Il Radetzky apre le ostriche a Milano (e ci voleva)

Pubblicato il 3 giugno 2025 alle 10:00

Il Radetzky apre le ostriche a Milano (e ci voleva)

Trentotto anni di storia alle spalle e il Radetzky decide di buttarsi nel mare. Letteralmente. Ad aprile ha aperto la Radetzky Oyster Room, un angolo tutto dedicato alle ostriche che Milano non sapeva di volere ma di cui aveva disperatamente bisogno.

La storia è semplice: a Milano mancava un posto dove mangiarsi un'ostrica senza dover prenotare un tavolo al ristorante. Un posto dove entrare, puntare il dito verso la vetrina e dire "quella lì". Dove bere un bicchiere di vino bianco freddo e sentirsi un po' più vicini al mare, anche se fuori c'è ilvia vai di Moscova.

Perché diciamolo: Milano ha tutto, ma questo non ce l'aveva. Eppure l'ostrica da aperitivo è una cosa che funziona ovunque nel mondo. A Parigi le mangiano sui marciapiedi, a Londra nei pub, a New York le vendono in stazione. Qui da noi, niente. Fino ad aprile.

La vetrina delle tentazioni

La vetrina su strada non è lì per caso. È una “trappola” perfetta per chi passa: dentro ci sono le ostriche più belle d'Europa, dal Portogallo all'Irlanda, dalla Francia all'Italia. Henry VI, Petit Gillardeau, Special de Claire, Perle Blanche, Antilope, Amelie XO, Extraordinaire, Calvadosienne. Nomi che suonano come poesie e sanno di mare pulito.

"Non avevamo concorrenza diretta", raccontano dal locale. "Posti specializzati in ostriche per l'aperitivo a Milano semplicemente non esistevano". Vero. E si sentiva. È come se la città avesse avuto una fame che non sapeva di avere, finché qualcuno non ha aperto questa porta sul mare.

La temperatura è sempre quella giusta, ovviamente. Perché un'ostrica sbagliata può rovinare la giornata, mentre una perfetta può salvarla. E qui sanno la differenza.

Non solo ostriche (ma soprattutto quelle)

Certo, ci sono anche carpacci e caviale, tartare di scampi e di tonno rosso Ikejime. Il carpaccio di scampi arriva con hummus di carote, passion fruit e fiori di borragine - roba che fa venire voglia di fotografare il piatto prima di mangiarlo. Quello di tonno invece gioca con salsa di vitello, pasta di limone fermentata ed essenza di cipolla bruciata. Piatti che ti fanno capire che qui non scherzano e che dietro c'è una cucina che sa quello che fa.

Ma torniamo alle ostriche, che sono il vero motivo per cui sei qui. Da giugno hanno aperto anche a pranzo e la cucina del Radetzky principale sforna ostriche fritte e gratinate che farebbero arrossire un bretone. In arrivo anche l'astice alla catalana e finger food pensati apposta per l'aperitivo, perché non si vive di soli molluschi.

L'idea è quella del take away di lusso: puoi portartele a casa se vuoi, ma il bello è fermarsi qui, ordinare un calice di vino e guardare la gente che passa mentre ti godi il sapore del mare. È un modo diverso di vivere la città, più lento, più saporito.

Il mercoledì è sacro

Mercoledì significa Happy Oyster: ne prendi una, te ne regalano una. Formula che trasforma la metà della settimana in un piccolo evento e che ha già creato i suoi primi fedeli. Presto arriverà anche il plateau degustazione da 6 o 12 ostriche diverse per chi vuole fare sul serio e esplorare sapori diversi come se fossero vini. E se le ordini tutte uguali, una te la regalano comunque. Perché la fedeltà premia.

Stanno lavorando a una cocktailerie dedicata e preparando eventi con le case di ostricoltura. È cultura del cibo, non solo business.

Un pezzo di oceano in città

La cosa bella è che non hanno stravolto niente. Il Radetzky è sempre quello di prima, con la sua storia e la sua clientela affezionata. Solo che adesso ha un fratello minore specializzato, un angolo dove il mare incontra Milano senza fare troppo rumore.

E Milano, si sa, premia chi fa le cose per bene senza troppe chiacchiere. Qui le ostriche sono buone, il vino anche, il servizio sa di cosa parla. Il resto viene da sé.

Milano incontra l'oceano

La Radetzky Oyster Room è quello che succede quando qualcuno si accorge che manca qualcosa e decide di farlo. Senza troppi proclami, senza reinventare la ruota. Solo ostriche buone, vino freddo e l'idea che l'aperitivo milanese poteva permettersi un po' più di sale.

Trentotto anni di attività insegnano che a Milano funziona quello che è fatto bene, senza fronzoli ma con sostanza. E le ostriche, alla fine, sono proprio questo: sostanza pura, sapore di mare in un bicchiere d'acqua salata che ti ricorda che il mondo è più grande di quello che vedi dal tram.

Ora Milano ha il suo angolo di oceano.

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