Parola chiave: distinguersi

Pubblicato il 25 luglio 2019

Parola chiave: distinguersi

Come nasce l'idea per un ristorante a Matera

Stefano Tricarico e Giuseppe Martelli sono due professionisti del settore con le idee ben chiare su cosa puntare nel proprio ristorante per emergere.

Com'è nata l'idea di aprire La Gattabuia?
Anni fa eravamo tre non professionisti del settore che volevano aprire una piccola enoteca con poco food per accompagnare. Poi ci siamo dedicati all'apertura di 2 ristoranti praticamente, dal momento che La Gatta Buia è divisa in 2 sale con circa 60 coperti interni e 35 esterni nella stagione calda.
Qual è la vostra proposta gastronomica?
Un tempo puntavamo molto ad una tipicità rivisitata ma oggi possiamo affermare con fierezza che il nostro menù è diventato di medio-alto profilo per cercare di uscire dalle logiche esclusive del turismo, da cui abbiamo deciso di allontanarci.
Pensiamo e riteniamo, data l'offerta gastronomica e vinicola che abbiamo, di riferirci ad un pubblico in grado di percepire la qualità che siamo in grado di offrire. Quindi diciamo addio al piatto tipico in senso proprio del termine. Quest'inverno lo abbiamo trascorso studiando e provando nuovi piatti ed il risultato ci ha molto gratificati.
Cos'hai salvato del vecchio menù?
Del vecchio menù sono rimasti pochi piatti storici: paccheri col baccalà in versione reinterpretata, fagottino con scarola su crema di taleggio, agnello e cannolo di sfoglia di pane de La Gattabuia.
Quali sono i nuovi piatti?
I nuovi piatti sono stati completamente reinterpretati e non vogliamo svelare troppo. Solo per dare l'idea della particolarità dell'offerta, segnaliamo che ci siamo dedicati alla produzione del gelato, non solo per usarlo nei desserts, ma soprattutto per accostarlo a primi e/o secondi: gelato al pomodoro abbinato alla parmigiana, per esempio.
Ci sono piatti di pesce nel nuovo menù?
Certo. Tartare di ombrina, tartara di manzo, capasanta su una crema di cavolfiori fatta con una lavorazione molto particolare.
Abbiamo cercato di tirar fuori i sapori utilizzando nuove tecniche. Il lavoro è stato impegnativo ma diremmo che ne è valsa la pena. Non è un menù tipico.
Che riscontro state avendo con questo nuovo menù?
È tutto molto apprezzato: soprattutto qualità dei piatti e materia prima elevata.
Questo menù serve ad uscire prettamente fuori dalle logistiche turistiche. Ci sono egregi colleghi che sono già collaudati sulla tipicità, quindi noi vogliamo differenziarci un po'.
La nostra scelta non è delle più semplici perché chi visita Matara, specie nel centro storico, si aspetta di assaggiare i piatti tipici, è ovvio
Il vostro target è prettamente turistico?
No, abbiamo ancora buona parte di clienti materani e anche locali. Infatti sono stati proprio loro a portarci su questa strada. La voglia di mangiare in centro, nonostante le grandi difficoltà che ci sono, è rimasta in molta gente e quindi, ovviamente, va accontentato un palato un po’ più sofisticato, abituato a mangiare anche in altri luoghi, in altri contesti in cui, a prescindere dalla tipicità, ci sia la possibilità di mangiare piatti nuovi. Questo significa anche saper ascoltare le esigenze del mercato o almeno di quello che ci è rimasto perché il turismo ha tolto molto.
L’offerta vinicola si è un po’ ampliata rispetto ai primi anni o mi sbaglio?
È in continuo aggiornamento. Le etichette sono quasi raddoppiate rispetto agli ultimi 2 anni ma probabilmente tenderanno a diminuire al fine di creare una cantina diversificata sì ma che si concentri su prodotti blasonati ma anche di nicchia ancora non noti, frutto di una ricerca e di uno studio da parte dell’azienda.

 

  • GLI ADDETTI AI LAVORI

scritto da:

Paola Pisciotta

Sono una ragioniera, amo i numeri ma ancor di più le parole. Ho studiato lingue ma la mia preferita è l’italiano. Ergo sono laureata in comunicazione e giornalista pubblicista. La contraddizione è una costante della mia vita. Amo viaggiare e non dare mai nulla per scontato. Di me direi che so scrivere senza guardare la tastiera, ma non so guardare la tastiera senza scrivere.

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