Ecco perché Treviso si merita di diventare Capitale della Cultura 2020

Pubblicato il 3 febbraio 2018

Ecco perché Treviso si merita di diventare Capitale della Cultura 2020

Aspettando il 16 febbraio...

Se c’è una cosa in grado di mettere d’accordo tutta Treviso persino alla vigilia delle imminenti elezioni comunali, dirimendo ogni contesa, è il desiderio di vedere il capoluogo della Marca Gioiosa et Amorosa eletto Capitale Italiana della Cultura 2020. Signore e signori, grandi e piccini, cittadini del centro e abitanti delle periferie, bevitori ed astemi, onnivori e vegani, fighetti e no-global: il vessillo biancoceleste sventola idealmente da ogni ponte e balcone di Treviso, ardendo di speranza verso il fatidico 16 febbraio, quando il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo svelerà la scelta dei suoi sette saggi.
Arrovellandoci nell’attesa, da bravi trevigiani possiamo già gonfiare il petto: la concorrenza è agguerrita, ma la città di San Liberale vanta copiose frecce al proprio arco.

E’ una città ricca di musei…

Come sede museale, Treviso sta vivendo una nuova epoca d’oro. I musei civici Luigi Bailo e Santa Caterina sono risorti a nuova vita, in modi diversi ma complementari. Presto ospiteranno l’ultima grande esposizione del prestigioso gallerista Marco Goldin: una mostra che unirà le opere di Arturo Martini e Gino Rossi, già patrimonio trevigiano, all’esclusiva collezione francese delle argille di Auguste Rodin, il geniale padre della scultura moderna. E poi abbiamo il misterioso, secolare ed inquietante Museo Zoologico G. Scarpa presso il seminario vescovile (dove si può visitare anche la Sala del Capitolo con gli affreschi di Tommaso da Modena); il Museo Nazionale Collezione Salce; il rilanciato Museo Ca’ da Noal… E infine, naturalmente, la sempreverde Casa de’ Carraresi, che da quest’anno ospita il primo Museo del Tiramisù, al cui allestimento può partecipare chiunque, ogni venerdì pomeriggio.

…Ed è pure un museo "a cielo aperto"!

Certo, guardando questa immagine, viene da chiedersi cosa c’entri il cielo con i segreti di Treviso Sotterranea. Ma i cunicoli romani e le antiche sale celate sotto le mura e il porfido cittadino costituiscono solo una delle tante meraviglie che fanno della “piccola Venezia” un vero e proprio museo a cielo aperto.

Passeggiare da soli per le vie del centro è infatti un viaggio alla scoperta di reperti storici, scoperte archeologiche e lasciti di altre civiltà che spuntano ad ogni angolo tra palazzi laici e monumenti religiosi, tra corsi d’acqua e giardini antichi. Dalla Chiesa di San Francesco, in cui sono conservati i resti dei figli di Dante e Petrarca, fino al Mosaico del Battistero Paleocristiano dietro Piazza Duomo; passando per l’Antica Galleria Romana con la sua Fontana delle Tette, oggetto di selfie scostumati dai pellegrini di mezzo mondo.

E’ una cornucopia di eventi culturali…

Treviso Capitale della Cultura 2020: infondo, nella stessa candidatura (già inserita dal Ministero nella short list delle 10 città papabili) è insita la predisposizione del nostro feudo ad ospitare eventi culturalmente rilevanti. Andando in ordine sparso, penso alla rassegna letteraria itinerante Carta Carbone, al Sole Lune Film Festival che porta in scena il cinema documentario, alla manifestazione fumettistica Treviso Comic Book. E cosa dire di Suoni di Marca, che accende le notti d’estate sulle Mura, o dello Home Festival, tra i principali appuntamenti musicali d’Italia durante la bella stagione? Elencarli tutti sarebbe impossibile è, soprattutto, ingeneroso: gli eventi culturali di Treviso e provincia vanno scoperti ad uno ad uno, 365 giorni l’anno.

