Dorian e Simon: la storia di amicizia e intraprendenza dietro al nuovo Frida Tapas Bar

Pubblicato il 9 ottobre 2020

Dorian e Simon: la storia di amicizia e intraprendenza dietro al nuovo Frida Tapas Bar

Un concept del tutto nuovo per Padova: un tapas bar con una bella cambusa, tante birre artigianali e un pairing sorprendente: quello fra tapas, crudi e cocktail. Un'idea incisiva perché nasce da un sentimento genuino, quello di amicizia e di rispetto professionale tra i due soci e ideatori: il bartender Dorian Ymeraj e lo chef Simon Angjele. Mentre il secondo gestisce la cucina e sforna tapas, riesco a fare due chiacchiere con il primo, in un raro momento di pausa (ma l'occhio è sempre vigile e attento su cosa sta succedendo al Frida Tapas Bar).

Ciao Dorian, spiegami da dove inizia l'avventura di Frida Tapas Bar.

Simon e io ci conosciamo da molto tempo. Lui veniva spesso a bere al Barcode (cocktail bar di cui Dorian è il proprietario, ndr) e io andavo a mangiare al suo ristorante Più Trentanove. Abbiamo sempre apprezzato l'uno le doti dell'altro e pensato che sarebbe stato bello fare qualcosa insieme. E l'occasione è arrivata!

Tu al bar lui in cucina? Come collaborate?

Tutto è frutto di una collaborazione e di una comunione di intenti. Il nostro punto d'incontro è la qualità del prodotto e la voglia di presentare qualcosa di nuovo, interessante e giocoso. Ci confrontiamo soprattutto sul food & cocktail pairing ...

Spiegami bene di cosa si tratta!

In carta abbiamo una proposta che abbina un cocktail originale creato da me e dallo staff, soprattutto a base di vino e birra, con una tapas ideata da Simon. Un esempio? Il Beer Sour con le polpette di Patanegra. Ovviamente la libertà di seguire o meno il suggerimento è massima.

L'idea è quella di un aperitivo lungo? 


L'idea è proprio quella di dare a tutti la possibilità di fare un aperitivo classico, con vino o birra e cicchetto, ma anche di regalarsi un momento insolito con cocktail e tapas. La cosa bella è che l'aperitivo si può trasformare in una cena divertente in maniera fluida e spensierata: si mangia a sazietà con tanti assaggi diversi, nel grande dehors in Piazza dei Signori.

Avete già in mente qualche evoluzione? 

Vogliamo migliorarci giorno dopo giorno. La cantina è in espansione così come la scelta di birre artigianali e quella degli spirits. Abbiamo aperto da poco e stiamo ricevendo feedback positivi ma non abbiamo intenzione di adagiarci sugli allori!

Dove ora sorge di Frida c'era un locale molto conosciuto qui in piazza. Come siete riusciti a dargli una verve completamente nuova e inedita? 

Rifacendolo dall'inizio alla fine! Abbiamo scelto uno stile moderno e contemporaneo, minimal e d'impatto che potesse superare le mode. Un mood elegante ma leggero con tanta attenzione per la funzionalità e le apparecchiature professionali. C'è una vetrina apposita e su misura per il pesce crudo, due frigoriferi distinti per vino e birra, e le work station sono state studiate per permetterci di lavorare al meglio. 

Perché avete scelto il nome Frida per il vostro progetto imprenditoriale? 

Ce ne sono venuti in mente tanti ma alla fine la scelta è caduta su Frida, in omaggio a Frida Kahlo, una grande artista e una donna forte che ci è d'ispirazione. In comune abbiamo la volontà di non arrenderci mai, qualunque sia l'avversità che si presenti. Per ora siamo stati ripagati di tutto il nostro impegno e faremo in modo che sia così anche in futuro!

Immagini dalla pagina Facebook di Frida Tapas Bar 

  • GLI ADDETTI AI LAVORI

scritto da:

Martina Tallon

Amo mangiare ma sono sempre a dieta, non riesco mai a stare ferma anche se alla guida sono un pericolo, adoro andare per locali però sono un po' tirchia. Le contraddizioni sono il mio pane quotidiano: mai prendersi troppo sul serio.

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