È una passione, condita di sapori e profumi intensi, quella che ti avvolge quando ti siedi ai tavoli di questo easy restaurant e vermuteria di Treviso

Pubblicato il 4 agosto 2025

È una passione, condita di sapori e profumi intensi, quella che ti avvolge quando ti siedi ai tavoli di questo easy restaurant e vermuteria di Treviso

È una passione grande, condita di sapori e profumi intensi, quella che ti travolge quando ti siedi ai tavoli di Burici, easy restaurant e vermuteria che da otto anni porta a Treviso una cucina nuova con una storia che affonda le sue radici nella tradizione. Ho cenato qui in compagnia di Michele Pozzobon, il giovane e brillante titolare dell’attività, che mi ha fatto entrare nel suo mondo di rigore e meraviglia.

L’accoglienza


Mi accomodo nell’ultima sala, quella che guarda sulla corte interna dello storico palazzo in cui sorge il locale, che mantiene la sua essenza vecchio stile, tra mattoni a vista e complementi d’arredo vintage. Un’intera parete è ricoperta da piante e proprio i fiori, coltivati nel giardino di casa di Michele, che in questo locale ha portato la sua storia e i suoi valori, di autenticità e accoglienza, sono motivo di decorazione a centro tavola. Michele e Davide, lo chef da ormai sette anni, hanno studiato per me una proposta food in pairing con il beverage. Non vedo l’ora di scoprirla!

Gli antipasti da condividere

La mia cena da Burici inizia con un sostanzioso aperitivo, composto da tre proposte: di carne, di pesce e veggie.


Comincio dal Tris di mini CheeseBurici, una novità che parte da un grande classico del menu, proprio il CheeseBurici, il panino ripieno di manzo, maionese agrodolce, bacon jam, cheddar bianco e lattuga, qui servito in tre piccoli pan brioche pensati per la condivisione. Il burger è morbido, succoso e saporito, nonostante sia condito con un po’ di sale soltanto. Merito della qualità della carne di mucche adulte, che ha un sapore intenso e dolciastro al tempo stesso.

Proseguo con la proposta di mare, un altro best seller del menu, i gamberi impanati al panko e maionese al wasabi, leggermente piccante ma fresca e leggera, che ricorda i sapori orientali. Un buon contrasto con i crostacei, che sono quasi dolci.

E poi l’humus di avocado, per dare un twist diverso al solito humus e proporre una variante più estiva. Viene servito con le chips di pane fritto (che scopro essere gli “scarti” della lavorazione dei taco, anch’essi in menu, ma troppo grandi, quindi - per evitare lo spreco - sono stati convertiti a nuovo azzeccassimo uso). Poi ci sono la tahina, olio, sale e pepe e i ceci ripassati al forno. L’amalgamo tra l’humus e la consistenza oleosa della tahina ha conferito al piatto una nota cremosa. In un’unica proposta, almeno tre consistenze: l’humus morbido e delicato, il pane croccante, i ceci tostati.

Ma non posso assaporate a pieno i piatti - che, tra parentesi, sono stati pensati per lo sharing, tant’è che li ho condivisi con Michele - a bocca asciutta. In abbinamento agli antipasti mi viene proposto un Americano Agrumi, con bitter Barbieri, vermouth extra dry e top di soda al pompelmo, variazione fresca ed estiva del classico cocktail, che qui propongono in una decida di versioni. Ad un primo sorso, sa quasi di caramella, ma poi la dolcezza lascia spazio al gusto intenso del bitter e le note più secche del vermouth. Un drink equilibrato, che ben alleggerisce il palato dai sapori corposi delle pietanze.

Il piatto principale

Da sempre in menu, i Ghiotti sono un marchio di fabbrica di Burici. Quello con il pulled pork, però, è una gran bella novità, in tutti i sensi. Il maiale sfilacciato utilizzato per il godurioso ripieno è il frutto di un nuovo progetto di collaborazione con un’azienda del territorio specializzata in affumicatura. Viene prima affumicato e poi cotto a bassa temperatura, tra le preparazioni privilegiate dallo chef del locale, mettendo così insieme un aroma profondo e una consistenza incredibilmente tenera e succosa. Il pane, che è ritornato a essere tondo, nel nome della tradizione, è spennellato con il pesto di rucola, preparato con le mandorle e il pecorino. Il pesto ha un gusto forte ma bilanciato dal sapore fresco dell’insalata coleslaw rivisitata, con ravanello, mela verde e cetriolo. È un po’ come mangiare un’insalata di pulled pork, perché, te lo assicuro, nel complesso il panino non era affatto pesante, anzi, tutto il contrario.

Per accompagnare il piatto che Michele ha definito “l’orto in un panino”, mi è stato servito un cocktail dai sapori simili che si esaltano a vicenda, il Bergamotto & Bollicina: un’alternativa fresca e beverina con l’Italicus, cordiale al bergamotto e rosmarino, top di soda e prosecco. Il drink fa parte della categoria dei Low Alcol, dedicata a chi cerca una proposta più leggera, nel sapore e nel grado.

Il dessert

Con il dolce, faccio un tuffo nei ricordi di Michele, che mi ha consigliato il ProfiterLove, i classici bignè ripieni di crema pasticciera fatti in casa, panna montata e ganache al cioccolato fondente del produttore francese Valrhona, servita tiepida sopra i bignè, per generare un godurioso contrasto tra la copertura e il ripieno.

Il profiterole è il dolce d’infanzia di Michele, quello che prendeva sempre in pizzeria a cena con la famiglia. È un dessert che ha una storia (e ora rivive in chiave gourmet), come è ben testimoniato dalla scelta della coppa in cui viene servito, tipicamente vintage. Mangio il bignè in un solo boccone, per assaporarne il gusto con ogni angolo del palato. È soffice, cremoso e intenso al tempo stesso…

Prima di fare la scelta giusta con il “drinketto”, un drink in versione small della taglia giusta per un fine pasto, abbiamo dovuto provarne un paio. Prima ho assaggiato l’Old Cherry, con Bourbon Whiskey, cherry, zucchero, angostura e bitter alla vaniglia, che ho trovato un po’ troppo secco.

Poi ho provato (e approvato) l’Highball Mediterraneo, con cordiale al rosmarino e bergamotto, Bourbon Whiskey, top di soda, secco, rinfrescante e con note agrumate, che ben si abbinano alle note dolci-amare del cioccolato fondente.

Durante la mia cena da Burici ho avuto il piacere e la fortuna di ascoltare la genesi dei piatti e le caratteristiche delle materie prime dalla voce diretta di Michele che, insieme a Davide, ha ideato le proposte in menu. Proprio grazie alle sue parole ho approfondito ogni singolo sapore e ho potuto immagazzinare i gusti nella memoria, per tornare, domani, e sentirmi come a casa: l’obiettivo che il locale insegue tutti i giorni.

Burici
Via Manzoni, 52, Treviso
Tel: 3755046785

  • CENA BLOGGER
  • TENDENZE FOODIES
  • BERE BENE

scritto da:

Annalisa Toniolo

Abitudinaria e noiosa, a tratti eccentrica e briosa: bipolare, forse. Quella dell’aperitivo delle 18.30 spaccate nel solito posto, ma anche quella che, nel cenare due volte nello stesso locale, ci vede un’occasione sprecata. A dieta, sempre, ma solo dal lunedì al venerdì.

IN QUESTO ARTICOLO
  • Burici

    Via Alessandro Manzoni 52, Treviso (TV)

×