade meno spesso, è aumentato moltissimo: le aspettative sono molto più alte di prima e il livello di tolleranza all’errore si è abbassato. Un’indagine di Circana del 2024 conferma tutte questa tendenza e aggiunge un altro elemento: il tipo di cibo e vino sul menù conta, per il cliente, circa il 30% nella scelta del ristorante. Il restante 70% riguarda invece tutto ciò che ha a che fare con l’accoglienza: se e come ci si sente accolti e coccolati, quanto l’ambiente sia gradevole e quanto il personale sia attento ai propri bisogni. Il vantaggio di impostare il proprio locale su questi valori è evidente: un'accoglienza calorosa e attenta fa sentire i clienti importanti e apprezzati. Questo senso di valore può portare alla fidelizzazione della clientela, con i clienti che ritornano regolarmente al locale non solo per il cibo, ma anche per l'esperienza complessiva. L'accoglienza è la prima impressione che un cliente ha del ristorante. Un sorriso sincero, un saluto cordiale e la disponibilità immediata possono mettere subito a proprio agio chi entra nel locale, creando un'atmosfera positiva che influenzerà l'esperienza.


A livello poi puramente economico, quando i clienti si sentono ben accolti, sono più propensi a esplorare il menu, ad ordinare e a provare cose nuove e quindi portare ad un aumento della produttività per il ristorante. Un'accoglienza eccellente genera feedback positivo da parte dei clienti: le recensioni online ma soprattutto il passaparola positivo possono contribuire a costruire una reputazione solida. I clienti soddisfatti non solo torneranno, ma consiglieranno il locale ad amici e parenti, contribuendo così alla crescita del business. Ecco perché l'accoglienza è un elemento cruciale nella ristorazione che va oltre il sedersi al tavolo. Investire nella formazione del personale e nell'attenzione all'accoglienza può fare la differenza tra un ristorante mediocre e un punto di riferimento per ottime esperienze memorabili.


Foto di copertina di  2night, shooting di Stefano Tamborino per Filippo de Raho il Ristorantino
Foto nel testo rispettivamente di Kevin Curtis, Kelsey Chance e Fraser Cottrell da UnSplash

 

  • GLI ADDETTI AI LAVORI

scritto da:

Mariachiara Minoia

Sono nata in Salento sotto il segno del vino ma poi ho scoperto anche la birra e il gin. Ho iniziato a cucinare a 7 anni e da allora non ho più smesso. Tutto questo è diventato un lavoro: sono Consulente di Marketing e Comunicazione Enogastronomica ma sono anche assegnista di ricerca presso l’Università del Salento. Amo scrivere, viaggiare, leggere e camminare ma non contemporaneamente.

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