Degustando vero tè giapponese, ma non solo, in un angolo di Sol Levante in centro a Treviso

Pubblicato il 22 novembre 2023

Degustando vero tè giapponese, ma non solo, in un angolo di Sol Levante in centro a Treviso

Aperto con spirito pionieristico da Elisabetta Grosso quasi 20 anni fa, Ikiya promuove la cultura nipponica a Treviso centro, con rigore e fedeltà riconosciuti in lungo e in largo. Varcata la soglia di questo vero e proprio angolo di Sol Levante adiacente la più grande chiesa cittadina, il Tempio di S. Nicolò, a saltare subito all’occhio è la ragguardevole collezione di oggetti originali in vendita: da kimono sartoriali vintage a bambole kokeshi dipinte a mano, da set per il sushi a teiere kyusu, da alimentari giapponesi gourmet a furoshiki, tessuti giapponesi versatili ed eco-friendly... E chi più ne ha, più ne metta.

Nessuno, in tutto il Veneto e oltre, si è mai neppure avvicinato alla ricchezza di articoli giapponesi proposta da Ikiya.

C’è però chi entra in questo piccolo paradiso anti-mainstream anche solo per sorseggiare qualcosa, regalandosi un momento di serenità e magari due chiacchiere rilassate, accomodandosi nell’ala posteriore di Ikiya, dove si trova la Sala da Tè. E’ esattamente ciò che ho fatto io, ospite di Elisabetta, che dal 2005 porta nel nostro territorio amore, passione e manifattura giapponese; e della sua apprendista Antonella, tea sommelier certificata Global Japanese Tea Association, nonché secondo livello di Scuola Omotesenke di Cerimonia del Tè Giapponese.


“Alcuni tè li abbiamo solo noi in tutta Italia”, Elisabetta ed Antonella stuzzicano subito la mia curiosità. E d’altra parte non è affatto difficile credergli: in mescita Ikiya riesce a proporre qualcosa come 40 diverse qualità, perlopiù edizioni limitate che ruotano su base stagionale.
 
Il primo che assaggio è un tè sencha, ossia in foglia. Un classico tè da infusione, preparato però allo stato dell’arte: nessuno, al mondo, vanta una tradizione sviluppata quanto i giapponesi. Antonella mi serve il sencha nella kyusu, teiera artigianale che arriva direttamente da Tokoname, nella Prefettura di Aichi. L’argilla di ciascuna teiera, essendo un materiale vivo, migliora il sapore stesso del tè. E d’altro canto, ogni kyusu ha il suo tipo ideale di tè in abbinamento. Con l’utilizzo, l’argilla acquista via via il saporè di quella data foglia, diventando sempre più idonea ad ospitarla… Spettacolo.


 Ciascuna qualità di sencha reca l’indicazione specifica di quanto tempo debba restare in infusione; di solito, un solo minuto risulta già sufficiente, considerato il pregio estremo dei tè giapponesi disponibili da Ikiya. Oltre a ciò, è fondamentale osservare il corretto rapporto tra quantità di foglie e d’acqua rispettivamente, nonché la temperatura di quest’ultima. Seguire le istruzioni è un’esperienza nell’esperienza, perché rispetta il rigore tipico dell’intera filosofia enogastronomica del Sol Levante.
 
Prima di assaggiare il tè, mi mangio un paio di dolcetti higashi, zuccherini non solubili, ideali per prepare il palato ad una bevanda che – guai! – non va assolutamente dolcificata. Ma volendo, ogni sencha può abbinarsi agilmente a cibi più strutturati: da un dolce a una zuppa, fino ad un fingerfood vegano… Senza dimenticare le specialità kaiseki, cucina tipica dai sapori molto delicati.
 
Credo sia pressoché inutile dire che dopo aver bevuto un autentico tè sencha giapponese, preparato e servito in questo modo, qualunque altro infuso abituale paia solo un ricordo sbiadito, se non addirittura insipido.


Ma la cosa più incredibile è che il sencha, a sua volta, sembra giusto una prova all’acqua di rose quando poi ti cimenti col matcha: l’autentico, originale tè per puristi, nella sua massima espressione.

Preparato in tazza anziché in teiera, non è fondato sul concetto dell’infusione, bensì sulla tecnica della sospensione: la foglia di tè, qui, viene sbriciolata in microgranuli, e mescolata in 80 millilitri d’acqua mediante il cosiddetto chasen (una sorta di frullino). A questo punto non si può attendere: la schiuma così formatasi va bevuta subito, pena il decadimento della polvere di tè sul fondo. C’è già il sencha, per la meditazione. Il matcha serve per chi cerchi una botta immediata d’energia.


Come mi racconta Elisabetta, che prima di trovare il coraggio di proporlo ai palati italiani ha bevuto matcha in lungo e in largo in Giappone, questo non è semplicemente un tè concentrato: è la vera, pura essenza del tè. Il color verde brillante, infatti, ne testimonia sia l’importante percentuale di teina, sia l’eccellente qualità, degna di una cerimonia del tè. Non avevo mai assaggiato nulla di simile in vita mia… Eh sì che io di tè ne bevo eccome, pure in piena estate.


Per concludere la mia sontuosa degustazione di tè giapponese, avrei voglia di un bel dolcetto. E qui sale in cattedra Baking Bees, laboratorio di pasticceria di Castelfranco Veneto che prepara, per Ikiya, i mitici dorayaki: in buona sostanza, pancake alla giapponese, a base vuoi di confettura di fagioli rossi, vuoi con tutte le altre farciture tipiche e non (c’è pure la Nutella, volendo…) di questa tradizione dolciaria, che arriva dall’angolo opposto del pianeta ma non ha granché da invidiare alla nostra. Forse nulla.

Solo l’ennesima delle tante meraviglie che, a mia scienza attuale, si trovano solamente da Ikiya.

Ikiya
Via San Nicolò, 15 - Treviso
Telefono: 0422583130
 

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scritto da:

Alvise Salice

Con lo pseudonimo di Kintor racconto da anni i miei intrattenimenti. Sport e hi-tech gli amori di gioventù; mentre oggi trovo che viaggiare alla ricerca di culture, gusti e sapori della terra sia la cosa più bella che c'è. O magari la seconda, via.

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  • Ikiya

    Via San Nicolò 15, Treviso (TV)

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