La mia cena all’Althea: un agriturismo dove 'panorama' fa rima con 'qualità'

Pubblicato il 19 settembre 2020

La mia cena all’Althea: un agriturismo dove 'panorama' fa rima con 'qualità'

Una casa contadina rilevata nel 2002, con tutti i suoi 11 ettari di vigneti color smeraldo, sospeso al “Confin” tra vittoriese e coneglianese. Tra Vittorio Veneto e Conegliano. Ma, soprattutto, fra campagna e collina. Un’intera proprietà ristrutturata nel corso di lunghi e duri anni, dall’imponente cascinale con terrazza panoramica al rigoglioso frutteto su cui si essa si affaccia. Nasce così, una quindicina d’anni fa, l’Agriturismo Relais Althea, fiore all’occhiello dell’azienda agricola Drusian di Valdobbiadene, la cui specialità – ça va sans dire - è il prosecco superiore DOCG. Un posto eccezionale per cenare sotto le stelle nella bella stagione, ma anche per pranzi autunnali a cielo aperto; ideale per fughe a due tutto l’anno come per eventi privati d’ogni sorta.
Una cornice magnifica, di cui, però, ancora mi mancava testare bene la cucina. Sono tornato di recente e ho colmato questa lacuna. Fortunatamente!

L’accoglienza di tutto il personale è il primo, evidentissimo valore aggiunto dell’agriturismo Althea: in equilibrio fra classe e informalità, vengo accompagnato al mio bel tavolo, apparecchiato con un'impeccabile mise en place, a ridosso della discesa collinare che si tuffa in mezzo ai vigneti. L’effetto wow è assicurato, del pari a quello che inonda il palato quando apro le danze sorseggiando il primo calice di Prosecco Superiore Drusian.
Mentre il maître, con mestiere e professionalità, mi snocciola il menù di stagione e le proposte fuori-carta del giorno, s’impadronisce di me quella carezzevole “pace dei sensi” che ogni agriturismo realmente degno di questo nome dovrebbe essere in grado d’infondere (e non solo grazie alla deliziosa cornice naturalistica): tra primizie del periodo, carni d’allevamento e materie prima a chilometri zero, sento la salivazione impadronirmisi ancor prima di ordinare il primo antipasto.

Se il buongiorno si vede dal mattino, beh, cominciare con la fritturina di pollo e verdure è una scelta quantomai azzeccata: croccante, leggera, asciutta (come dovrebbe essere ogni fritto che si rispetti), ma soprattutto capace d’incrociare in modo insolito due ingredienti semplici, figli del territorio circostante, ma invero piuttosto insoliti in questo tipo di ricetta. Il pollame e le verdure dell’orto: materie prime di produzione propria che saranno ancora protagoniste nel corso della mia cena.

Accanto a questo squisito esempio di creatività rispettosa della tradizione, assaggio un grande classico dell'orgogliosa, antica cucina veneta di terra: le polpettine fatte in casa al sugo, servite con polentina biancoperla. Quel tipo di pietanza apparentemente scontata che dici “Vabbeh, la prendo solo per gola”; e poi invece ti si scioglie talmente bene in bocca dal finire con lo spazzolare tutto il piatto. Sarei già discretamente soddisfatto; ma in un agriturismo ci vieni per mangiare tanto e bene, quindi procedo nella cena attacco con i primi.
 

Ecco un vero capolavoro della cucina Althea: gli gnocchi di rape rosse. Una proposta sempre presente nei menù stagionali, declinata in modi differenti a seconda della stagione: vuoi con burro fuso ed erbette estive, vuoi con ricotta affumicata, come nel mio caso. La rigogliosa armonia fra i colori del piatto rispecchia a meraviglia il pout-pourrì di sapori che ti addenta ad ogni boccone. Hai capito bene: sono questi gnocchi da paura, qui, ad addentare te, più che il contrario.
 

C’è anche, però una bella parmigiana, che in base al periodo dell’anno può venir proposta con melanzane o con zucchine. E vuoi lasciar lì la parmigiana, fatta pari pari a quella della nonna? Ma non scherziamo: le mie melanzane fresche alla parmigiana, rosolate con la dovuta delicatezza ma pure quel piccolo accenno d’incartapecorimento che ne sospinge i sapori agli angoli della bocca, arrivando assieme ai succitati gnocchi hanno l’effetto delle polpettine di prima affiancate al fritto di pollo e verdure: un signor piatto della tradizione e una specialità più creativa. A braccetto.
Insomma, il leitmotiv che segue tutta la filosofia gastronomica dell’Althea.
 

Arriviamo ai secondi, e qui assaggio le due autentiche ricette regine della cucina: la tiepida di manzo e il coniglio in tecia. La tiepida assomiglia concettualmente un po’ al roast-beef: il manzo viene affettato infatti con tagli sottili e poi servito con olio caldo aromatizzato al rosmarino… All’insegna di un contrasto, quello tra la carne tiepida e l’olio caldo, che è praticamente diventato un marchio di fabbrica dell’agriturismo.
Il coniglio, beh, ormai lo hai capito: è un secondo tipico della tradizione di terra trevigiana. Niente contrasti qui, solo preparazione e cottura a regola d’arte.


Ok, lo ammetto: non riesco a spazzolare tutto-tutto sino alla fine, perché non mi chiamo Edoardo Raspelli (per fortuna, forse). Ma anche perché voglio tenermi uno spazio per i dolci della casa.
Ne assaggio solo uno, e questo non te lo descrivo: lo indovinerai tu quando verrai a mangiare qui all’Althea. Un agriturismo con vista a due passi da Treviso, dove "panorama" torna a far finalmente rima con "qualità".

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scritto da:

Alvise Salice

Con lo pseudonimo di Kintor racconto da anni i miei intrattenimenti. Sport e hi-tech gli amori di gioventù; mentre oggi trovo che viaggiare alla ricerca di culture, gusti e sapori della terra sia la cosa più bella che c'è. O magari la seconda, via.

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