Ti racconto 4 bistrot di Milano con una carta di vini pazzesca. Etichette biologiche e naturali comprese

Pubblicato il 30 aprile 2019

Ti racconto 4 bistrot di Milano con una carta di vini pazzesca. Etichette biologiche e naturali comprese

Si fa presto a dire vino naturale, ma conosci la differenza tra etichette biologiche e biodinamiche? Mica facile perché fino a poco tempo fa bisognava fare i conti anche con un vuoto normativo. Il Regolamento Europeo 203/2012 ha fissato alcune norme che riguardano il vino biologico, ossia “vino prodotto con uve da agricoltura biologica”. I produttori devono utilizzare solo uve coltivate con metodi di agricoltura biologici, quindi senza sostanze chimiche e Ogm e devono vinificare usando solo i prodotti enologici e processi autorizzati. I solfiti non possono superare i 100 mg/l per i vini rossi e 150 mg/l per i bianchi. Tutto chiaro? Una piccola precisazione, prima di bere, anche per i vini biodinamici e naturali. I primi non hanno ancora una regolamentazione, ma seguono il corso della natura e il metodo Steiner, con una quantità di solfiti più bassi, massimo 90 mg/l nei bianchi e 60 mg/l in quelli frizzanti. I vini naturali, per finire l’indottrinamento, sono realizzati senza additivi chimici né manipolazioni o aggiunte da parte dell’uomo, con solfiti utilizzati in quantità minima. Ecco, spiegazione finita: visitiamo i bistrot e ristoranti di Milano dove poter assaggiare dell’ottimo vino, compresi i naturali e compagnia bella.

Una sosta alla “Tasting House”

L’Isola 56 nasce dall’evoluzione dell’Emporio Isola Cafè, il bar dell’outlet di abbigliamento gestito dalla famiglia Borgia. Siamo in via Washington, l’evoluzione ha creato un ambiente curatissimo, dove puoi metterti comodo e ordinare un menù degustazione nella “Tasting House”. L’idea è quella di offrire a tutti la possibilità di mangiare come in un ristorante stellato, ma con una spesa più contenuta e con le porzioni “giuste”, non quasi pari a zero come negli stellatissimi, dai 100 grammi di pasta ai 220 grammi del filetto. E da bere? La cantina conta su un’ottima selezione di vini biologici e naturali, selezionati da un sommelier dell’AIS (Associazione italiana sommelier). Ci sono circa un centinaio di etichette tra cui scegliere quella perfetta da abbinare al primo piatto della cena.

“Chiacchiere e vino con cucina”

Da Tiraboschi 6 la parola d’ordine è convivialità e il motto del locale è un invito esplicito: “Chiacchiere e vino con cucina”. Il menù non è certo pensato come un semplice completamento del bere, anzi. La cucina dello chef Gianluca Panigada, già visto in tv nella Hell’s Kitchen di Carlo Cracco, sa sempre sorprendermi senza mai risultare pretenziosa. Originale ma anche gustosa e il binomio non così facile da far funzionare. Ottime le tartare di carne e di pesce. Ambiente elegante ma non formale, la scelta giusta per una cena romantica ma anche per una serata tra amici, da celebrare con una buona bottiglia di vino. A proposito, la cantina è curata da Fabio, appassionato di vino, che insieme a Andrea e Gianluca forma il tris di soci che ha inaugurato l’avventura gourmet nel 2016. Le etichette alternano referenze di piccole realtà italiane e bottiglie di marchi affermati. Il sommelier è di Siena e puoi vedere le sue scelte prenotando la cena nella sala del vino, con cantina a vista.

La cena in enoteca

Alla Cieca il vino e il cibo non è mai lo stesso. Le proposte food si rinnovano in continuazione e il vino cambia nella costante ricerca di una nuova etichetta in grado di scatenare i sensi ogni volta che decidi di bere un bicchiere, magari proprio durante la cena. Tra i vini alla mescita c’è grande attenzione per i piccoli produttori, con una predilezione per le produzioni artigianali. Oltre alla carta “bianca”, dove è indicato il tipo di vino, annata e nome, c’è anche la carta “nera”. E qui il gioco si fa interessante: questi vini vengono serviti in un calice nero, per rendere ancora più intrigante la degustazione. Non c’è nessun indizio sul vino che stai per bere, puoi solo fare domande all’oste che risponderà con un sì o no. Alla fine ti diranno che vino hai bevuto “alla cieca”. Sei sei stato bravo, potresti anche non pagare il calice.

Cucina creativa e buon vino

Chiudiamo il giro finendo al 28 Posti, “bistrot di cucina contemporanea”, in via Corsico. Ristorante speciale per tanti motivi: solo 28 posti, arredi in legno che arrivano dal laboratorio di falegnameria del carcere di Bollate e cucina creativa firmata da Marco Ambrosino. Ogni piatto è una sorpresa di gusto, meglio affidarsi ai menù degustazione. Il vino è pensato per esaltare il sapore dei piatti e l’80 per cento della carta è composta da vini naturali e biodinamici.

Foto di copertina di Salvatore Pollara per Tiraboschi 6

Ti piacciono questi articoli? Iscriviti gratis alla newsletter di 2night

  • BERE BENE

scritto da:

Fabrizio Arnhold

Il trucco per un buon aperitivo o una cena perfetta? Scegliere il posto giusto. Vi racconterò i miei locali preferiti, ma sempre con spirito critico, senza mai dimenticare che a Milano c’è tutto quello di cui si ha bisogno. Basta saper scegliere.

POTREBBE INTERESSARTI:

​Lo sai quali sono i piatti più popolari (e amati) delle 20 regioni italiane?

I risultati di un'indagine dedicata ai piatti regionali, da nord a sud.

LEGGI.
×