Da Chocolat a Mestre ho provato il panettone “che non puoi avere”

Pubblicato il 21 dicembre 2020

Da Chocolat a Mestre ho provato il panettone “che non puoi avere”

A te che sei un amante del panettone, a te che ogni anno leggi classifiche sui migliori panettoni artigianali e che sono sicura conosci a memoria nomi, indirizzi e perfino origine degli ingredienti dei migliori pasticceri e maestri lievitisti d’Italia, svelo un segreto in vista del Natale che ormai è alle porte: esiste un panettone che non puoi avere. Unico ed esclusivo. Un panettone capace di esaurirsi nelle ordinazioni online molte settimane prima del 25 dicembre.

A mettere la firma su un prodotto così sono Claudio e Marco Zanette, che sicuramente avrai imparato a conoscere grazie a Chocolat, gelateria artigianale nata a Mestre nel 2011 e che dopo la prima sede in Corso del Popolo, da un paio d’anni si è sdoppiata, aprendo la seconda in via Allegri, a pochi passi da Piazza Ferretto a Mestre.




Se appena entrati, è il banco dei prodotti da colazione ad attirare lo sguardo (tra croissant con ripieni vari, sfoglie con crema, chiocciole e muffin), il motivo per cui la sosta da Chocolat diventa obbligatoria in questi giorni di festività è il panettone. Chiacchierando con Claudio Zanette, scopro che ci è voluto qualche mese per mettere a punto la ricetta che lo soddisfacesse completamente.

Farina di qualità, uova biologiche, burro francese, mandorle siciliane per la glassa, ma soprattutto lievito madre: il segreto per l’impasto perfetto – che raggiunge le 36 ore di lievitazione - è molto semplice e risiede tutto negli ingredienti di altissima qualità, che vengono scelti accuratamente dopo una selezione meticolosa. Stessa cura maniacale nella ricerca dei prodotti per la farcitura e visto che a Chocolat non ci si accontenta mai del risultato raggiunto, sono state messe a punto ben quattro versioni di panettone, sia per dare al cliente una scelta più ampia, sia per permettergli di capire che la qualità è la medesima in ogni versione. Così, se sei un amante della tradizione, ecco il panettone classico (1 kg) con uvetta di Zibibbo - quella bella grossa e dorata - e tre tipi di canditi, arancio, cedro e albicocca; se sei cioccolato-dipendente non puoi perdere né la versione cioccolato e pere (750 gr) dalla dolcezza morbida, né quella con le ciliegie di Vignola (1 kg), in cui il tocco brioso delle ciliegie dà un guizzo di gusto in più; se infine, ami osare e ti piacciono gli accostamenti originali ed inediti, ecco la versione con cioccolato bianco e frutti di bosco (750 gr), che non si dimentica facilmente.



Io ho assaggiato il classico: appena tagliato si sente subito il profumo di burro e vaniglia e al primo morso si riconosce un impasto morbido e ricco di uvette e canditi. Mi sono piaciute in particolare le albicocche, che arricchiscono l’impasto con note più articolate e complesse e lo rendono speciale e diverso, pur rimanendo nel solco della tradizione. Se l’eccellenza degli ingredienti trasforma il panettone di Chocolat in un prodotto artigianale unico, a renderlo esclusivo ci pensano i numeri: 1500 sono i pezzi usciti dal laboratorio. Non molti ed il motivo risiede proprio nella volontà di curare al massimo ogni dettaglio per arrivare a offrire al cliente un panettone perfetto. La filosofia di Chocolat infatti è proprio quella che alla quantità preferisce la qualità e che intende rinunciare a margini di guadagno più ampi in cambio di un prodotto impeccabile. L’idea, insomma, è proprio quella di dare un unicum alla propria clientela, un panettone che si renda riconoscibile e diverso proprio per la cura, lo studio, la lavorazione e la ricerca delle materie prime. Se ci si aggiunge poi anche un’estrema attenzione al rispetto per l’ambiente e al tema della sostenibilità, prediligendo culture biologiche, a km zero e utilizzando packaging completamente compostabili, appare chiaro perché il panettone di Chocolat è diverso e di nicchia: lo cerchi solo se sei un amante della qualità senza compromessi e del buono in ogni fase di lavorazione.

Ed ecco perché è così difficile averlo: perché è prodotto “in edizione limitata”, in pochi pezzi che si esauriscono già in laboratorio, ancora prima di essere esposti sugli scaffali del negozio. Un buon motivo per organizzarsi per tempo in vista del Natale del prossimo anno.  

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scritto da:

Caterina Vianello

Un Master in storia e cultura dell'alimentazione, la passione per la scrittura e per la gastronomia. Cerco di coniugare tutto con abbuffate di parole e forchettate qua e là, tra ristoranti, osterie, bacari e pasticcerie

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