Barista, raccontami una storia. Ma che sia intrigante come i cocktail di Roots

Pubblicato il 5 settembre 2019

Barista, raccontami una storia. Ma che sia intrigante come i cocktail di Roots

Alla scoperta del cocktail bar cantastorie che miscela drink e racconti ai piedi di Bassano

Cosa cerchi davvero quando ordini un cocktail? Non dire gin e tonica. Nemmeno "consolazione", non è la parola giusta, e lo stesso vale per "ebrezza". Per avere tutto questo potresti improvvisare un gin tonic casalingo, circuire il gatto perché ti raggiunga sul divano e dare fondo alla bottiglia, forse anche alla dignità. Invece ti ritrovi al Roots di Romano d'Ezzelino a sorseggiare lo Speziale da una delicata coppa anni '40. Come ci sei arrivato?

Io ho scoperto la miscelazione sentimentale, inseguendo una storia. Non si tratta di ordinare il solito drink di cui a malapena si conosce la ricetta. Il piacere del bere ha molto a che fare con le trame e i racconti. Ci sono le storie degli ingredienti scelti dal bartender tra i piccoli produttori artigiani, della drink list pensata per equilibrare le proposte 12 mesi l'anno e del singolo cocktail, architettato con audacia e armonia rivisitando i classici che hanno fatto, appunto, la storia.


Massimo e Sabrina di Roots, in questo senso, sono dei romanzieri. Ma non si esprimono a parole. Piuttosto, sublimano la loro storia di cuore e d'affari, l'amore per l'oggettistica vintage recuperata ai mercatini dell'antiquariato e la cultura della vecchia liquoristica, con ciò che sanno fare meglio: dare vita a drink di personalità, partendo dalle "radici" della miscelazione.


Così ogni drink è un omaggio ai grandi classici, reinterpretato da Massimo Sandri, da vent'anni immerso fino al collo nel mondo del bartending, con lo zampino della tenace e gentile Sabrina che ispira e mette a punto ogni cosa con la furbizia e la praticità di chi ha sempre lavorato dietro al bancone. Ora sono qui, insieme, in un locale di Romano d'Ezzelino per nulla ovvio. Perché è stato scelto non per un freddo calcolo imprenditoriale, ma per la sua anima vintage che lo ha visto, negli anni, indossare anche i panni di una pompa di benzina.


Una storia, nella storia, nella storia. Un caleidoscopio di racconti che plasma i cocktail di cui sto per raccontarti tutto e diventa il soffio vitale di Roots. Sì, ma tornando al principio. Cosa cerchi davvero quando ordini un cocktail? Per prima cosa, un drink per cui valga la pena tornare. Un feeling con il barista che ti porti a chiedere:"Sai cosa mi piace meglio di me, fai tu". E se c'è un posto dove vale la pena di tentare è proprio questo. A partire dal rito veneto per eccellenza: l'aperitivo.


Se c'è una verità sull'essere veneti, è che nessuno si sognerebbe mai di negare lo spritz a un assetato. Ma nulla vieta ai bartender illuminati di escogitare alternative plausibili - e decisamente più raffinate - all'iconico spritz. Lo spritz Roots è la versione pro dello spritz Aperol perché non rifiuta l'aperitivo arancione, bensì lo personalizza, infondendolo con lemon grass, zenzero e ibiscus. Un fratello minore più figo del famoso fratello maggiore (proprio come per i Baldwin, William e Alec).


Seguendo la scia dell'aperitivo, Bassano sfodera un altro imprescindibile: il Mezzo e Mezzo. E se, per una volta, invece di vedere tutto bianco e nero, provassi il Mezza Via? Si tratta di un mix fra Mezzo e Mezzo e Americano: bitter Campari lavorato da Massimo con bacche di ginepro, chiodi di garofano, agrumi di Sicilia e ibisco; liquore al Rabarbaro e Selz servito con peel di limone.


