Intervista a Giuseppe Lucatorto, miglior tabaccaio di Puglia in carica
Pubblicato il 8 giugno 2021
Dopo essere stata con degli amici per un aperitivo in centro da N.20 Sala e Tabacchi, ho deciso di tornarci di nuovo e di fare qualche domanda al padrone di casa, o meglio ai* ! Giuseppe e Alessandra infatti mi hanno dedicato un po’ del loro tempo e oltre a presentarmi meglio il loro locale sono riusciti davvero ad incuriosirmi su di un mondo a me sconosciuto. Scopriamo insieme di cosa si tratta.
Siamo a Bari, voi siete del posto? Da quanto tempo lavorate qui?
Mi risponde Alessandra, la moglie di Giuseppe (sempre richiesto da tutti i clienti che entrano anche solo per salutarlo): mi dice lei è di Capurso, mentre Giuseppe, pur essendo Romano di nascita, è barese barese. La tabaccheria fu rilevata negli anni ’80 dai genitori di Giuseppe, Vito e Raffaela (nel ‘95 / ’96 il papà fu uno dei primi tabaccai in puglia a iniziare a distribuire su territorio barese il sigaro cubano) e da quel momento in poi è diventata la Tabaccheria Lucatorto, fino a quando nel 2018 Giuseppe ha preso il posto del papà, trasformandola oggi anche in un bar e soprattutto in un vero e proprio tempio del “fumo lento”.
Giuseppe sei il miglior tabaccaio di Puglia 2019. Raccontami un po’.
È un lavoro che è passato di generazione in generazione: negli anni 90, quando si è iniziato a vendere i sigari, il mio papà ha deciso di investire non era solo spinto dal ritorno economico ma anche da un moto d’avanguardia rispetto ai tempi, io ho poi continuato affiancandolo e, nel frattempo, mi sono appassionato a questo mondo che non stanca mai. C’è stato quindi un approfondimento della cultura, ho fatto corsi e aggiornamenti che mi hanno permesso di aggiungere alla passione anche una certa esperienza. In particolare sia io sia mia moglie abbiamo frequentato il corso “maestro conoscitore del sigaro” e siamo entrambi Maestri Catadore. Insomma abbiamo saputo interpretare e ampliare l’offerta, fino alla realizzazione di una novità”.
Questo sicuramente è un valore aggiunto che tutti i tuoi clienti apprezzeranno. Storicamente le donne immagino che non si approcciassero a questo mondo. Che mi dici Alessandra?
Giuseppe la precede e con orgoglio mi dice che lei è stata una delle poche donne Catadore in Italia. Alessandra mi conferma che il mondo del sigaro è stato un mondo sempre ad appannaggio maschile, e come sai per tutti i mondi, hanno sempre cacciato le donne, ma “figurati se noi ci facciamo intimorire!. Adesso però si sta ampliando: le donne riescono ad imporre anche la loro. Io fumo da 5 anni, abbiamo fatto il corso con persone che fumavano a 20 anni, io sono arrivata prima, questo per dire che se poi le donne si appassionano si buttano capo e collo, con tutta la loro dedizione”. Una bella coppia!
Avete parlato di una novità, sentiamo di cosa si tratta.
Alessandra mi invita a seguirla e mi mostra una sala privata retrostante il bancone. L’atmosfera è elegante e surreale. Si tratta della prima saletta per fumatori aperta al pubblico. Specifichiamo: dedicata ai fumatori di sigari e pipe soltanto. Il progetto andava avanti da un po’ e c’era il desiderio comune di fare qualcosa che rimanesse ancorato al mondo del tabacco. Si tratta di una novità assoluta sul territorio barese.
Com’è nata l’idea?
“Quello che ci ha fatto pensare a realizzare la sala è stato: ma se io voglio fumare un sigaro con un amico dove devo andare? Se qui a bari c’è sempre il maestrale? Se ti becca la giornata di pioggia? Non l’abbiamo fatto per noi, perché per noi è una vera passione. L’abbiamo fatto per accogliere varie realtà: noi vogliamo trasferire la nostra passione a tutti, quelli che iniziano a fumare, quelli che vogliono iniziare, ma non sanno come fare, non sanno a chi chiedere, ci sono tante realtà e quindi questo è un luogo dove potresti fermarti, sederti, iniziare a capire come funziona, iniziare ad assaporare con persone del settore, o che fumano da più tempo e quindi puoi imparare ad appassionarti”.
Come funziona quindi?
