Hanuel Lee la bartender coreana col cuore a Bari ha le idee chiare sul futuro della professione

Pubblicato il 31 marzo 2021

Hanuel Lee la bartender coreana col cuore a Bari ha le idee chiare sul futuro della professione

Nell'ultimo mese c'è stato un certo movimento nel bartending barese: Hanuel Lee, per gli amici Annetta, bartender coreana ma barese d'adozione, famosissima in città, è arrivata prima nella top 10 di Diageo Reserve World Class, una competizione internazionale di bartending. 

Il suo cocktail è fatto con i sapori di un orto biologico del quartiere Japigia, e con il caffè, sostanza di cui è esperta e di cui insegna i segreti alla Barproject Academy. Le abbiamo chiesto di raccontarci come è arrivata fin qui e cosa pensa del futuro di questo mestiere.

Ecco le sue risposte.


Che sensazione dà essere la prima in classifica nella top 10 di World Class Italia?

Sono orgoliosa, vuol dire che ho saputo rapresentare bene i sapori della mia amata terra, la Puglia. Sono molto felice di poter onorare tutti i membri del nostro team con qeusto posizionamento. La preparazione è stata dura, non sarei riuscita a far tanto se fossi stata da sola, e devo dire un grazie di cuore anche al mio mentore&coach in questo percorso: Tommy Colonna del bar Gambrinus di Gravina in Puglia.
Per questa gara, World Class ci ha chiesto non solo di preparare un buon cocktail, ma di pensare a dei progetti seri che mostrino la sostenibilità nel settore beverage. 

Come hai lavorato per arrivare fin qui? Raccontaci i tuoi ultimi 4 anni a Bari
Già prima lavoravo in Corea in una catena di caffeteria simile a Starbucks, gestivo un locale dell’azienda e insegnavo alle persone che volevano aprire un punto vendita in franchising.
Dal 2017 faccio gare di bartending, la mia prima è stata la Coffee Mixology ad Amsterdam e mi sono classificata sul podio.
A Bari ho conosciuto la scuola Barproject Academy in cui ho fatto un corso di bartending, ed è stato lì che ho conosciuto Claudio Lepore, il mio grande amico e e oggi anche il mio boss. Dopo qualche mese, abbiamo creato insieme il corso di Latteart e ormai da 4 anni sono trainer di Barproject. In seguito a questo continuo studio, nel 2018 ho raggiunto il podio nella competizione Latteart al Sigep di Rimini.
Poi, 2 anni fa, ho iniziato a lavorare come la barlady al Hagakure, un gruppo che ha ristoranti asiatici con anche un mixology bar. Anche lì ritengo di aver imparato molto, ho come capo un grande barman: Tommaso Scamarcio.

Puoi svelarci gli ingredienti del cocktail che ti ha portato in finale?
Il mio drink per World Class si chiama “Don’t BEE scared”, è il nome di un’azienda di apicoltura che si trova a Japigia in un orto biologico della cooperativa sociale “Semi di Vita”. Il tema della gara era la sostenibilità e la territorialità, così ho preso tutti gli ingredienti del mio cocktail dall'orto di Semi di vita. Il loro miele millefiori super profumato, le cime di rapa... e poi ho aggiunto Vodka Ketel One, aromatizzata all’olio di oliva pugliese. Per la componente acida, ho usato dei fiori spontanei che si trovano ovunque a Bari, si chiamano ‘Acetosella”, sono dei fiori gialli spontanei, hanno il succo dello stello molto acido, ovviamente però conservano una nota floreale. Poi ho aggiunto il mio tocco, visto che sono trainer di caffettera: il caffè, un monorigine dalla Colombia estratto a freddo.
Il risultato è stato un gusto complesso ma armonico, che mi rappresenta, ma che rappresenta anche il territorio barese.

Qual è la cosa che ti piace di più del tuo lavoro?
Ovviamente prima di tutto accontentare i miei clienti. Vedere la gente soddisfatta grazie a un mio drink, sentirsi dire: “Me ne fai un’altro uguale?”
Ma c'è un'altra cosa che mi piace: creare un nuovo gusto unendo degli ingredienti orientali e occidentali: conosco il mondo del caffè e il mondo del cocktail, i sapori asiatici e quelli occidentali, mi piace miscelare delle culture diverse in un bicchiere.

Ci racconti come è cambiato il tuo lavoro nell'ultimo anno, a causa della pandemia, e come secondo te chi fa il tuo mestiere dovrebbe reagire?
La pandemia ha velocizzato l'arrivo di un futuro “senza contatto”, ormai da tanto tempo non lavoro più dietro un bancone. Sicuramente ci torneremo, ma la maggior parte di questo mondo si sta spostando sul commercio online, e sui social dove ci possiamo esprimere e presentare il nostro prodotto. 
Come abbiamo visto per questa gara World Class, i social hanno generato un gran movimento e sono riusciti ad attirare l’attenzione della gente, anche di chi non lavora nel settore del bartending. L'opportunità che ci è data oggi e di non rimanere solo il dipendente di qualcuno, ma di attivare il proprio progetto indipendente e autentico, e saper esprimere il proprio potenziale attraverso questi canali, che raggiungono tutti e sono alla portata di tutti.

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