Con il luppolo lucano il birrificio riparte dalla terra, parola ad Antonio Appo

Pubblicato il 24 ottobre 2020

Con il luppolo lucano il birrificio riparte dalla terra, parola ad Antonio Appo

Il mio viaggio tra le hidden gems del Sud continua, e questa volta tocca al Birfoot di Matera. Una doppia anima fatta di birra autoprodotte e stretto legame con le aziende agricole del territorio: ho fatto due chiacchiere con l'amico Antonio Appio. Dalla nostra prima chiacchierata è passato un intero lockdown,  ma il mood è sempre lo stesso.

Tantissima determinazione per ciò che è stato creato e nessuna voglia di abbandonarsi a facili disfattismi. Il discorso di Antonio è lucido, razionale, senza fronzoli e guarda in faccia alla cruda realtà che abbiamo vissuto tutti.

Un trimestre allucinante, corretto?
Un po’ di alti e bassi. Nel momento in cui è stato possibile, ovvero a maggio, abbiamo riaperto rispettando tutte le norme di sicurezza. Abbiamo provato con il servizio a domicilio e l’asporto all’ingresso del pub. In quell’occasione abbiamo ritrovato la nostra clientela abituale che desiderava gustare la birra che conoscono bene anche a casa.



E la ripartenza?
Per il domicilio e l’asporto parliamo di numeri esigui, molto poco. Alla riapertura ufficiale estiva c’è stata una buona ripresa generale. Diciamo che maggio è stato di rodaggio invece a giugno e luglio le cose sono cambiate radicalmente.

La festa padronale può aver giocato un ruolo?
Esattamente, è stato il 2 luglio. Il Birfoot si trova vicino alla fabbrica dove creano il famoso carro che poi viene distrutto dopo la festa. Indubbiamente è stata una festa diversa dal solito, ma abbiamo colto l’occasione per condividere qualche momento insieme. Il nostro spazio esterno, molto ampio, è stata la location perfetta per passare un momento in compagnia e in totale sicurezza.

Quindi, come sta andando?
Inutile negare le difficoltà anche di tipo economico che abbiamo avuto. Abbiamo pagato tutto riuscendo a rimanere aperti. Avevamo anche paura di dover buttare via tutta la birra che era in preparazione durante il lockdown. Ma per fortuna né quello, né la chiusura si sono avverate. Ciò che ci preoccupa un po’, anche prima del boom turistico, è l’inverno materano.



Come “the winter is coming” ne "Il trono di spade"?
Ecco, sì. Onestamente non ci spaventano le decisioni del governo ma la risposta delle persone. Fino alla prima settimane di ottobre continuiamo a lavorare distanziati e molto bene, grazie anche a qualche buona giornata di sole. Ciò che manca proprio è la cultura di stare fuori, di passare una serata in compagnia e ovviamente in sicurezza.

Che progetti avevate per il 2020?
Tantissimi, uno su tutti: ampliare la cucina, ma al momento siamo fermi. Ora i nostri propositi sono tutti spostati verso il weekend. La periferia soffre molto.

Com’è la vita in periferia?
Difficile, il lockdown è stato un duro colpo da subire. Qui devi combattere da solo, come un piccolo far west del mondo commerciale.



In questo periodo non è proprio la parola giusta da usare ma… c’è qualcosa di positivo?
Siamo contenti dei risultati ottenuti fino a ora, la paura di buttare tutti i sacrifici di questi anni e chiudere era reale. Tutto è nuovo, ogni giorno ci adattiamo a qualcosa di diverso per assicurare sicurezza e ottima birra.

Però ce l’avete fatta!
In primis deve esserci la volontà; la dedizione ci ha fatto decidere di continuare. Siamo in piedi, io e Giovanni Pozzuoli, il mio socio nonchè mastro birraio. Le ricette delle birre che produciamo sono le sue. In batteria abbiamo una blanche fatta con Senatore Cappelli locale una Weiss con fragole candonga di Policoro. Altbier, una strong Ale, una rye triple ed una pilsner.



Quindi ci sono delle novità!
La novità è il luppolo che abbiamo iniziato ad utilizzare, coltivato in Basilicata, proveniente da un luppoleto di un nostro amico, ed essiccato qui. Ecco un altro ingrediente che si aggiunge alla lista delle materie prime locali. Si conclude il cerchio del chilometro zero, lasciando fuori solamente qualche altra materia prima assolutamente certificata.

Tutto il mondo fermo, l’ambiente si è ripreso... continuate valorizzandolo? 
Noi lavoriamo con piccole aziende locali che hanno sofferto di più rispetto alla grande distribuzione. Ma noi abbiamo comunque deciso di continuare con loro!

  • GLI ADDETTI AI LAVORI

scritto da:

Federica Scaramuzzi

Sarà banale, ma adoro la pizza e i gattini del web. In compenso sono alla ricerca di locali insoliti e originali. Dalla Murgia alla Laguna.. sono cacciatrice ufficiale di hidden gems! Odio il piccante e adoro la pasta al forno barese (originale) di mia nonna Graziella.

IN QUESTO ARTICOLO
  • Birfoot

    Via Guglielmo Marconi 22 A, Matera (MT)

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