​Dalla trattoria tipica al bar di quartiere: la Milano di una volta che sopravvive alle mode

Pubblicato il 15 febbraio 2023

​Dalla trattoria tipica al bar di quartiere: la Milano di una volta che sopravvive alle mode

In una città frenetica che non sta mai ferma un attimo, con nuove aperture che spuntano come funghi, anche se ormai siamo proiettati verso la primavera, è bello fermarsi un attimo. E pensare. Guardarsi magari un po’ intorno, nel quartiere. E rendersi conto che ci sono locali che ormai sono delle vere e proprie istituzioni. Trattorie, bar o circoli, ma anche pasticcerie. Non importa cosa si mangia ma da quanto tempo. A volte pare proprio da una vita, da sempre. Ecco, questo giro ce lo facciamo nella Milano autentica, quella un po’ vintage, che resiste alle mode, al passare del tempo. Quella Milano che resta sempre fedele a se stessa, quando tutto cambia.

Chissenefrega delle mode. E fa un po’ strano dirlo proprio a Milano, la capitale delle passerelle. Ma in questo caso siamo scusati perché si può anche andare oltre all’allure international e cosmopolita, per riscoprire con un pizzico di nostalgia quello che fu. E che è tuttora. La questione non è da mettere sul piano hipster. D’accordo il vintage, ma non deve essere per forza alternativo. Se chiudo gli occhi penso a quelle vie di Lambrate dove sopra il negozio c’è l’insegna vecchia che non indica più quello che c’è oggi. Ricorda, semplicemente, quello che c’era. Facciamo un giro nei locali di Milano che sopravvivono alle mode, restando un punto di riferimento in ogni epoca.

A Loreto

La selezione è personale, quindi nessuno scandalo se resta fuori qualche indirizzo. Partiamo da Loreto, in un’area che comprende Buenos Aires fino ai confini di NoLo. E iniziamo il giro dalla Paninoteca Lima. Che poi non so neanche se si chiama così, ma è così che tutti la conoscono. Ci andavo sempre tornando a casa dopo lo stadio, con mio padre, e c’era sempre gente anche tardi.  Pietra miliare degli anni ’80, quelli della Milano da bere. E pure da mangiare in questo caso. Dentro il tempo si è un po’ fermato con i tavoli in legno e la lista dei tanti panini scritta nei cartelli sopra. Un po’ scomodi perché stavi a testa all’insù dieci minuti per poi prendere sempre lo stesso panino. Quello con lo speck e il patè. Il pane è bianco ma particolare perché è sempre croccante. E mi ricordo che quando finisci poi hai sempre voglia di mangiarne un altro.
Paninoteca - via Masera angolo via Plinio, Milano - tel. 022049080

Per l’aperitivo, invece, ci fermiamo al Bar Gatto, in piazza Argentina. Anche qui la storia è sempre la stessa dagli anni ’70. Ci passi di fianco e in un certo modo ti rassicura perché è sempre lì, con il suo dehors riscaldato d’inverno e con i tavolini fuori quando fa più caldo. L’aperitivo è classico, senza diavolerie strane, al massimo con due stuzzichini. Il viavai inizia dalla mattina, con turisti e signore tutte agghindate che si bevono il cappuccino e la brioche. Il nome non è difficile, solo un omaggio ai felini che sono sparsi un po’ ovunque all’interno, tra quadri e statue. Poi legno sul bancone, come si usava una volta. Sotto foto di una Milano d’epoca, in bianco e nero. Che bellezza.
Bar Gatto - via Pierluigi da Palestrina 1, Milano - 026692280

La trattoria San Filippo Neri è la patria del bianchino. Ma non solo. Da anni propone il meglio della cucina milanese, senza spendere tanto. Anzi, proprio poco. Ma mangiando bene, mica facile. Esci che sei appagato, soddisfatto. Un inno alla cucina tradizionale. E non solo per quello che hai assaggiato ma anche per l’atmosfera della Milano più autentica che ti resta nella ossa. Nasceva come dopo lavoro, oggi ci trovi ragazzi che parlano di calcio, sciure che spettegolano sui mariti e anche una famigliola felice che mangia ossobuco e risotto alla milanese. Ecco, se dobbiamo fare una selezione dei posti più autentici di Milano, sarebbe un’assurdità non metterci anche la cooperativa San Filippo Neri.
Trattoria San Filippo Neri - viale Monza 220, Milano - tel. 0284344847