E siamo solo all'aperitivo. C'è da fermarsi fino al dopocena perché è nelle ore lunari che Roots dà il meglio di sé trasformandosi in un salottino retrò dove riscoprire il significato autentico della parola ozio (creativo) adagiati sulle poltroncine vintage salvate dall'inedia a un mercatino, rifoderate e riportate a nuova vita.


Per indagare le meraviglie della bevuta "alla vecchia maniera", ti consiglio di provare il mio drink preferito: il Bello Sciallo. Un'interpretazione piaciona (come se Don Draper di Mad Men ti facessi l'occhiolino, chi resiste?) dell'Old Fashioned, pilastro della storia dei miscelati nato verso la fine del'800 assieme allo Sazerac. "Alla vecchia maniera" significa: spirito, parte zuccherina e bitter. La creazione di Roots rispetta la sacra triade e abbina al Rye Whisky, lo sciroppo d'acero e del bitter infuso alla camomilla. Sì, la profumatissima e leziosa camomilla fa la corte al rude whisky di segale.


E se il Bello Sciallo crea dipendenza, con Un Messicano Acidello, la storia si ripete. L'anima è quella di un Margarita, resa speciale dallo shrub (originariamente, una bevanda concentrata e analcolica araba a base di frutta, aceto e zucchero) di pompelmo e peperoncino preparato da Massimo. Una spinta sull'acceleratore che...wow.

Lo so, i nomi dei cocktail firmati Roots sono uno spasso (merito di Massimo, Sabrina glielo concede e me lo sconfessa divertita) e non potevano che essere raccolti in una list dannatamente originale e spigliata, un po' da duri che stanno al gioco: Un uomo e la sua Colt, 400 Lire di ricordi dove pescare il cocktail che ti farà sciogliere la lingua proprio oggi.


Ma il bancone dei bar non è più il regno di cowboy, gangster e uomini d'affari. Con il suo Nel blu dipinto di Blu, Massimo mi ha fatto portare alla bocca la coppa vintage con il mignolo alzato e un gesto d'assenso verso la Regina Elisabetta, sedutami a fianco solo nelle mie fantasie più recondite, in quel momento più vicine alla realtà che mai. Merito dell'azzurro nettare: London dry, cordiale fatto in casa di lavanda, sciroppo alla violetta e spremuta di limone. Per finire, delicatissimi fiori eduli. God save the Roots.

A questo punto, la serata si fa davvero divertente. Non solo perché inizio a sentirmi immotivatamente felice (non preoccuparti, non devo mettermi alla guida e mi sono trattenuta dal bere fino in fondo tutti i drink) ma anche perché mi sento più curiosa del solito. Proverei ogni cocktail della lista e chiederei a Massimo e Sabrina una chiaroveggenza: qual è il drink che potremmo battezzare "Martina" perché mi assomiglia più di quanto non io somigli a mio padre? Mi sono trattenuta, con il timore di sembrare alticcia ed egocentrica. Ma tu, la prossima volta che incroci la strada di Roots, buttati: i ragazzi ci sanno fare.


Divertente anche perché ho concluso l'aperitivo più lungo della storia degli aperitivi lunghi con Lo Speziale: botanic spirit; cordiale fatto in casa di ginepro, cannella e anice; spremuta di lime; sciroppo di zenzero; anice e gocce di assenzio Lazzaroni. Praticamente un viaggio attorno al mondo senza la spiacevole sensazione del jet lag. Tanti sapori, tanta armonia. Lo stesso mix sprigionato da Massimo e Sabrina al Roots.

  • CENA BLOGGER
  • BERE BENE

scritto da:

Martina Tallon

Amo mangiare ma sono sempre a dieta, non riesco mai a stare ferma anche se alla guida sono un pericolo, adoro andare per locali però sono un po' tirchia. Le contraddizioni sono il mio pane quotidiano: mai prendersi troppo sul serio.

IN QUESTO ARTICOLO
  • Roots

    Via Guido Negri, Romano D'Ezzelino (VI)

POTREBBE INTERESSARTI:

Ecco, spiegate bene, le 10 regole per una grigliata perfetta

Tutti ai blocchi di partenza, scatena il grill per i ponti di primavera.

LEGGI.
×