Trascrizioni Festival torna a Vicenza con tre weekend di attraversamenti sonori
Pubblicato il 20 novembre 2025
A Vicenza, nell’Odeo del Teatro Olimpico, il Trascrizioni Festival si prepara alla sua seconda edizione. La formula è la stessa dello scorso anno: musica classica vista di lato, osservata mentre cambia forma e per una volta aperta a tutti. L’idea del direttore artistico Giacomo Copiello è semplice e ambiziosa: mettere la “trascrizione” al centro. In musica significa prendere un brano e spostarlo altrove, farlo suonare da uno strumento diverso, rimetterlo in circolo.
Il programma si estende dal 22 novembre al 7 dicembre, tre fine settimana consecutivi, tutti a ingresso libero. Il primo si apre con una serie di interventi di ricercatori e dottorandi dedicati proprio alla trascrizione, seguiti da una conversazione sulla chitarra come strumento di adattamento musicale. In mezzo, una selezione di strumenti del Conservatorio “Pedrollo”, esposti e suonati. La giornata si chiude con il quintetto Papier-mâché su Debussy e Ravel. Il giorno dopo torna a Vicenza Stefano Grondona, assente dal 2017, con un programma che sfila da Froberger ad Albéniz.
Il secondo weekend si allarga oltre la musica accademica. Il laboratorio Il volto dell’altro: Silent Lab, curato dall’associazione Non Dalla Guerra, coinvolge studenti e operatori teatrali in un lavoro sul suono come spazio di incontro. Il giorno dopo l’ensemble New Landscapes incrocia Dowland, Cage, Coleman, Sun Ra e la tradizione mediorientale, mostrando come la trascrizione possa funzionare anche come spostamento culturale.
L’ultimo fine settimana rimette al centro il corpo: danze popolari rinascimentali con Daniele Roi e, in chiusura, il concerto di PassiSparsi. Orlando di Lasso viene ripreso, smontato e rimesso in scena seguendo anche gli studi recenti dell’etnomusicologo Gianfranco Salvatore.
Trascrivere, qui, significa riascoltare il già noto senza aspettarsi che resti com’era. E magari anche soprendolo proprio così, già trascritto.
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Amo la musica alternativa e trovo che negli anni Ottanta tutto fosse più bello. E amo Venezia e le sue osterie. Forse quello che mi piacerebbe di più sarebbe frequentare quelle stesse osterie, ma negli anni Ottanta