Alessandra mi fa capire che la combustione del tabacco da pipa e del sigaro è diversa da quella della sigaretta: mantiene infatti un’alcalinità che non da quel senso acre tipico della sigaretta quando viene fumata. In sostanza nella saletta non rimane nessun odore spiacevole. Inoltre c’è da dire che per realizzarla hanno dovuto coibentarla tutta con un impianto di aspirazione e riciclo dell’aria che riveste tutto il soffitto. È una saletta dove è possibile consumare tutto ciò che il bar offre, specie il beverage.
Voi che avete ideato questa sala fumatori, avete pensato ad abbinare dei piatti?
Avevamo l’intenzione di creare un menù per fare un abbinamento sigaro/cocktail, ma in realtà l’abbinamento non è cosi standardizzato come sembra. È molto soggettivo. Ci siamo quindi trovati in una situazione per cui non è certo se si preferisce l’abbinamento per contrasto piuttosto che per affinità. Poi il Covid ha frenato tutto. Non esiste il giusto abbinamento. Abbiamo però permesso alla clientela di avere una selezione più variegata e ricercata di alcolici e distillati e bollicina, in modo tale da poter scegliere qualsiasi cosa.
Entrando nel dettaglio, cosa offrite a livello di beverage?
Abbiamo la birra (tutta la linea Baladin), i vini locali, così come gli amari, abbiamo inoltre tutta la selezione Ferrari, abbiamo cercato di abbracciare tutti i gusti e i budget, si può partire dal classico Spritz, fino al Gin tonic con la n.3 London, cosi come la vodka: dall’Absolute così come la Belvedere. Ci siamo divertiti ad introdurre queste nuove vodka come la Neft poco diffusa. Abbiamo tutta la selezione Nonino, in quanto abbiamo una partnership nata quando Giuseppe, due anni fa ha vinto il primo premio Nonino come miglior tabaccaio Pugliese dell’anno 2019 e ha conosciuto gli addetti al settore di questa Distilleria unica e importante.
Giuseppe fammi capire qual è stata e qual è oggi la situazione in Italia?
Prima non c'era un distributore che importava i sigari cubani, arrivavano solo le vitole ed erano solo il 10/20% di quello che c’è ora in Italia. Adesso, vuoi per la tecnologia, vuoi per i media, per i sistemi di informazioni, la gente si è appassionata a questo settore a tal punto da desiderare più prodotti e qui entra in gioco una grandissima azienda italiana (Diadema) che fa capo sempre ad Habanos.
Papa nel ‘96 fu uno dei primi a distribuire 3 tipi di Montecristo, 4 tipi di Cohiba, 2 tipi di Romeo e Giulieta, poi dal 2000 con l’avvento di Diadema in Italia abbiamo avuto più prodotti e Habanos ha iniziato a fare edizioni più specifiche, edizioni Limitate e Regionali.
Da li poi è nata la passione di allargarsi. Cerchiamo di creare in Puglia una realtà in cui nello stesso ambiente hai il prodotto da fumo, l’accessoristica, il beverage, l’aperitivo e la sala fumatori. Fino a 5 anni fa non cerano giovani, adesso invece ci sono e sono molto molto interessati, si documentano, è un approccio consapevole.
Perché il numero venti?
È il numero della rivendita tabacchi. È quello che oggi rispecchia oggi l’attività sala e tabacchi.
A quando un po’ di ferie?
Giuseppe e Alessandra mi rivelano che si sono sposati l’anno scorso ma gli hanno annullato il viaggio di nozze a causa del Covid. Per ora hanno veramente tanta voglia di lavorare, ci sarà tempo per rilassarsi.
Tra 5 anni come vi vedete?
Con tante novità, siamo persone che cercano sempre nuovi stimoli e di crearli, mi scoccio a stare fermo, mia moglie lo sa, devo per forza incasinarmi la vita, devo incasinarla anche agli altri, per fare sempre qualcosa di nuovo ed interessante. Sicuramente ci verrà in mente qualcosa. Avevamo in mente di attivare dei corsi, invitare anche i maestri che insegnano al corso Catadore quindi gli esperti in materia, e quindi essendo un mondo molto tecnico, approcciarsi alla tecnica di taglio, accensione, creazione del sigaro per apprezzare al meglio il sigaro e scegliere quello adatto per il proprio momento di fumata. Quindi l’idea è di creare eventi, non puramente ludici, ma conoscitivi.
scritto da:
Persa nei colori del mare, cullata dall’inchiostro delle mie carte, inseparabile dalla mia Labrador. La Canon è il ramo della mia mente, Bari le mie radici. Di giorno universitaria di notte me stessa, tra un locale e un set fotografico, gli occhi alla luna, con una canzone degli Smiths. Soltanto due lettere: Ka
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