In Città Studi

Dopo Loreto, Città Studi è l’altro “quartiere” di Milano a cui sono più affezionato. Il Bar Basso è un altro piccolo pezzo di storia della città. Vedersi al Basso significa respirare un po’ di racconti, di design, di autenticità che passa tra chi lo frequenta. La storia del Negroni Sbagliato ormai la sanno tutti. Nel 1972 Stocchetto, il bartender del Basso, ha confuso la bottiglia del gin con quello del Prosecco. E ha creato una leggenda. I bicchieri troppi grossi per l’aperitivo e le due olive di accompagnamento, l’essere sempre fedeli a quello che si era un tempo, senza mai risultare vecchi, fanno di questo posto una meta intramontabile. Un rifugio per qualcuno, una sicurezza per molti.
Bar Basso - via Plinio 39, Milano - 0229400580

La Balera dell’Ortica è molto più che un posto dove andare a ballare. A settembre si sono sposati due amici, per esempio, ma si può mangiare, ridere, parlare, ballare anche. È un posto che ne racchiude molti altri. A me piace di più d’estate perché la pista è aperta e si incazzano ancora di più se ti avvicini con qualcosa da bere in mano. La cosa che apprezzo, a proposito di resistere alle mode, è che qui puoi trovare i tuoi genitori che ballano tenendosi per mano, ma anche ragazzi under 30 che amano un approccio vintage. Semplicemente inclusivo e fuori dal tempo.
Balera dell’Ortica - via Amadeo 78, Milano - tel. 0270128680

In Duomo

In questo viaggio che mischia retrò e hispter, che spesso poi capita che siano la stessa cosa, ci spostiamo in centro. Il Camparino in Galleria ha un bancone di legno che gli dona quell’aria un po’ aristocratica ma che in realtà diventa una sorta di icona senza tempo. Siamo a due passi dal Duomo. E proprio l’altra sera, camminando da solo tornando dall’ufficio, pensavo a quanto il Duomo resti sempre così bello. Il Camparino è una sorta di emanazione, una vera e propria istituzione dove bere, ovviamente, un Campari. Non uno, a dire il vero. Adesso, quando si alza lo sguardo verso la Madunina, pare ancora più brillante.
Camparino in Galleria - Galleria Vittorio Emanuele II, Milano - tel. 0286464435

Cova è forse la pasticceria milanese più conosciuta. Giriamo in Montenapoleone e ci fermiamo in questo rifugio dolcissimo e fuori dal tempo. Fu fondata nel 1817, chissà quanti panettoni è riuscita è sfornare un più di due secoli di attività. Il panettone di Cova è tra i più apprezzati, anche oggi che tutti si mettono a fare il dolce meneghino, come se lo avessero inventato loro. Magari togliendo le uvette e i canditi per metterci chissà che. Non solo una pasticceria, nei secoli è stato anche un caffè letterario e un punto di ritrovo per la borghesia milanese e per i letterati del ‘900. Oggi è la casa dell’alta pasticceria, dove prende forma e gusto la Sacher, la torta Croccante, la Coppa Cova e il Montebianco. Tutto artigianale, tutto come una volta. Un simbolo di Milano che resta intatto nel tempo.
Pasticceria Cova - via Monte Napoleone 8, Milano - tel. 0276005599

Foto di copertina dalla pagina Fb di Bar Basso

  • VITA DI QUARTIERE

scritto da:

Fabrizio Arnhold

Il trucco per un buon aperitivo o una cena perfetta? Scegliere il posto giusto. Vi racconterò i miei locali preferiti, ma sempre con spirito critico, senza mai dimenticare che a Milano c’è tutto quello di cui si ha bisogno. Basta saper scegliere.

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