…Ed è un bellissimo set cinematografico

In principio fu "Signore e Signori": il capolavoro del 1965, vincitore del Grand Prix per il Miglior Film al 19esimo Festival di Cannes, in cui una Virna Lisi dal fascino regale ed un Gastone Moschin più in palla che mai raccontarono i vizietti della borghesia veneta, con la regia magistrale del maestro Pietro Germi. Ma quell’apice artistico non rimase isolato. Nel 1969 la Villa di Maser divenne la scenografia di "Amanti", pellicola rispettivamente diretta ed interpretata da due big come Vittorio De Sica e Marcello Mastroianni (affiancato da Faye Dunaway). Nel 1973 la divina Elizabeth Taylor e “occhi di ghiaccio” Henry Fonda si divisero tra Treviso e Ponzano (oltre a Cortina d'Ampezzo) per la commedia "Mercoledì delle Ceneri”. Nel 2002 la nostra formidabile Liliana Cavani girò il thriller Ripley’s Game con John Malkovich. In anni recenti, il poliedrico Neri Marcorè ci ha fatto ridere nei panni del protagonista di "Leoni"; mentre pochi mesi fa è stata la volta del giallo "Finché C’è Prosecco C’è Speranza", dove l’ottimo Giuseppe Battiston ha dato il volto all’Ispettore Stucky dei romanzi di Fulvio Ervas, investigando fra le colline sull’omicidio di Rade Šerbedžija, un big di Hollywood innamorato da sempre del nostro vino e della nostra terra. A marzo, infine, inizieranno a Treviso le riprese di "Come Fratelli", con Alessandro Gassman.

E’ una Medaglia d’oro al Valor Militare…

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale la neonata Repubblica Italiana sentì «l'obbligo di segnalare come degni di pubblico onore gli autori di atti di eroismo militare», ricompensando, con decorazioni al valore, non solo i singoli combattenti, militari o partigiani, ma anche quelle istituzioni territoriali a cui lo Stato aveva riconosciuto un ruolo rilevante nella Guerra di Liberazione. Il 13 aprile 1948 la città di Treviso venne decorata con una Medaglia d’oro al Valor Militare, per i sacrifici sofferti dalle popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la Seconda. Tra il 1944 e il 1945 la città aveva subito 21 mitragliamenti, 35 bombardamenti, 1600 morti nella popolazione civile e oltre 350 feriti gravi.

…E piaceva persino a Dante Alighieri!

Ok, questa è “stracciata”, ma non si poteva non menzionare. Il sommo Dante, numero 1 della storia letteraria italica, soggiornò anche a Treviso, che citò nella sua Divina Commedia. Per farlo, scelse quello che forse è il più suggestivo scorcio in assoluto della città: nel IX canto del Paradiso, Dante infatti narra il suo incontro l'anima parlante di Cunizza da Romano, che nel rivelarsi al poesta inveisce veementemente contro la corruzione degli abitanti della Marca, predicendo sciagure che colpiranno Padova, Vicenza e appunto Treviso, “Là dove Sile e Cagnan s’accompagna”. Cioè dove oggi vediamo il ponte ricostruito nel 1865, e denominato per l’occasione “Ponte Dante”.

A Treviso si mangia e si beve davvero bene!!!

Veniamo infine al mio argomento preferito: l’enogastronomia! Treviso Capitale della Cultura 2020 anche a tavola, perché no? Qui si gustano piatti tipici che profumano di vero amore per la cucina veneta, come la pasta e fagioli dell’Osteria Ai Filodrammatici, in un’atmosfera sospesa nel tempo. Si onora il vino, quello buono davvero, pescando tra le 700 referenze del Ristorante Med, fra le raffinate sponde del quartiere latino. Si esplora il confine culinario fra tradizione e sperimentazione, con un aperitivo rinforzato o una cenetta creativa Al Corder, in pescheria.

 Come dimenticare i cocktail bar? Allo Jibo’s di Porta San Tomaso si sperimenta il coraggioso abbinamento fra torte d’alta pasticceria e liquori d’annata o pregiati cocktail. Al Burici, easy restaurant dal design "botanical" ricavato nel cinquecentesco Palazzo Azzoni Avogadro, ecco invece la passione per i "panini ghiotti" in cui assaggiare cose buonissime in chiave giocosa e avveniristica, dove sanno abbinare un sandwich gourmet ad un drink “Americano Spicy”. E che dire dei ristoranti dove mangiare le specialità di cucine lontane? Un esempio è la raffinata birreria e steak house Colonial Inn del - Treviso Centro, che propone hamburger e piatti anglo-americani, da innaffiare con innumerevoli birre a stelle e a strisce, spillate a regola d'arte. Oppure il nuovo e giovanile Gallery, sorto dove prima c'era il glorioso cinema Hesperia: un posto dove la cucina mediterranea del sud ha imparato a flirtare coi tagli di carne provenienti da mezzo mondo.
Quello stesso mezzo mondo che ancora deve scoprire la nostra città... E che se Treviso verrà eletta Capitale della Cultura 2020, certamente la scoprirà.

Immagine di copertina: sito ufficiale Comune di Treviso

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scritto da:

Alvise Salice

Con lo pseudonimo di Kintor racconto da anni i miei intrattenimenti. Sport e hi-tech gli amori di gioventù; mentre oggi trovo che viaggiare alla ricerca di culture, gusti e sapori della terra sia la cosa più bella che c'è. O magari la seconda, via.

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