Varcare la soglia del Diavolicchio Goloso di Otranto è sempre un immenso piacere per tutti i sensi. E anche per l’anima. Al di là dell’esperienza gastronomica eccelsa, che rimane una garanzia, anche la sensazione di pace e tranquillità che si respira in ogni angolo è impagabile.
Il fatto di essere immerso nel verde, all’ombra di rigogliosi ulivi e piante da frutto, e al contempo a poche centinaia di metri dal centro di Otranto e quindi facilmente raggiungibile, lo rende il luogo ideale per staccare la spina e concedersi momenti di gusto lontani dalla routine quotidiana.


Se è una giornata di sole, la bellezza si trasforma in magia. Sul bianco immacolato degli arredi spiccano ancora di più i vivaci colori dei fiori freschi, che ogni giorno impreziosiscono la mise en place curata dalla padrona di casa Federica. Due sole parole per definire le tavole del Diavolicchio Goloso: semplici e raffinate, proprio come la filosofia di cucina che da sempre caratterizza i menù di questo bucolico agriturismo, che lo scorso 23 febbraio ha finalmente riaperto i battenti dopo una breve pausa di chiusura per restyling.


Una volta accomodati in una delle due luminose sale – dove, grazie alle vetrate che le circondano, pare di essere en plein air – ecco che la presentazione spetta alla cucina, tipica salentina ma rivisitata ad arte senza mai perdere di vista la genuinità.
La filosofia gastronomica che da sempre guida il menù firmato Diavolicchio Goloso, infatti, si basa su due concetti: semplicità e tradizione a km 0. In tavola, dunque, arrivano piatti che pescano dal passato strizzando l’occhio al futuro, mantenendo stretto un legame con la tradizione.


Un altro punto di forza è dato dalla ricerca di una materia prima locale di assoluta qualità e freschezza portata avanti dalla famiglia Chiarelli, da anni nell’olimpo dell’alta ristorazione.
Una passione tramandatasi di generazione in generazione, la cui missione è quella di far assaporare agli ospiti tutta la bontà del nostro mare e della nostra terra, tra cui spiccano le 54 piante di peperoncino (da qui il nome del locale) coltivate con altre verdure nel prolifico orto retrostante, da cui la cucina si approvvigiona quotidianamente.


La carta delle vivande, infatti, si basa su squisiti piatti a base di pesce locale rigorosamente abbinati alle verdure di stagione, in un gioco di sapori e consistenze più unico che raro. Papà Paolo lo pesca, mamma Simona lo cucina e Federica, da perfetta padrona di casa, accoglie gli ospiti e li accompagna durante il loro percorso alla scoperta di una cucina genuina, identitaria, diretta e autentica.


Una cucina che si rinnova ogni stagione, che alterna piatti preparati in base alla disponibilità di mare e orto ed evergreen gettonatissimi, tra cui le mitiche linguine ai ricci di mare, disponibili ancora per pochi giorni prima del fermo biologico.
In questo periodo, per fare qualche esempio, tra le new entry in carta troviamo delle tagliatelle di seppia con pesto di carciofi oppure un’ostrica appena scottata con tarallo, crema di fave fresche e spuma di caciocavallo. Tra i primi, invece, una parmigiana di sgombro destrutturata, eccezionale.


Interessante anche la carta vini, che comprende oltre una cinquantina di etichette, tra locali e nazionali. Dalle bollicine italiane alle francesi, per passare ai rosati rigorosamente pugliesi e ai rossi, che privilegiano il territorio ma non dimenticano grandi cantine.


Concludiamo con i dolci… il regno di Federica, proposti anche in abbinamento ai vini, al mirto fatto in casa o a un delizioso liquore, anche questo homemade, fatto con mandarini cinesi: indimenticabile il suo cavallo di battaglia, un tiramisù con le scagliette di cioccolato fondente, le crostate con frutta fresca appena colta dall’albero, la cheesecake di stampo moderno impreziosita da fragole fresche o il salame di cioccolato con mousse al cioccolato e crema al mascarpone.



 

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